L’Iran è pronto per l’atomica. Ora lo dice anche la Russia
Il Giornale, 13 luglio 2010
Medvedev scarica l’ex alleato, reo di aver protestato per il sostegno di Mosca alle sanzioni decise dall’Onu
Adesso, secondo il perverso principio che se lo dice chi fino ad ora aveva mentito o si sbagliava, allora è vero, non ci sarà più nessuno che potrà tirarsi indietro di fronte alla luce rossa sfolgorante che lampeggia dall’Iran. Perché adesso l’ha detto anche Medvedev, il presidente russo, e certo non senza il permesso di Putin: l’Iran sta per arrivare alla conclusione della sua corsa verso la bomba atomica. È, dice, «vicino al possesso del potenziale che in linea di principio potrebbe essere usato per la creazione dell’arma atomica». Linguaggio un po’ più diplomatico, ma chiarissimo. E la Russia, insieme alla Cina, prima che i pasdaran turco e brasiliano si ergessero al Consiglio di sicurezza contro le sanzioni, era stata sempre il principale nemico delle sanzioni stesse e il migliore amico dell’Iran, quello che metteva il bastone fra le ruote degli Usa per non arrivare mai a una chiara definizione del problema.
Ad esempio al consiglio del dicembre 2006 le sanzioni erano state alleggerite proprio a causa della pressione dei russi, ed era solo il primo dei quattro round sostenuti da Putin con i colori dell’Iran. Perché l’amicizia della Russia per l’Iran è un'amicizia strategica, legata all’antica suddivisione del mondo fra grandi potenze, e ancora più vecchia: la guerra fredda ancora esiste e implica che il Medio Oriente veda la Russia sempre schierata laddove prima si poteva trovare l’Urss, ovvero in un rapporto, certo oggi meno evidente, con le potenze antioccidentali contro Israele, vista come la longa manus americana.
L’amicizia russa con l’Iran è stata sempre molto concreta, fatta della costruzione dell’indispensabile impianto di Bushehr che da settembre sarà attivo, dall’invio costante di esperti di impianti nucleari, da trattati di compravendita d’armi come quello del sistema degli S300, il cui esito è ancora incerto, ma che è un terribile sistema di difesa terra aria destinato a coprire l’Iran con uno scudo invincibile contro eventuali attacchi ai suoi preziosi impianti.
La Russia aveva anche, sola con la Cina e alcuni paesi islamici, riconosciuto la legittimità del nuovo governo iraniano nel giugno 2009, quando tutto il mondo ribolliva di indignazione per la repressione delle folle nelle piazze, con assassini e sequestri: ma il viceministro degli esteri russo Sergey Ryabkov aveva proclamato che le elezioni iraniane erano solo una questione interna. E per ringraziare subito dopo Ahmadinejad si è recato a Mosca e svariati trattati e accordi sono stati firmati. Solo pochi mesi fa, nel dicembre 2009, il rappresentanti russo all’AIEA ha preso una posizione più guardinga del solito verso «documenti segreti» che dimostravano la costruzione di un'arma nucleare.
La Russia di Putin ha cominciato ad adombrarsi seriamente contro Ahmadinejad quando egli ha osato protestare e persino minacciare l’alleato di sempre al momento in cui Putin ha deciso per le sanzioni all’ultimo round del Consiglio di Sicurezza il 9 giugno: la logica dell’orgoglio russo ha avuto il sopravvento, l’Iran non può sognarsi di gestire contro la Grande Madre Russia il nuovo potere islamista, che oltretutto a causa dei molteplici conflitti russi con l’Islam, per esempio in Cecenia, è un tasto molto doloroso. Inoltre anche Putin e Medvedev, come Obama, specie dopo le ultime indagini dei servizi segreti (Leon Panetta, direttore della CIA, ha annunciato da una settimana che l’Iran può già costruire due bombe), hanno afferrato il rischio non più rimandabile di un Iran che non ha dato il minimo segno di apprezzare la linea morbida in tutti questi mesi ed anni di insistenze occidentali e di gentilezze russe. Obama si è ricreduto evidentemente in base a informazioni definitive e anche la Russia ha compreso di conseguenza, e un po’ forse in concorrenza rispetto alla leadership mondiale, che con amici come l’Iran è molto meglio affidarsi ai nemici.
Israele, di fronte a una situazione di questo genere, potrebbe credere più serenamente in una politica globale di sanzioni serie, che sottraggano all’Iran i suoi commerci internazionali e l’acquisto della benzina che non è in grado di produrre da sola, e di cui la Russia era fornitrice insieme alla Cina. Oppure, può leggere in questa stretta globale che si consolida, l’annuncio che la distruzione degli impianti non è ormai un’ipotesi così fantasiosa e solitaria, e che forse non è l'unico Paese che ci sta pensando.
Iran is ready for nuclear power: now even Russia says so.
Il Giornale, 13 July 2010
By Fiamma Nirenstein
Medvedev gets rid of its former ally, guilty of having protested against Moscow, who supported decisive UN sanctions
Now, according to the perverse principle that says that if one who until now has lied or was mistaken, then it is true, nobody will pull out in front of the blazing red light that flashes from Iran. Because now Medvedev, the Russian president, has also said it, and certainly not without Putin's permission: Iran is arriving at the conclusion of its race towards the atomic bomb. It is, he says, “moving closer to possessing the capability that could in principle be used to build nuclear weapons”. This rhetoric is a bit more diplomatic, but clear. And Russia, together with China, who - before the Turkish and Brazilian Pasdaran rose against the sanctions at the Security Council - had always been the main enemy of those sanctions and Iran's best friend, as well as the one who put the spoke in the wheel of the United States in order to never arrive at a clear definition of the problem.
For example, at the Council in December 2006, the sanctions were eased on account of pressure by the Russians, and it was just the first of four rounds supported by Putin in Iran's favor. Due to the fact that Russia's friendship with Iran is one strategically linked to the ancient division between the world's great powers, and even older: the Cold War still exists and implies that the Middle East sees Russia always deployed where before it could find the Soviet Union or in a relationship, certainly less evident today, with anti-Western powers against Israel, which is seen as America's long arm.
The Russian friendship with Iran has always been very pragmatic, made so by the construction of the indispensable Bushehr nuclear power plant, that will be active by this September, by sending a stream of experts on nuclear facilities, by weapons agreements such as the S-300 system, whose outcome is still uncertain, but that is nevertheless a ground air defense system intended to cover Iran with an invincible shield against possible attacks on its precious nuclear plants.
Russia had also, along with China and some Islamic countries, recognized the legitimacy of the new Iranian government in June 2009, when the whole world was seething with indignation at the suppression of the crowds in the streets, with assassinations and kidnappings: but the Russian Deputy Foreign Minister Sergey Ryabkov had proclaimed that the Iranian elections were only an internal matter. And in order to thank him shortly after, Ahmadinejad went to Moscow and various treaties and agreements were signed. Only a few months ago, in December 2009, the Russian representative to the IAEA took a more cautious position than usual towards "secret documents" that showed the construction of a nuclear weapon.
Putin's Russia has begun to seriously take offense vis-a-vis Ahmadinejad, especially when he dared to protest and even threaten the all-time ally at the moment in which Putin had decided in favor of the sanctions at the last round of the Security Council on June the 9th: the logic of Russian pride took over, Iran cannot dream of managing Great Mother Russia against new Islamic powers, which includes numerous Russian conflicts with Islam, for example in Chechnya, which is a very painful subject. Moreover, even Putin and Medvedev, like Obama, especially after the latest findings by intelligence services (Leon Panetta, Director of the CIA, announced a week ago that Iran is already able to build two bombs) have grasped the risk - no longer postponable - of an Iran, which hasn't given the slightest sign of appreciating the soft line in all these months and years of Western pressure and Russian kindness. Obama has evidently changed his mind based on definitive information and even Russia has understood accordingly - and a bit perhaps in competition with respect to the world's leadership - that with friends like Iran it is much better to rely on the enemies.
Israel, faced with a situation like this, might think more serenely in a global policy of serious sanctions that blocks Iran's international trade and its acquisition of gasoline, which it is incapable of producing alone and which is supplied mainly by Russia and China. Or instead, one can read in this global pressure that consolidates itself, the announcement that the destruction of Iran's nuclear plants are by now not such a imaginative and solitary hypothesis, and that perhaps Israel is not the only country thinking of it.
Translation by Amy K. Rosenthal
E se Dio vuole, ma anche se non vuole, ho finito di leggere il Corano. Il primo commento che mi viene è: che palle sto libro!Più di una volta sono stato tentato di lasciar perdere. Ma io sono un dannato infedele e per di più non leggendolo in arabo tutta la melodia va a farsi friggere, anche se un libro sacro andrebbe giudicato per ciò che dice e non per la sua presunta musicalità. E’ un’esperienza che vi consiglio di fare, se non ne avete una copia potete leggerlo direttamente nel sito. Comunque sia, il Corano è presto riassunto dato la ridondanza degli argomenti, ecco alcuni punti fermi:Allah è grande e onnipotente, e fin qui ci può stare, ma sarà anche terribile con gli infedeli (agnostici, atei, seguaci di altre religioni) e già qui il libero arbitrio vacilla, perché cambiare religione è impossibile, parola di Maometto. Terrificanti poi le punizioni, roba da far concorrenza a Dante. L’Islam dovrà assogettare tutti i popoli infedeli sviluppando le proprie potenze territoriali con ogni mezzo ( e sottolineo “con ogni mezzo”).È palese, agli occhi di un cane infedele quale io sono, come alcune rivelazioni riferite al comportamento di Maometto servano solo ad avallare le sue azioni morali e politiche. Spesso i suoi seguaci pongono il problema e dopo, guarda caso, arriva la Sura data da Allah che fornisce la risposta. Per non parlare poi delle Sure che non reggono all’impatto con “il principio di non contraddizione” aristotelico e messe lì allo scopo di non dare discredito alle azioni del profeta facendogli perdere credibilità...contiinua..http://www.iostoconoriana.it/site/news.php
Ilaria Arri , Rivoli, Torino
E non li fermano ancora? strano!!Quando si accorgeranno che sarebbe stato meglio fermarli, sarà troppo tardi..Un bacio, e un abbraccio, Ilaria.
loris , Bolzano
Sembra che la Russia si stia accorgendo del pericolo vitale che essa stessa corre se il suo "amico" iraniano entra in possesso di armamenti nucleari. Questo è certamente un segnale positivo, temo però che si sia lasciato troppo spazio e troppo tempo alle follie iraniane!!!!!
goldi steiner , canadian
Dear Fiamma: As Chair of the Canadians for Israel's Legal Rights, we very much agree with your communique about Iran, and all other matters.I wonder if you are part of the London declaration against Antisemitism, headed by Irwin Cotler?We, a representative group of CILR co-organized and attended the San Remo 90th Anniversary in collaboration with Thomas Sandell. Hoping to hear of your further honest endeavors on behalf of truth and justice,Sincerely,Goldi SteinerChair-CILR