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L'Iran arricchisce l'uranio. Parte la corsa all'atomica. Trump: «Stiano attenti»

lunedì 8 luglio 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 08 luglio 2019

Dunque l'Iran ha cominciato a muoversi, innalzando oltre il 3,67 i livelli di arricchimento dell'uranio che gli erano imposti dall'accordo del 2015. L'annuncio dato dal negoziatore nucleare e viceministro degli esteri Abbas Araghchi, un duro moderno laureato in Scozia, è minaccioso, arricchito dalla promessa di ulteriori tagli rispetto agli impegni del 2015, allusivo di una ripresa, tuttavia non annunciata esplicitamente, sulla strada della bomba atomica. Questo scopo è velato da allusioni a programmi civili, mentre si dice all'Europa che la si aspetta sulla via della cancellazione delle sanzioni per 60 giorni ancora: l'arricchimento aumentato è presentato come una sorta di misura minimale rispetto al terribile ruggito che gli Ayatollah di Teheran preparano se l'accordo coi P5 più uno non verrà ripristinato come chiedono entro 60 giorni. E' una mossa nell'ambito di un gioco a tre, USA Iran e Europa, in cui tuttavia si affacciano la Turchia e la Russia (con cui l'Iran progetta un incontro trilaterale in agosto)e la Cina, che viola nel silenzio generale il regime di sanzioni stabilito da Trump.

Insomma una guerra mondiale nel cui centro siede, piuttosto preoccupato e comunque in stato di allarme, Israele: ieri il primo ministro Bibi Netanyahu ha detto che la mossa dell'Iran è un passo "molto molto pericoloso" e ha aggiunto "io mi rivolgo ai miei amici leader della Francia, l'Inghilterra, la Germania: l'Iran ha violato la sua solenne promessa fatta al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di non arricchire l'uranio oltre un certo livello, voi avete firmato l'accordo e avete detto che appena lo avesse fatto, severe sanzioni sarebbero state imposte. Dove siete adesso?". La risposta di Macron è semplice: è stato al telefono con la mia controparte iraniana per più di un'ora, ha detto ai giornalisti. Insieme, hanno stabilito che entro il 15 di questo mese cercheranno di prevenire "l'ulteriore indebolimento dell'accordo" per evitare "le sue conseguenze", non useranno sanzioni. Insomma, l'Europa, nonostante certo sia la prima, geopoliticamente, a doversi preoccupare dell'eventuale ripresa dell'arricchimento e dell'accumulo di uranio arricchito, al momento cerca la strada di un possibile "appeasement". Un paradigma che dovrebbe essere molto familiare alla storia europea, e che ha portato già a terribili guerre.  Che cosa può succedere nelle prossime ore?

Intanto, nonostante Macron ami presentarsi come il leader di un'Europa sottile e strategica, utilizzando come arma politica una diffusa opposizione, anzi, una decisa antipatia per  la severità di Trump, pure è difficile immaginare che voglia condurre l'Europa sulle ginocchia di un regime di cui l'IAEA, ovvero l'Agenzia atomica internazionale aveva già verificato le effrazioni; di cui l'operazione del Mossad che aveva sottratto al regime i documenti relativi, aveva già verificato le intenzioni nucleari mantenute ferme dopo il 2015.

E' difficile sostenere, alla fine, un regime i cui i giustiziati omosessuali si contano fra i 6000 e gli 8000 dall'inizio del regime;che con la sua presenza belligerante in tutto il Medio Oriente, la provocazione continua dei poteri sunniti, l'uso del terrorismo, la minaccia isterica di distruggere Israele tiene il mondo intero sull'orlo del conflitto. Tuttavia se l'Iran adesso volesse correre verso una guerra, avrebbe annunciato misure più drammatiche del superamento la settimana scorsa dei 300 chili di uranio consentiti e ieri dell'arricchimento del 3,67: avrebbe potuto annunciare l'arricchimento del 20 per cento, o proibire all'IAEA di entrare nelle sue strutture atomiche, o lasciare il trattato di non proliferazione, o annunciare che sta aumentando di molto i chili di uranio arricchito. Se saltasse al 20 per cento, allora si potrebbe immaginare che come dicono alcuni esperti, in sei mesi la bomba atomica potrebbe essere pronta. Trump a sua volta non sembra ansioso di un confronto diretto, ha inghiottito l'attacco alle petroliere e anche il drone abbattuto. Tuttavia l'allerta generale, anche in Israele, è molto viva: il gioco dell'Iran è puntare a elezioni americane che gli regalino un dopo Trump, e magari, in Israele, un dopo Bibi. Ma giocando duro come fa, bisogna vedere se ci arriva, e naturalmente se Trump o Bibi, o ambedue, saranno rieletti gioco realistico. Certamente, gioca sempre sull'orlo dell'abisso.   

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