L’errore Usa è far finta che la Siria sia democratica
Il Giornale, 2 aprile 2011
Ci sono un paio di cose, nella grande confusione mediorentale, che appaiono chiare in queste ore: Bashar Assad, rais della Siria, non ha intenzione di aprire alla democratizzazione, e mentre dice di comprendere i dimostranti e che studia se sia il caso di superare lo stato di emergenza che dura da 46 anni, minaccia e reprime: se vogliono guerra l’avranno, ha ribadito. Ma i dissidenti coraggiosamente, non si tirano indietro e sfidano la morte. L’altro fatto chiaro è che Hillary Clinton, ovvero Obama, non ha intenzione di mostrare verso la Siria la stessa severità mostrata nei confronti di Gheddafi.
La Segretaria di Stato americana, condannando genericamente la repressione, ha anche detto alla CBS: “Molti membri del Congresso di ambedue i partiti che hanno visitato la Siria negli ultimi mesi hanno detto di credere che egli sia un riformatore”. E’ una bella novità. Niente, in realtà lo suggerisce. Ce lo dicono le cifre delle persone imprigionate, torturate, scomparse perché dissidenti: ammontano a decine di migliaia, come riporta proprio il rapporto dello State Department del 2009. Bashar, rais un po’ per caso dato che il principe ereditario era il fratello Basil, morto in un incidente d’auto mentre lui invece si avviava alla carriera di oculista, più tardi ha imparato: non avrà compiuto una strage come quella di Hama, in cui il padre assassinò d’un colpo ventimila ribelli, ma ha messo insieme una lista di morti sospette, sparizioni e arresti per “insulti al presidente e al sistema giudiziario” conditi da “shock elettrici; ustioni genitali; estrazione delle unghie; botte al sospetto appeso al soffitto dalle piante dei piedi". Tutto questo è scritto nel rapporto americano insieme ad altre torture e alla persecuzione dei Curdi: dal 1970, prima il padre e poi Bashar, ne hanno privati 300mila della loro cittadinanza Siriana, sono stati deportati dalle loro case e piazzato in campi profughi. La corruzione della dinastia al potere è proverbiale. Il permesso di riunione è ristretto a tre persone. La censura è tale per cui un blogger è stato tre anni in prigione per “aver pubblicato informazioni tese a indebolire il morale nazionale”.
Ma Assad ha giocato bene per conservare la sua dinastia alawita, superminoritaria. Ha giocato d’astuzia. La Siria infatti è divenuta un indispensabile snodo, il tappo che trattiene nel bacino Medio Orientale tutta l’acqua del potere iraniano che lo destabilizza. Se dovesse spostarsi, e tante volte questo hanno cercato di fare americani e europei con lusinghe e promesse, anche l’Iran si ritroverebbe molto a mal partito. La Siria ha costruito un reattore nucleare a Deir al Zour con soldi iraniani e tecnologia nord coreana, e dopo la sua distruzione nel settembre 2007 da parte israeliana, si è già rimesso all’opera e proibisce le ispezioni dell’AIEA, l'agenzia per l'energia atomica. Assad ha accumulato negli anni una quantità formidabile di armi chimiche e biologiche e probabilmente ha preso la ire in questo campo da quelle che Saddam Hussein gli trasferì nell’imminenza della guerra.
Non solo: l’arsenale missilistico siriano possiede, fra la selva di razzi puntati su Israele, anche scud armati con i materiali chimici. Li ha costruiti con l’aiuto di Iran, Cina, Russia e Corea del Nord. Assad, che odia Isaele in modo maniacale, lo comunicò a un attonito Giovanni Paolo II dicendogli durante una visita a Quneitra: “Gli ebrei fanno ai palestinesi quello che hanno fatto a Gesù”. Assad ha passato missili e know how a Hamas rendendo Gaza una piattaforma di bombardamenti contro Israele e ha destabilizzato il Libano fornendo agli Hezbollah 40mila missili. Ha ospitato a Damasco le maggiori organizzazioni terroristiche, ha favorito il passaggio di gruppi armati in Iraq, è sospettata con gli Hezbollah di aver ucciso il premier libanese Rafiq Hariri...
Liberare il Libano dall’incubo Siria, che occupò il Libano nel 1976 e lo lasciò nel 2005 e che vi ritorna surrettiziamente con le armi degli Hezbollah, vorrebbe dire impedire che diventi una colonia iraniana. Lo stesso per Gaza. Il traffico di armi e uomini avrebbe un freno, l’Iran non avrebbe base logistica e appoggi portuali nel Mediterraneo. In prospettiva dunque, è peccato che la Clinton torni a una inutile politica di appeasement. Questo farà piacere solo al Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU che, dopo l’espulsione di Gheddafi, sta ora valutando, su domanda di Assad, che la Siria lo sostituisca.
Dopo avere sigillato la loro alleanza strategica che si è espressa da una stretta cooperazione bellicosa in Iraq, in Libano ed in "Palestina", Damasco e Tehran sono passati alla velocità superiore nella loro cooperazione economica. Oramai, l'economia siriana dipende dall'Iran e giri definitivamente la schiena agli arabi.
renzo , firenze
Ho letto il suo articolo sulla situazione inSiria e concordo con Lei che Assad è undegno rappresentante di quell'assassinodi suo padre, e di tutti i misfatti compiutiai danni di chi non era d'accordo con Lui.L'unica cosa che non mi trova concorde conLei è quando Assad davanti al papa, ebbea dire quelle parole avvelenate di antise-mitismo. Se il Papa fosse stato una degnapersona una volta recepite quelle indegneparole contro gli ebrei. avrebbe dovuto alzare i tacchi e levarsi dai quattro piedi.Invece non protestò neanche: Bel com-portamento di Capo di Stato.Saluti Renzofirenze
Alba , Adria
Poi, fosse quello il solo errore USA... Non hanno imparato NULLA dall'Afghanistan. Non solo negli anni '80 armarono i peggiori per dar contro ai Sovietici e vediamo che cosa ne venne fuori. Oggi succede lo stesso in Libia. E lo dice addirittura un giornale conservatore USA.http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703712504576237042432212406.html?mod=WSJEurope_hpp_LEFTTopStories
Alba , Adria
NON è un errore, e NON fanno finta.Tanto quanto non fu un errore far credere al mondo prima che a Piazza Tahrir ci fossero democratici che volevano la libertà e non Fratelli Musulmani (i creatori di Hamas [Banna] e Al Qaeda [Al Zawairi]), poi far credere gli ingnoranti e creduloni che i Fratelli Musulmani fossero dei "moderati e democratici"...Per capire che cosa stia succedendo bisogna considerare che Obama è fortemente impreparato e pieno di pregiudizi pro-musulmani, come dimostrano anche i suoi legami pre-elettorali con certi clerici; che TRE donne, molto pro-musulmane e profondamente anti-Israele sono fra le sue più strette collaboratrici: 1) l'Ambasciatrice USa all'ONU Susan Rice; 2) la Consigliera della Sicurezza Nazionale, già militantissima in Bosnia, Samantha Powers; e la Segretaria di Stato Hillary Clinton, che già nel 1995 invitò membri di Hamas alla Casa Bianca al White House Prayer Breakfast quand'era First Lady.