Fiamma Nirenstein Blog

L’ EX MINISTRO DELLA DIFESA: SONO ARMI DI PRODUZIONE SIRIANA Razzi s u Haifa Vittime e feriti alla stazione Colpiti otto operai che lavor avano ai treni

lunedì 17 luglio 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME Sirene, missili e distruzione, otto morti e una trentina di feriti a Haifa, le katiushe e i missili Fajr piovono ancora su tutto il nord di Israele mentre gli ufficiali del Fronte interno annunciano che la guerra sta per arrivare a Tel Aviv, a anche là si preparano i rifugi . Mentre Haifa diventa il centro del conflitto, mentre la fossa sotto i treni che sono stati colpiti dai missili degli Hezbollah, lavata con getti d’ acqua dai pompieri schizza un fiume rosso di sangue, la cronista si ricorda le parole che le disse lo scrittore Abraham B. Yehoshua: « Vivevo a Gerusalemme, ma mi sono trasferito a Haifa per vivere veramente in Israele» . Con questo, ci spiegò , voleva dire che per lui Israele doveva avere il volto di questa gran bella città , alta su un golfo celeste: niente guerra, convivenza pacifica con gli arabi, forti impianti industriali, laicità , bellezza. Chi ha letto i romanzi di Yehoshua, conosce bene il fascino di Haifa. Ma forse solo ieri questa grande città , 270mila abitanti, importante porto industriale, è diventata veramente Israele, il Paese senza illusioni che gli Hezbollah chiamano « il nemico sionista» , e su cui ieri si è avventata la forza dei missili Fajr. L’ ex capo di Stato maggiore ed ex ministro della Difesa Shaul Mofaz andando a Haifa, ha esaminato all’ impronta le schegge con i giornalisti: « Guardate» , ha detto davanti alle strutture degli hangar divelte, ai treni allegramente dipinti di rosso e blu sventrati, alle strutture d’ acciaio piegate e ridotte in pezzi, fra vetri rotti, in mezzo al sangue che gli otto operai uccisi e i più di 30 feriti avevano versato, « guardate queste palline di acciaio. In genere ne vedete quando c’ è un terrorista suicida, o un’ auto bomba: servono ad ampliare enormemenente la capacità letale della carica esplosiva. Le biglie vanno in ogni direzione, e colpiscono chiunque sia in zona come altrettante pallottole. Si tratta di un brevetto siriano, e infatti questo missile viene da lì . Gli Hezbollah l’ hanno sparato, ma i siriani, l’ hanno fornito» . Le esplosioni di Haifa all’ inizio hanno gettato la città nel più grande sconcerto: la gente correva pazzamente verso i rifugi, nessuno sapeva bene dove ripararsi. Le sirene hanno seguitato a chiamare ai rifugi: « All’ inizio è sembrato come la guerra del Kippur» , dice il trentenne Bengi Heineman, che lavora in una compagnia di invenzioni mediche, « nessuno, anche se eravamo stati avvertiti se l’ aspettava. Poi ci siamo calmati, c’ è voluta qualche ora. Ora anche i miei due bambini sanno che ci sono degli uomini cattivi che ci sparano missili, e che per questo stiamo a casa della nonna, dove siamo tranquilli» . Le ambulanze sono arrivate urlando, i parenti dei morti e dei feriti sono arrivati sul posto affannati e piangenti, e più tardi all’ ospedale Rambam ci sono state scene strazianti di madri e mogli disperate. Gli operai intenti ad accomodare la ferrovia erano tutti fra i 25 e i 40 anni. Le installazioni delle Ferrovie sono a Haifa nord, vicino alla Israel Electric Corporation. Il fantasma tremendo di un attacco al deposito petrolchimico, i due enormi rocchetti di cemento bianco pieni di materiali che possono incendiarsi e avvelenare tutta la popolazione, è stato di nuovo agitato da Nasrallah nel suo misterioso discorso in cui ha chiamato tutti i Paesi arabi. Nel pomeriggio, dopo che per due volte il quartiere di Ahuza è stato preso di mira, dopo che anche la zona di Kiryat Haim ha subito i colpi degli Hezbollah, quando già era buio la sirena ha chiamato di nuovo. Irit e Anat, madre e figlia, sono andate comunque a lavorare attraverso una città vuota, pronte a correre dentro il primo rifugio. Stanotte dormiranno vestite. Gila che per 11 volte è scesa nel rifugio sotto casa nel corso della giornata ride dopo aver ascoltato alla tv Nasrallah che sosteneva di aver puntato solo a obiettivi militari e non civili: « Che razza di huzpà h! Che sfacciato, non solo ci porta una guerra feroce, ma nega di stare facendo quello che tutti vedono, attaccare solo i cittadini innocenti, con lo scopo preciso di ucciderne più possibile. Ma non ci spaventeremo. Il sio errore è proprio immaginarsi di avere a che fare con un popolo e un esercito pronto a piegarsi, o a fuggire. Non è per noi, siamo abituati alla guerra; eccone un’ altra e vinceremo anche questa» . Haifa tuttavia è vuota: la gente sta nei rifugi, oppure cerca di uscire per qualche ora, per comprare cibo e bevande, portare fuori i bambini esasperati. Tutti sanno che i Patriot installati sul quartiere di Stella Maris servivano contro i missili poderosi di Saddam Hussein, ma non funzionano per le katiushe o per i Fajr iraniani degli Hezbollah. La preoccupazione del Fronte Interno, che più volte è stata espressa dai ufficiali dell’ esercito alla tv, è che la gente si faccia impressionare dalle minacce e dalle bugie di Nasrallah, e che non risponda gli ordini che spiegano come e quando si deve cercare rifugio: « La forza morale e la resistenza della popolazione» , ha detto Ehud Olmert, « la nostra capacità di non arrendersi sono la garanzia della nostra vittoria, ne abbiamo bisogno» . E la gente si va adattando, ci sono moltissime iniziative di solidarietà , di rifornimento, le soldatesse passano di rifugio in rifugio per parlare con i bambini e i vecchi; si impara a convivere col rischio, coi feriti, con la morte, e anche con la disapprovazione di chi non capisce che per Israele si tratta di una guerra di sopravvivenza, e che gli Hezbollah sul confine sono un fronte aperto col peggior nemico di Israele, ovvero l’ integralismo islamico tutto, che infatti ieri Nasrallah ha chiamato, nel suo discorso, a raccolta.

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