L’Isis supera il "punto di non ritorno"
sabato 23 maggio 2015 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 23 maggio 2015Non ci sono parole che possano essere pari all'idea che ci venga strappata Palmira, la città carovaniera da cui passava sul cammello nel deserto fin dal tempi biblici il traffico fra la Mesopotamia e il Mediterraneo] con il suo carico di merci, di architettura e di scultura. Fa vergogna vederla distruggere dall'Isis, è una sconfitta per ogni singolo abitante del pianeta, a volte si vorrebbe che l'Unesco avesse un esercito di mercenari. E' vergogna anche che Ramadi sia caduta nella mani dell'Isis nonostante l'impegno americano e della grande coalizione che avrebbero, almeno, dovuto tenere a bada l'esercito dei barbuti dello Stato islamico. Non ci sono riusciti. Eppure non dovrebbe essere impossibile, si tratta di un esercito senza forze aeree, con vecchi tank, con una truppa che a suo vantaggio può annoverare solo gli esperti ufficiali di Saddam e il fanatismo. Si potrebbe batterli, se si volesse. Ma la scelta di Obama è quella di combattere con una mano legata dietro la schiena, senza i famosi "boots on the ground", gli stivali sul terreno, e anche di fare un uso modesto dei droni, se è vero che da settembre il numero degli attacchi è stato di 3800 in confronto ai 47mila del primo mese dell'operazione Iraqi Freedom del 2003.
Obama ha dichiarato che l'Isis non sta vincendo, ma ogni osservatore sa che la città caduta consolida il controllo Isis su una delle vie che controllano il Paese da pochi chilometri da Baghdad fino nel cuore della Siria. Il fatto è che si tratta qui, di una sconfitta sia dell'esercito iracheno come di Obama stesso e della sua strategia. Sono mesi che gli americani si baloccano con lo scontro per Ramadi, c'era il tempo di inventarsi qualcosa. Invece hanno lasciato sconfiggere il loro alleato Haider al Habadi, messo al potere da Obama che decise di sostituirlo a Nouri al Maliki, la cui presidenza è costata la presa del potere degli sciiti con l'aiuto degli iraniani mentre i sunniti si radicalizzavano. Il fatto che Obama non abbia aiutare al Habadi come necessario lascia all'Iran sempre più spazio, e infatti il suo ministro degli Esteri ha preso il primo volo per Baghdad per far vedere chi sa venire in aiuto.
Obama ha aperto la strada agli ayatollah sul campo di battaglia, per esempio a Tikrit, dove sostenuti dai bombardamenti americani, hanno cacciato l'Isis. E' un precedente conturbante, come scrive Michael Ledeen: perché, se gli americani si decidessero a un bombardamento massiccio e Ramadi venisse recuperata con l'intervento dell'Iran, questo farebbe decadere il sogno di un Iraq indipendente, che Obama auspica con passione; e se perdesse, avrebbero, peggio ancora. In questa guerra contro l'Isis, Obama si è sempre più infilato nel vicolo stretto del rapporto con l'Iran, oltretutto mentre gli Ayatollah dichiarano che se si arriverà all'accordo sul nucleare, non consentiranno mai di ispezionare i siti militari.Come si sa il risultato strategico dell'accordo Iran-USA e che l'Arabia Saudita minaccia di procurarsi la bomba atomica. Obama, che ha creato questa situazione, per salvare almeno l'Iraq e l'onore dovrebbe, con l'esercito iracheno e con i curdi,cacciare l'Isis dalle città occupate. Questo cambierebbe la sorte della Siria, dove si combatte poco l'Isis per paura di fare un piacere a Assad, e non si combatte Assad per paura di fare un dispetto all'Iran.
martedì 11 agosto 2015 02:57:24
Ma davvero Obama vuole combattere il radicalismo islamico, sunnita o sciita?
Ferruccio Barbieri , Mantova
mercoledì 27 maggio 2015 08:48:24
Certamente l'agire o meglio il non agire degl'USA fa meditare anche perchè ,se Obama sembra non azzeccarne una o meglio sembra scegliere sempre la strada sbagliata, non è che le sue scelte siano esclusivamente farina del suo sacco,prima di ogni decisione deve tener conto dei rapporti di CIA NSA Pentagono etc . Ci possono essere aspetti non palesi della politica estera americana : negoziati segreti, la crisi del dollaro, Russia e Cina che silenziosamente si stanno espandendo a svantaggio di America e Giappone e poi ,tanto per non pensar male ,chi ci dice che questa Isis sia come una Nuova Pearl Harbor ,vicenda mai chiarita sul fatto che gli americani sapevano che la flotta giapponese stava avvicinandosi, ma l'America aveva bisogno di una Pearl Harbor per ribaltare il non interventismo del popolo . Quindi Isis come ' false flag ' ? - Speriamo che sappiano quello che fanno, a me sembra che stiano cercando tutti preparandosi a qualcosa di ben più grave.
Alberto Bagnolesi , Pisa/Italia
sabato 23 maggio 2015 15:52:13
La politica di Obama e' molto ambigua e sembra favorire le frange piu' integraliste islamiche. Siamo sicuri che Obama non sia un islamico ? Non sappiamo molto sulle sue idee religiose. Non sara' un cavallo di Troia dell' Islam ? Perche' al momento della prima votazione non si fecero indagini?
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
sabato 23 maggio 2015 15:48:45
Cara Fiamma, il primo errore di O.Bamba contro ISIS è stato di non voler intervenire con truppe sul terreno (persino la Turchia, che non è oggettivamente ostile a ISIS, aveva suggerito una strategia così ovvia).----- Se si vanno a rileggere le cronache, si nota che i bombardamenti hanno eliminato al massimo alcune decine di miliziani ogni volta e, con i droni, qualche capo terrorista (ora si parla anche di qualche intervento di “navy seals” sul terreno, come è stato per Bin Laden).----- E' chiaro che contro terroristi che non si muovono mai in massa, in campo aperto, ma con pattuglie a “ondate successive”, è molto difficile riuscire ad una loro eliminazione determinante con i soli bombardamenti.----- Certo è che gli errori di O.Bamba seguono gli errori dei Bush in Iraq: con un tiranno sanguinario come Saddam non ci sarebbe stata questa involuzione (esattamente come con Gheddafi in Libia): cose già scrittein altri commenti, ma è meglio ripetere annoiando che dimenticare.----- Quanto alle distruzioni maniacali e fanatiche di reperti archeologici insostituibili, sono cose già viste ad opera dei talebani in Afganistan: la stupidità accomuna tutti i fanatici, soprattutto quelli “religiosi” ----- Comunque resta il fatto che la guerra in atto contro questi islamici DEVE ESSERE VINTA, MOLTO PRESTO: ogni giorno di loro permanenza in posizioni di potere, anche se in zone ristrette, costituisce un incentivo per tanti aspiranti terroristi, di cui anche l'Europa abbonda.----- Altra cosa molto pericolosa è il coinvolgimento (già in atto) dell'Iran come ALLEATO (ma sostenitore di altri terroristi): la alleanza con Stalin non ha insegnato niente?
Piero Sammut , southampton inghilterra
sabato 23 maggio 2015 14:48:14
Cara Fiamma,Questo presidente "americano" e` falso,e bugiardo , non so` che razza di vigliacco e`.In questi 18 mesi del suo regnio le cose vanno al di pegio. Gia Barak Hussein Obama dicchiaro` che non fara` mai guerra contro islam. A si e Perche`? Tutti sanno la ragione, ma non hanno il corraggio di dirlo. Solo il Signore O`Reilly ha osato dirlo di nasc osto dicendo "Perhaps he (Obama) has another reason".Tutti lo sanno, mentre le copse vanno piu` peggio.
Ferruccio Barbieri , Mantova
sabato 23 maggio 2015 10:36:51
C'è qualcosa che non quadra. Primo, come può nascere e riprodursi un movimento come l'Isis senza che gli USA non si siano accorti che qualcosa si stava muovendo ? Secondo, com'è possibile che con i mezzi di cui dispone l'America non si riesca ad intercettare e distruggere una massa di soldati Isis mentre si muovono verso i loro obiettivi, non c'è una pista di HoCiMinh nascosta, c'è solo deserto e con i satelliti ed i droni non è possibile non vedere masse in movimento, a meno che non li si voglia non vedere. A questo punto c'è anche da chiedersi ,chi c'è dietro l'Isis, da chi viene armato ? e approvvigionato, 20.000 combattenti vanno nutriti, equipaggiati, armati e riarmati. Nò ,qualcosa non mi quadra, non c'è solo una guerra tra sciti e sunniti dietro c'è ben altro. Si sta destabilizzando il Medioriente, con quale fine ?