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L’ IMBARAZZO DOPO IL CASO SHARON GIUSTIZIALISMO ALLA BELGA

sabato 7 luglio 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein IL piccolo Belgio buonissimo, con l'indice levato a giudicare i cinque continenti, l'unico Paese del mondo che si sia dotato di una legge che permette alle sue corti di giustizia di perseguire in tribunale chi abbia presumibilmente commesso abusi dei diritti umani anche all'estero, è adesso travolto dal suo stesso preteso primato morale: il suo sistema giudiziale oltre che la sua diplomazia ne sono appesantite e sconvolte. Ultimamente un giudice belga ha aperto un'investigazione sui presunti crimini commessi dal Primo Ministro israeliano Ariel Sharon in un eventuale connessione al massacro del profughi di Sabra e Chatila perpetrato fisicamente dalla Falange libanese nel 1982. Dopo che l'apertura dell'istruttoria è stata proclamata urbi et orbi, sono accadute due cose: il ministro degli esteri Belga, Louis Michel dopo il rifiuto di Sharon di visitare il suo Paese, è andato giovedì a Canossa, ovvero a Berlino, per poterci parlare e dichiarargli il suo imbarazzo; e Johannes Thuy, portavoce del ministero della giustizia ha detto che la legge, rivista, conterrà forse un filtro per impedire "che chiunque possa accusare e perseguire chiunque"; per esempio, dice il portavoce, si potrebbe sospendere la sua ammissibilità contro un capo di stato e i ministri di un governo straniero in carica. Il Belgio è un paese tutt'altro che scevro da colpe storiche: si indagano ancora gli orrori del suo dominio coloniale sul Congo, e la sua stretta cooperazione con i nazisti. Eppure i suoi giudici hanno già accettato di mettere in processo: Pinochet (Cile); Kabila (Congo); Kagama, (Rwanda); e vari personaggi dal Marocco, al Guatemala, all'Iran, alla Cambogia.. nelle ultime due settimane la mole delle denunce, dopo che anche Sharon è stato messo sotto accusa, ha sommerso i tribunali. Si sono fatti vivi i Curdi, contro Saddam Hussein; i cittadini della Costa d'Avorio contro il gruppo dirigente di Abidjan eccetera. Un giornalista del quotidiano Haaretz ha riportato un ironico commento fiammingo: « ben presto Putin verrà accusato per la Cecenia, Jiang Zemin per il Tibet...» e si potrebbe arrivare anche a vedere alla sbarra Bush senior o Clinton presidenti americani per aver bombardato Tripoli o per la Guerra del Golfo. L'Iran e l'Iraq si potrebbero accusare reciprocamente scegliendo a caso un generale o un capo di stato, la Thatcher potrebbe essere accusata per la guerra contro l'Argentina. Arafat poi..forse in Belgio si aspetta solo che le vittime del terrorismo si facciano vive. E i Paesi europei ex comunisti? Di quanti criminali sono vittime i suoi cittadini? Il Belgio è stato anche il paese che si è più battuto per le sanzioni contro l'Austria quando Haider è stato eletto. E un paese così piccolo, ancorché ricco e adesso seduto alla presidenza di turno dell'Unione Europea, dicono le cronache, ha preso una grande passione nel suo ruolo giustizialista: va d'accordo con il governo di sinistra e il processo di federalizzazione che ne ha fatto una delle amministrazione più decentrate del mondo. Piace al Belgio essere considerato un pioniere; la magistratura varca i mari come l'antica flotta mercantile. Quando la prima accusa contro il ministro degli esteri del Congo fu tirata fuori,fra lo stupire generale subito la magistratura si mosse per procedere all'arresto. Il Congo furioso (ha un bel conto aperto col Belgio) si è rivolto alla corte internazionale dell'Aja. Il Belgio imperterrito negli stessi giorni accusò Saddam Hussein. Il piccolo Belgio buonissimo.

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