L'equazione tra il diritto e il torto minaccia Israele e tutto l'Occidente
Il Giornale, 17 luglio 2008
Non è solo un fallimento di Israele lo scambio di ieri mattina a Rosh HaNikra, dove i corpi dei due soldati rapiti Ehud Goldwasser ed Eldad Regev sono stati barattati con cinque terroristi vivi. Tra loro Samir Kuntar, che assassinò a colpi di calcio di fucile una bambina di quattro anni e suo padre. La madre ancora oggi ricorda le sue urla di gioia nell’uccidere l’infante. Si tratta di un grande fallimento strategico per la nostra civiltà intera, di una dichiarazione d’impotenza di fronte al grande fenomeno del terrorismo senza pietà che abolisce quello che abbiamo costruito sull’esperienza della crudeltà delle guerre tradizionali: la Convenzione di Ginevra, la Croce Rossa, i meccanismi di protezione dei prigionieri di guerra. È il meccanismo intero della protezione morale dalla crudeltà insita nell’uomo che è cancellato nello scambio di ieri, più ancora che dai precedenti scambi che avevano coinvolto migliaia di prigionieri, perché le condizioni della guerra al terrorismo sono cambiate. Israele è una prova, in questo caso, dell’incapacità della civiltà giudaico-cristiana, che ha posto i mattoni dei diritti umani, di difendere se stessa e i propri figli, di fronteggiare il sadismo e il desiderio di predominio tramite la violenza, come se essi fossero stati magicamente cancellati dalla natura umana. Con questo scambio il terrorismo islamico prende in giro i principi morali e le buone intenzioni del nostro mondo. Ieri, in Medio Oriente si è visto infatti uno scoraggiante spettacolo: il Libano, certo sospinto da Hezbollah, festeggiava con enorme pompa un terrorista, Samir Kuntar, che ha sfasciato la testa di una bambina di quattro anni; dall’altra parte, una società democratica piangeva i suoi morti e alla pietas della sepoltura e alla pressione dell’amore familiare sacrificava un bene fondamentale: il rispetto del nemico e la sicurezza che a uno sgarro seguirà una punizione.
Fouad Siniora, presidente libanese, di cui non si sa dove finisca l’acquiescenza nei confronti del suo peggior nemico, Hezbollah, si è dichiarato partecipe ai festeggiamenti, mentre il leader israeliano Shimon Peres firmava la grazia per Kuntar con volto di pietra, stabilendo tuttavia l’eccellenza morale del fatto che Israele sia l’unico Stato al mondo che liberi terroristi dalla cella in cambio di corpi e pezzi. Con lui, la portavoce dell’esercito Miri Eisen si è vantata della scelta morale senza paragoni di riportare i ragazzi a casa comunque, permettendo così loro di andare in guerra con un sostegno senza limiti.
Qualcuno potrebbe compiacersi della tanta grandiosità morale dell’unica democrazia del Medio Oriente (nell’85, 1150 prigionieri furono scambiati per tre soldati), se i risultati non contenessero i germi di terribili danni per il futuro d’Israele, e in generale per l’Occidente. Eccone le ragioni. Lo scambio toglie valore alle regole internazionali. I nemici d’Israele non seguono nessuna delle norme stabilite dalla Terza e dalla Quarta convenzione di Ginevra, per cui i prigionieri hanno determinati diritti per quanto riguarda le loro condizioni di vita e le comunicazioni con il mondo esterno. Israele tratta, anche con l’aiuto di Stati stranieri, con gruppi terroristici che compiono continui crimini di guerra (attacchi deliberati contro civili, travestimenti da civili per compiere crimini, torture e mancanza di qualsiasi informazione sui prigionieri, smembramento di corpi per scambi) e ha a che fare con Hezbollah. Uno scambio come quello di ieri promuove il movimento libanese agli occhi dell’opinione pubblica araba e islamica, rendendolo vittorioso e potente oltre la misura, insomma ne fa un interlocutore alla pari e anche superiore. Agli occhi del suo mondo, il segretario generale del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, è l’Osama Bin Laden sciita: un leader guerriero che mette in ginocchio l’Occidente, che distruggerà Israele, che oltre ad avere ormai diritto di veto presso il suo stesso governo ottiene anche il plauso attivo del presidente Siniora.
In secondo luogo, dato lo scambio così diseguale avvenuto ieri, è naturale che i nemici d’Israele vedano il rapimento sempre più come un investimento fruttuoso, tramite il quale non si perde quasi niente, persino se i rapitori sono catturati, dato che in Israele non c’è la pena di morte. Neppure uccidere gli ostaggi di fatto cambia qualcosa, dato che gli israeliani sono pronti anche a cedere terroristi in cambio di cadaveri o pezzi di cadavere. Lo scambio intenso in questi termini dunque prepara altri rapimenti e fa crescere la possibilità che i soldati o i civili rapiti siano maltrattati e persino uccisi con facilità. Come ha detto Yoram Shahar, fratello del poliziotto vittima, fra gli altri, di Kuntar: «Il rilascio di oggi è il rapimento di domani». I genitori del soldato di leva Gilad Shalit, nelle mani di Hamas da due anni, hanno fatto di tutto per evitare che durante la cattività del figlio ventenne fosse liberato Kuntar in cambio dei due soldati morti: è evidente quale sia la natura della loro terribile preoccupazione. È anche evidente un altro successo dell’organizzazione filo iraniana: ha potuto nei mesi passati riarmarsi grazie al passaggio di 40mila missili iraniani tramite la Siria.
Anche l’Autorità nazionale palestinese si è lasciata andare a lodare lo scambio di Hezbollah e Kuntar personalmente. L’Iran festeggia. In generale, quando le organizzazioni terroristiche appaiono forti e vittoriose, i loro sponsor aumentano i finanziamenti e programmano nuove azioni. Non a caso, si sostiene che Hezbollah progetti una nuova guerra nei prossimi giorni. Infine, il sistema giudiziario di qualsiasi Stato democratico può andare in pezzi di fronte all’ingiustizia di rimettere in libertà criminali prima che abbiano servito la loro condanna. Inoltre, secondo tutte le statistiche, i terroristi liberati tornano nella maggior parte dei casi a compiere attentati letali. Dall’anno 2000, 180 israeliani sono stati assassinati da terroristi che erano stati rilasciati dalle carceri. È inutile frugare qui nei problemi che hanno condotto il premier Ehud Olmert ad accettare le impossibili condizioni degli Hezbollah. Lo faremo altrove. In ogni caso, la base del disastro è nell’incredibile fraintendimento che crea un’eguaglianza fittizia nel dialogo, che tale non è, fra il diritto e il torto.
Forse è un po' tardi per rispondere, ma, dati i toni accorati che li caratterizzavano, può darsi che un paio di interventi esigessero una risposta.Per quanto riguarda la signora Sanna: non ho capito bene il motivo del Suo dissenso. Al di là della vicenda tragica che La riguarda e di cui non Le chiedo ragguagli solo per discrezione, Lei vuole dire che l'attacco a soldati armati è meno grave di un attacco diretto a bambini inermi? Perché, se così fosse, mi creda, io non avrei davvero nulla da eccepire. Io volevo mettere in guardia dalla tentazione di considerare i soldati "colpevoli" per il solo fatto di essere soldati (non che l'intenzione del sig. Cossu fosse questa).Il che mi porta al secondo punto: l'intervento del sig. Cossu. Io credevo che egli volesse difendere Olmert dalle accuse che io gli rivolgevo, ma ho visto poi che egli è un molto più accanito critico di Olmert di quanto non lo sia io, che quanto meno riconosco le sue buone intenzioni. In realtà io sono d'accordo che le grane personali di Olmert hanno pesantemente condizionato il suo operato, ma penso anche che la Commissione Winograd abbia fatto bene a scagionarlo perché egli, nell'ordinare l'operazione in Libano, aveva a cuore soltanto gli interessi del suo Paese. Ma allora davvero non capisco il senso delle critiche di Cossu nei miei confronti: si può forse dubitare che la guerra in Libano sia stata un fiasco? Non basta il penoso scambio di "prigionieri" a dimostrare che è stata un errore?
cossu nicola , siena italia
Chiedo scusa in anticipo per quello che scrivo ma deve essere il caldo che mi da alla testa!Paolo da Padova parla come un pellegrino russo del'Ottocento che camminando camminando è arrivato a Parigi nel momento in cui Carla Bruni e Sarkozy si sposano. Sveglia! Per chi non lo sapesse l'accordo Sykes-Picot etc etc è del 1916!!!! Millenovecentosedici!!!! Anno di nascita di mia madre! Trattato recante modifiche pubblicate nella Gazzetta Ufficiale Iraniana dopo la presa della Bastiglia!!!! S. Paolo da Padova, la prego! La storia si è aggiornata. Se no per redimere le questioni fra Italia e Francia cosa dobbiamo leggere? Il Trattato di Villafranca? Riesumare Cavour o chi per lui?Perdono e Amen.
Paolo , Padova/Italia
Consiglierei alla Nirenstei di leggersi per bene il trattato di Sykes-Picot, prima di sputare sentenze sul terrorismo palestinese o arabo che di si voglia. Una volta appreso in ogni dettagli quel trattato e compreso quello che il suddetto ha di conseguenza creato nell'area a lei cara allora e solo allora avrà il diritto e il dovere di esprimere un giudizio "oggettivo" lasciando fuori dalla porta della discussione qualsiasi pensiero educativo.pal
vittorina sanna , cagliari
Il signor Gabutti non ha la minima idea di cosa sono i moti dell'animo al quale si riferisce. Lui nonsa nemmeno dove sono di casa. Mio marito è morto in guerra. Aveva venticinqueanni. Un dolore che il signor Gabutti spero non provi mai. Ma l'idea di accomunarlo al dolore per l'omicidio verso una bimba di quattgro anni (io ho due figlioli piccoli) è una scusatemi l'espressione mascalzonata. Prima di scrivere in italiano rifletta perchè l'insopportabile presunzione saccente delle sue parole ucciderà un giorno anche le emozioni che sicuramente nasconde nel suo cuore. Che Dio l'aiuti. Vittoria Sanna.
Tore Pirino , Quartu S.E.
Mi inserisco nella discussione sul Libano, pregando tutti i frequentatori di questo blog di visitare www.torepirino.ilcannocchiale.it su questo sito ho postato una lettera aperta a Berlusconi che vorrei leggeste tutti, e nel caso la condividete, vi chiedo di firmarla.
pino , roma
Ha ragione Cossunicola. E' ignobile fare il confronto con un soldato e una bambina. Il dolore accomuna tutte le vittime, anche i palestinesi ma un soldato per quanto giovane e inesperto ha la scelta di non combattere. Onore all'obiezione. Quella bambina non aveva scelta caro ils ignor non mi ricordo più come ti chiami.E le notizie che arrivano dal Libano dimostrano che gli Hizbollah grazie a un incapace come Siniora si prepano a prendersi tutta la fetta della torta. Dovevano continuare ad avanzare le truppe israeliane...con l'aiuto delle truppe ONU..Altro che ritirata!
flavia , roma
E' la prima volta che partecipo a questo blog e sono esterefatta di leggere considerazioni sul Libano ammantate di superficialità ed equidistanza piena di malafede. Sono una imprenditrice e sono stata in Libano nel 2006. Siniora è un codardo che fingendo di difendere il suo paese l'ha lasciato nelle mani dell'Iran e di Hizbollah. Invece di richiamare un esercito di 15.000 ha atteso che gli sciiti occupassero Beirut. Ed ora è al governo. Un govenro non suo, che non conta NIENTE. Altro che appoggio a Siniora. In quel paese cristiani e sunniti hanno paura di essere travolti dalla shar'ia e c'è qualcuno come il signor Gabutti che pontifica di cosa che legge sui giornali. Ha ragione il signor Cossu. Sono dei fascisti che intimidiscono la popolazione e hanno realizzato un colpo di stato. Ed il loro obiettivo è mettere le mani sulle banche e suigli investimenti occidentali reliazzando quellìobbrobrio che è la cultura economica islamica. che scimiotta il capitalismo ma è pienoi feudalesimo. Non potrò più tornare in quello stupendo paese dei cedri che ora si apprestano a islamizzare. Sale in zucca... signori. Non scrivete a vanvera per sentito dire.
cossunicola , siena italia
Non c'è che dire. Una coscienza senza scale di valori, signor Gabutti. O bambini o militari...per lei pari son. Ma non è così. I militari non sono civili. Ricorda che la carta dei diritti vale anche in guerra? Se la legga. E si ricordi che in Libano c'è stato un colpo di stato e che sunniti e cristiani maroniti sono ora ostaggio di uno stato che, se l'Occidente non interverrà, sarà assoggettato alla legge della shar'ia. E già l'Occidente...quello che non fa alcuna differenza fra aggressori e aggrediti, che accompagna al macello il Darfhur, l'Africa verso i gruppi islamici integralisti, che concede ai dittatori mussulmani appoggio neutrale e nega alla Serbia l'entrata nell'Unione Europea. L'occidente, l'onu, l'alta corte di giustizia europea... organizzazioni già filo islamizzate. Ma per queste organizzazioni (sic) aguzzini o vittime per loro 'pari sono'.
Roberto V. , Torino
Credo che tutti i commenti (sia quelli a favore che quelli contro la trattativa) siano giusti e tocchino tutti, alla fin fine, la stessa questione di fondo: la presunta "debolezza" d'Israele in questo scambio mostruoso e sicuramente ineguale che c'è stato, ma, come dice il Presidente Peres: "......se ci si domanda dove sia veramente la suprema vittoria morale e dove la più abietta sconfitta umana, basta guardare......", parole certo profonde e giuste, ma certo è difficile, molto difficile, guardare ad una vittoria morale quando giovani vite sono morte, quando la loro morte è stata celata per anni in un raggiro spietato che nulla ha di umano, quando assassini escono indenni dalle "terribili" carceri Israeliane e per di più con tanto di diploma ottenuto in galera, e ciò nonostante non sono redenti, anzi, sono pronti a ricominciare da capo anche più e peggio di prima, la diplomazia (e la democrazia) a questo punto non si sà più cosa valgano e se ci sarà un altro modo d'intervenire da parte israeliana credo che nessuno potrà e dovrà obbiettare nulla, però cerchiamo ancora di fare uno sforzo, per quanto enorme e durissimo, per portare a casa Gilad vivo e vegeto.
Piero P. , Reggio E.
Non ritengo, come molti sostengono, che quanto avvenuto sia da addebitarsi ad una leadership israeliana disgraziatamente screditata (forse più all'interno che all'estero) , ma piuttosto ad una scelta di fondo che sarebbe stata perseguita in ogni caso. Anche se, al posto degli attuali governanti, avessero potuto esserci quelle figure "storiche" che sono state i "padri" dell'Israele odierno.A noi non resta che inchinarci a quelle decisioni, non per conformismo, ma per rispetto ad una realtà che non è nostra anche se portiamo nel cuore il nostro amore per lei.Perdonami per la lunghezza...
Piero P. , Reggi E.
Accostandoci allora, con umiltà e senza alcuna protervia, ai fatti potremo almeno intuire quale valore possa avere per Israele l'impegno di riportare a casa i propri caduti. Vivi o morti che siano. Se si considera che, come in effetti è, che la discriminante vera tra gli israeliani e i palestinesi terroristi è la scelta primaria del valore della vita, per gli uni, e della violenza e della morte, per gli altri, si può, forse, cominciare ad incamminarsi su quel sentiero che "giustifica" l'impegno teso a riportare a casa i propri soldati tanto spesso percorso da Israele. In fondo quel piccolo Stato è, pur nella varietà di costumi e di codici culturali (che anche in questo caso Ariela tratteggia mirabilmente) una società nella quale la solidarietà è profondamente sentita e praticata. Certamente oggi meno che in passato a causa di una globalizzazione non l'ha certo risparmiata, ma indubbiamente in misura maggiore di quanto non accada negli altri Paesi occidentali. Così uno Stato che ha il potere (ingrato, se si vuole, ma reale) di inviare i propri giovani a combattere (e quindi a correre il rischio altrettanto reale di morire) per la difesa della propria esistenza non può che vedersi impegnato a riportare a casa, anche a prezzi molto elevati, gli eventuali prigionieri, dispersi o caduti,Se così non fosse verrebbe meno a quel patto, forse non scritto, ma al quale ha sempre tenuto fede che è stato, forse, una delle componenti che gli hanno permesso di accettare e di vincere sfide numerose con nemici quasi sempre più numerosi.Credo, in altre parole, che lo stesso "riportare a casa" i resti dei caduti faccia parte di un'etica, presumibilmente tutta ebraica ma degna del massimo rispetto, relativa al modo stesso di concepire la vita e la morte.
Piero P. , Reggio E.
che sono in grado di farci almeno "intuire" le motivazioni che hanno spinto lo Stato d'Israele a cercare, ad ogni costo, di riavere i propri soldati.Parole di giornalisti, di scrittori, ma anche di madri, come Ariela, che da tempo, sul suo blog cerca, con estrema pazienza e con un equilibrio davvero raro, di farci comprendere almeno in parte la realtà di quella parte di mondo sulla quale, presuntuosamente, non cessiamo di volerci esprimere. "Messaggi in bottiglia" che vengono da una madre. Da una persona, quindi, che conosce cosa significhi avere i figli che rischiano la vita per difendere l'esistenza della loro Patria. Immagino che a questo punto mi si potrebbe ribattere: ma allora è parte in causa! Indubbiamente, ma proprio per questo è maggiormente credibili di tanti altri che, neppure israeliani, giudicano e sentenziano come se fossero parte di quella terra. Persona, in ogni caso, che non predica l'odio neppure contro i terroristi e che "giudica" Kuntar unicamente per quello che è: un assassino. Che sottolinea (a noi, tanto abituati ad un cristianesimo che ci ha trasmesso -fuori da ogni contesto- il semplicistico concetto della presenza nel Libro di un ipotetico automatismo del genere "occhio per occhio, dente per dente") come la vendetta non appartenga né al codice morale di Tshal né a quello del popolo israeliano. Accostandoci allora, con umiltà e senza alcuna protervia, ai fatti potremo almeno intuire quale valore possa avere per Israele l'impegno di riportare a casa i propri caduti. Vivi o morti che siano. Se si considera che, come in effetti è, che la discriminante vera tra gli israeliani e i palestinesi terroristi è la scelta primaria del valore della vita, per gli uni, e della violenza e della morte, per gli altri, si può, forse, cominciare ad incamminarsi su quel sentiero che "giustifica" l'impegno teso a riportare a casa i propri soldati tanto spesso percorso da Israele. In fondo quel piccolo Stato è, pur nella varietà di cos
Piero P. , Reggio Emilia
Molti, magari sinceramente amici di Israele, saranno rimasti colpiti dal fatto che quello Stato abbia accettato di scambiare propri prigionieri con soldati catturati da Hezbollah che sono poi risultati deceduti già al momento della cattura.In effetti, quando al confine israelo-palestinese dai Suv dei terroristi sono state scaricate quelle due bare nere l'angoscia non ha potuto che prendere chiunque avesse ancora, e nonostante tutto, continuato a nutrire qualche speranza di rivederli in vita.Nonostante fossimo stati "preparati al peggio" da tanti fonti giornalistiche siamo stati colti, di fatto, alla sprovvista da qualche cosa di inatteso.Allora hanno cominciato a prendere forma in noi quegli interrogativi che ancora non ci lasciano. Anzi, che continuano a perseguitarci.Direi che, con tutta probabilità, quello che maggiormente ci ha colpito, quello che riteniamo ci abbia offeso profondamente è stato il fatto che per due salme, venivano restituite non solo altre salme, ma anche dei terroristi vivi, ed in particolare una persona colpevole di un infanticidio.Ci siamo, credo, allora chiesti se tutto questo "fosse giusto". Se per riavere i corpi straziati (e strazianti) di Regev e Goldwasser fosse "necessario" lasciar partire in particolare il crudele assassino della piccola Einat.Credo che ora, a funerali celebrati e con il clamore suscitato dai festeggiamenti libanesi per un "eroe" di tale specie, sia necessario cercare di riflettere. Per capire cosa ha, in ogni caso, motivato quello scambio apparso davvero tanto "iniquo".Per farlo ritengo sia necessario cercare, sia pure nel limite del possibile, cercare di spogliarci delle nostre convinzioni, dei nostri "metri di giudizio", della nostra arroganza culturale che ci porta a giudicare anche fatti dei quali conosciamo poco o, a volte, pochissimo.Insomma: di assumere, una volta tanto, un atteggiamento umile.Per porci in ascolto di tutte quelle voci, in particolare di ebrei, ma soprattutt
Alberto Levy , Israele
Ogni volta che Gabutti scrive, occorre rispondergli. I Hizballah non spararono "solo" katiushe. Avevano missili potenti che raggiunsero Hadera e Beit Shean, alcuni di questi erano in parte a grappolo, anche se in Italia non se ne e' parlato nei media. I Hizballah hanno sparato nel mucchio indiscrinatamente contro la gente d'Israele circa 4000 missili, e inoltre c'e' da calcolare che nei primi giorni gli aerei israeliani distrussero quasi tutti i missili a lunga gittata. Invece gli ebrei dissero alla poplazione libanese : in questa area rimarrete a vostro rischio e pericolo, perche' sara' un' area di guerra. I Hizballah non avvertono : come i nazisti il loro scopo e' quello di uccidere la povera gente indiscrinatamente. Molti libanesi decisero di restarsene a casa, calcolando che presto D' Alema o chi per lui avrebbe fermato l' esercito d' Israele, perche' e' questo che vogliono le coalizioni mondiali : stanno zitte se ammazzano ebrei, ma se gli ebrei si difendono, ecco tutti a intimare l' ALT petrolifero. Gli israeliani quindi hanno avvertito dove era meglio non restare. Invece i terroristi islamici non hanno avvertito nessuno, anzi hanno minacciato che persino gli ebrei scappati dal nord sarebbero stati raggiunti dai loro missili (come disse Nasrallah "baaden baaden Haifa" - vi ammazzeremo e spareremo oltre Haifa e ancora oltre). E' troppo facile stabilire le sorti della guerra con il senno di poi. La Livni disse che la risoluzione 1701 era stata un buon accordo. Poi essa non fu attuata, quindi con il senno di poi si puo' oggi stabilire che nei fatti e' stata un disastro. Voglio ringraziare, infine, di cuore Sergio Gramegna per le sue parole. Bisognerebbe farne dei manifesti ed appiccicarli per le strade d' Europa.
Anna Santopadre , Roma
e' triste che solo la tua voce, e solo dal Giornale, abbia fatto un'analisi cosi' lucida...
Lorenzo Gabutti , Roma, Italia
Riformulo la mia ultima frase, che a motivo di una sintesi affrettata (avevo infatti raggiunto i 2000 caratteri) risultava infelice: è inaccettabile per gli abitanti della Galilea vivere con la minaccia costante delle Katyushe, ma è stato altrettanto inaccettabile per i libanesi trovarsi ad essere vittime dei bombardamenti israeliani (ancorché mirati - ma si sa che pure i bombardamenti mirati sbagliano).
Lorenzo Gabutti , Roma, Italia
Cercherò di rispondere ai lettori Alberto Levy e Nicola Cossu. In realtà io ho usato il termine "rappresaglia" perché volevo sottolineare la legittimità e inevitabilità di una reazione a fronte di un attacco in territorio israeliano. Il diritto internazionale riconosce il diritto di rappresaglia (scusate il bisticcio), sia pure circoscrivendolo e stabilendo che debba essere proporzionato. Quindi "rappresaglia" non voleva avere un connotato negativo in sé: ripeto, una rappresaglia era inevitabile e giusta, altrimenti Israele avrebbe di fatto autorizzato altri attacchi contro le proprie forze armate. Detto ciò, subire 200 perdite (mi limito solo a quelle israeliane, perché, come ha sostenuto Levy, quelle libanesi sono più difficilmente certificabili) per un attacco che inizialmente aveva determinato 10 morti è senz'altro un insuccesso. Secondo me Israele si è cacciato in un guado troppo profondo per riuscire a superarlo. D'altronde mi pare che una cosa del genere la abbia sostenuta a suo tempo Nahum Barnea di Yedioth Ahronoth, che a differenza mia vive in Israele. Non mi interessa giustificare i moti del mio cuore al sig. Cossu: ho senz'altro sbagliato a palesare le mie emozioni perché è chiaro che posso essere accusato di opportunismo o falsità. Del resto in questi casi è meglio tenersi le proprie emozioni per sé: voglio però dire che a me comunque non dispiace di più per la bambina che per i due soldati; i soldati erano riservisti richiamati alle armi ed erano innocenti né più né meno della bambina - e d'altronde anche fossero stati militi di professione ciò non avrebbe reso meno tragica la loro morte. Non posso invece concordare col sig. Levy che in questo caso c'è il bene in lotta contro il male. Se si riferisce a Nasrallah, posso anche essere d'accordo, ma anche i libanesi hanno avuto le loro vittime innocenti. Se è inaccettabile per gli abitanti della Galilea vivere con la minaccia costante delle Katyushe, non bisogna dimenticare le vittime libanesi della guerra
Gramegna Sergio , Italia
Quando l'Iran lancerà i suoi missili nucleari per distruggere Israele. Quando gli Hezbollah attaccheranno da Nord ed i Palestinesi di Gaza da Sud. Quando la Siria si vendicherà degli smacchi subìti. Quando tutto questo avverrà contemporaneamente. Quando i superstiti chiederanno aiuto e la politica internazionale starà per giorni inutilmente a discutere se condannare o stigmatizzare le azioni di quei paesi. Quando l'Onu non prenderà alcuna decisione a causa dei veti dei paesi contrari. Quando migliaia di morti ripeteranno l'Olocausto già avvenuto in passato, come potremo tacitare le nostre coscienze, dicendo che non sapevamo che sarebbe successo?
Luca , Bologna
Per quelli che non sono d'accordo con lo scambio tra soldati morti e terroristi vivi dico che invece ha fatto bene il governo di Israele a procedere con lo scambio, perché la cosa più importante è non ripetere l'esperienza di Ron Arad che ha influenzato la politica antiterroristica israeliana per vent'anni in modo negativo, sottoponendola ai ricatti di hezbollah e paralizzandone le azioni... tutto per la speranza di sapere qualcosa su Ron Arad... Invece per i poveri Regev e Goldwasser non sarà la stessa cosa... Ora Israele è libera di agire per fare fuori Nasrallah - ma stando attenta a non farsi rapire altri soldati!
cossu nicola , siena italia
Alberto è stato gentile ma io non lo sarò. Non credo al cuore spezzato del signor Gabutti e di tanti altri con facce di circostanza.Non ci credo perchè non c'è bisogno di essere in Isralele e Libano per sapere che quello di Hezbollah è stato un Colpo di Stato. Che l'Europa, D'ALEMIANI e ZAPATAERISTI LO HANNO APPOGGIATO. I NOSTRI MILITARI sono stati fotografati, ripeto fotografati, dal satellite mentre facevano da 'scorta' al passaggio per le armi di Hezbollah. Sarò brutale. Non si può avere il cuore spezzato per due militari che sapevano di morire. Si può essere tristi ma sta nel conto. Chi ha fatto il militare come me lo sa. Invece caro Gabutti bisogna avere il cuore spezzato per i genitori della bambina di quattro anni massacrata da un uomo che è tornato vivo a casa. Vivo a casa. Non pentito. Le parole sono importanti. Possono pesare. Ma caro signor Gabutti, 'è la verità che vi renderà liberi' e non le parole di circostanza. E non mi scuso per la franchezza. Anzi, mi sa che ci sono andato troppo leggero.Valga per lei e per gli altri dal cuore spezzato.
Alberto Levy , Israele
Quindi io non credo che tale belva umana abbia il diritto di tornare a chi la creo' . La signora israeliana superstite, aveva un altro figlio, di due anni, che rimase dalla nonna perche' troppo piccolo per andare in gita con i genitori, e cosi' si salvo'. Quello che non sapete in Italia sono i piccoli particolari della crudelta' e spietatezza degli assassini islamici. Siniora che va ad accogliere il boia Samir Quntar e' il simbolo di chi circonda gli ebrei d' Israele : sono 60 anni che Israele cerca la pace e vorrebbe vivere in pace con i suoi vicini, ma i piu' "moderati" tra questi vicini, sono politici che accolgono uno squallido assassino di bambini e famigliole, come fosse un eroe nazionale. In Europa solo oggi cominciate a capire che con l' Islam fondamentalista non c'e' bandierina arcobaleno che tenga : e' la lotta tra il bene, rappresentato da Israele e dalla societa' occidentale moderna e democratica, e il male assoluto, figlio moderno del nazismo.
Alberto Levy , Israele
Voglio rispondere qui a Gabutti. Comincio dalla prima frase : Riguardo ai quello che lei dice "1500 morti", non e' detto che questa cifra sia esatta. Tra gli islamici spesso la matematica e' solo un'arma da usare per la loro propaganda. Lei dice che Olmert fece una rappresaglia. Questo lo dice lei che se ne sta in Italia, e crede alle fandonie raccontate da tantissimi nel vostro paese. Aviv Geffen, il musicista rock che si identifico' con quel miraggio di pace portato avanti da Rabin e Peres, noto per le sue posizioni ultra-pacifiste, disse che l' intervento militare era l' unica strada giusta e perseguibile (persino lui lo disse...). Infatti quel giorno in pieno territorio israeliano i Hizballah attaccarono un veicolo che perlustrava la frontiera, uccisero 8 soldati israeliani e sparo decine di missili sui centri di Israele, non ricordo quali. Dopo il rapimento di Shalit al sud, Israele non poteva restare li' con le mani in mano. E questa era l' opinione del 99.99% degli israeliani. Non si tratto' di una "rappresaglia", come la chiama li usando un termine a dir poco inappropriato (ma sappiamo perche' lei ha scelto di usare questo termine...), ma di una azione di difesa di uno stato attaccato. Il problema fu che l' esercito non era pronto, non era organizzato, e che il capo di stato maggiore penso' di poter fare tutto usando gli aerei. Ed invece anche questa volta la fanteria si e' rivelata indispensabile. POi lei dice che e' "giusta" la restituzione di terroristi islamici che hanno assassinato tantissimi ebrei. E qui lei ricade nella solita propaganda anti-israeliana tanto cara ai media italiani. Cominciamo da quella che La Stampa chiama "l' eroina della resistenza palestinese". Questa belva umana (ma le belve sono migliori) sali' su di un autobus e comincio' ad assassinare li' la gente : morirono 37 ebrei. Una superstite si lancio' fuori dal finestrino, dato che le avevano detto di fare cosi' ma la sua figlia di 6 anni rimase dentro e fu uccisa dalla terrorist
Marino Salvatore , Palermo/Italia
Ho provato una rabbia furiosa nell'assistere alle manifestazioni di giubilo per il ritorno a casa dell'eroe della resistenza palestinese che ha fracassato la testa ai bambini ebrei, mentre mi hanno suscitato un sincero sgomento le ridicole giustificazioni di Olmert e Peres che si appellano a una presunta superiorità morale per aver accettato di scambiare pezzi di cadaveri di soldati con terroristi vivi e vegeti. Hanno invece dimostrato di essere degli immensi cretini con il loro sconsiderato comportamento! Ma questa risibile razza di politici imbelli che stanno al governo non si rendono conto che hanno trasformato in potenziali ostaggi da torturare e massacrare impunemente tutti i cittadini israeliani? Ma come si può mettere a repentaglio la sicurezza di una intera nazione per assicurare una degna sepoltura ai resti bruciacchiati di due soli militari? Ancora peggio, come è possibile farsi sbeffeggiare in modo così osceno e plateale dai propri mortali nemici, che festeggiano e purtroppo a ragione una grande vittoria propagandistica, senza protestare con sdegno e minacciare una immediata rivalsa? Questo comunque è un insulto alla memoria di coloro che sono morti consci di rischiare la vita per la propria nazione e che ora rappresentano un macabro invito a nuovi attentati. Le anime dei due poveri soldati stanno provando disgusto per lo scempio subito dai loro corpi e soprattutto disprezzo verso i politici che hanno screditato il loro sacrificio supremo al fine di proteggere la patria. Tutto il mondo islamico sta ridendo per l'incredibile figuraccia rimediata da Israele e nel frattempo, al riparo di inaccessibili bunker sotterranei, le centrifughe iraniane per arricchire l'uranio girano, girano e girano...
Gianni Peano , Cuneo
La lucidità del suo scritto fa riflettere. La scelta del governo Olmert che risponde, oltrechè a ragioni religiose, alla preoccupazione di garantire la massima attenzione ai suoi uomini anche dopo la morte, è in realtà pericolosa data la crudeltà e l'efferatezza dei nemici che circondano Israele. Ormai l'occidente europeo ha perso ogni dignità e soprattutto nei suoi media non riesce a vedere la differenza che corre fra le vittime ed i criminali. Che le attente analisi dei pochi come Lei possano aiutare lo stato di Israele a non perdere la bussola dei suoi interessi nella difesa del suo grande sistema di valori e della ricchezza della sua civiltà. Mi auguro che Israele sia sempre più in grado di perseguire, anche in totale autonomia, la sua sicurezza e la protezione dei suoi cittadini, colpendo senza remore il terrorismo che lo minaccia, compreso quello iraniano, perchè non avrà alcuna difesa dall'Europa, rimanendo l'ultimo esempio a difesa della libertà.
cossunicola , siena italia
Nessuno, dico nessuno, credeva che erano ancora vivi. Solo un'illusione e lasciatemi dire, una tonnellata di stupidità istituzionale, ha potuto far credere una cosa del genere. Bisognava restituire i corpi dei morti libanesi e palestinesi ma non un uomo che ha sbattuto la testa di una bambina di quattro anni su una pietra. Ripeto la mia domanda. Olmert che pesce è? Rispondo perchè lo so. E' un uomo ricattabile da molte parti, amici e nemici e questo lo rende vulnerabile. E' per questo che da tempo le sue azioni sono contraddittorie.Ma sono certo che l'aviazione isrealiana è pronta a colpire l'Iran. Bush dovrà chiedere lo spazio aereo per gli aerei israeliani e sarà l'ultima missione del suo mandato. Aspettiamo che Sarkò tenti ancora ma poi saranno i caccia a parlare.Poi si potrà restituire Olmert ad Hezbollah. Ma vivo.
Gianfranco Massi , italiana
Cara Fiamma, ti leggo sempre e ammiro il tuo spirito di giustizia combattente per vederla concretamante realizzata. Quelli come il sottoscritto, che hanno soltanto le fonti giornalistiche per capire gli intrighi, purtroppo sempre più complessi e letalmente pericolosi, delle vicende politiche mediorientali, hanno estremo bisogno di avere scrttori come te, in cui riporre una fiducia il più possibile sgombra da ombre ideologiche.La domanda che mi assilla in questo frangente è questa:Posibile che un premier di un governo in guerra - perchè magari sarà soltanto fredda ma di fatto tale è la lunga crisi che aleggia in quelle regioni - assuma decisioni che è troppo facile tacciare per pavide e addirittura "disonoranti"?Gianfranco Massi
Daniele Coppin , Napoli
Lo scambio tra i corpi dei due ostaggi israeliani ed i terroristi vivi (oltre ai circa 200 terroristi morti) è una vicenda sulla quale mi risulta difficile esprimermi. Da un lato credo che cedere ai ricatti del terrorismo sia sempre sbagliato perchè rafforza gli estremisti del mondo arabo e incoraggia ulteriori sequestri. D'altra parte, non si può negare che la scelta israeliana di scambiare i corpi degli ostaggi con feroci terroristi vivi sia figlia di quella civiltà a cui teniamo e che dobbiamo difendere dall'integralismo islamico.Ho provato sentimenti contrastanti in questa vicenda: tristezza per le vittime ed i loro familiari, rabbia per i terroristi e per le sguaiate manifestazioni di giubilo in Libano, ammirazione per la forza morale del popolo israeliano che non smetterò mai di amare. Eppure, non riesco ancora a fare chiarezza su cosa sia la cosa giusta da fare in un caso come questo.Spero solo che per le persone sensibili, indipendentemente dalle convinzioni personali sulle vicende mediorientali, questa vicenda sia un'occasione per riflettere sull'uomo, sulla civiltà e su cosa significhi rispettare la vita e la dignità degli individui.
Lorenzo Gabutti , Roma/Italia
Ho il cuore spezzato. Ho sperato sino alla fine che potessero essere vivi. La reazione militare, purtroppo, caro d'Elia, c'è stata eccome: quell'incompetente di Olmert ha scatenato una guerra che ha fatto quasi 1500 morti per liberare due "prigionieri" che erano già morti. Ma non è tanto questa la cosa grave, il fatto che fossero morti, quanto che Hezbollah abbia fatto credere ai familiari per due anni (DUE ANNI) di poter riavere i propri cari vivi e vegeti, quando già sapeva la verità. Olmert ha attuato una rappresaglia assolutamente fuori proporzione, indebolendo Fouad Siniora (primo ministro libanese, non presidente) a tutto vantaggio di Nasrallah: e adesso è costretto ad accettare il trionfo di Nasrallah. Anche Siniora è ormai imbelle e deve rendere onore agli "eroi" riportati a casa da Hezbollah. E' una debacle per tutti e due i Paesi: Israele e Libano. Oggi forse non c'era scelta, ma quanti errori a monte di questa giornata nera!E' giusta invece la restituzione dei corpi dei caduti palestinesi e libanesi. Che si trattasse di terroristi o no, anche le loro famiglie, come quelle di Ehud Goldwasser ed Eldad Regev, meritano di poter piangere i loro morti. Ma certo appare ingiusto che la morte dei due soldati israeliani debba essere rivelata solo oggi, che tornano a casa nelle loro bare, avvolti nella bandiera israeliana.
luigi migliori , cesena \ italia
condivido la Sua analisi;se non vogliamo ridurci come bestie, non abbiamo alternativa al rispetto della nostra civiltà;spero che il mondo comprenda la differenza fra bestialità e dignità;grazie del Suo lavoro,luigi migliori
Nick Deloite , Elberton GA 30635
Dopo aver letto i messaggi devo dire che bisogna lasciare tempo al tempo.Verra' il giorno in cui le "Gloriose Aquile della notte con le Insegne di David" colpiranno il nemico ora festeggiante.Abbiamo pazienza e speranza.Non e' un inno alla vendetta ma una richiesta di Giustizia con la
umberto ingrosso , italia
Durante la guerra del 2006 gli USA sono stati a gurdare,quando avrebbero potuto inviare i B 52 con bombe JDAM da 10 tonnellate sui bunker costruiti clandestinamente dagli Hezbollah nell'area presidiata dall'ONU.Sarebbe stato un avvertimento assai piu' convincente dei moniti a parole verso l'Iran,avrebbe costituito un giusto e dignitoso ritorno dell'America in Libano dopo la ritirata degli anni 80 in seguito all'attentato Hezbollah in cui morirono circa 250 Marines,avrebbe spiegato a fatti che il monopolio della vendetta non è detenuto da barbari massacratori ma anche dalle Democrazie,quando serve,avrebbe fatto vincere la guerra ad Israele.Oggi siamo al punto in cui siamo:a fare finta che la Siria sia credibile ed a far contento Sarkozy e quel Gollismo che,al momento opportuno,ha tradito l'Occidente ed Israele.
Giovanna Baroni , Ravenna
Io credo, anzi voglio continuare a sperare che in questo mondo ci possa essere ancora una giustizia.Quello a cui il mondo ha assistito è una vergogna e francamente se posso capire il lato umano della scelta dello Stato di Isreale quello politico non lo capisco. Vorrei chiedere a qualcuno di quelle presuntuose grandi menti occidentali che parlano e scrivono sulla questione Medio Orientale da guru esperti, dove diavolo sono quando al composto dolore di una nazione si contrappone una vergognosa cerimonia in Libano dove si festeggiano in piazza degli assassini. Qualcuno mi spieghi perchè devo continuare ad assistere a questi scempi. Qualcuno mi spieghi perchè è sempre Israele che deve pagare un prezzo altro per vivere e i terroristi diventano eroi. Dopo avere assistito hai giubilanti servizi televisivi libanesi, ho diritto di non avere rispetto nei riguardi di un paio di capi banda di quel paese? Mi pongo sempre una domanda: se il 40% del petrolio mondiale non fosse da quelle parti ma in un altra zona, non è che Israele vivebbre in pace perchè non abbiamo bisogno di genufletterci per le nostre necessita occidentali?
Nick deloite , Elberton GA 30635
Ho gia' lasciato ieri il mio amaro commento.Quello che piu' dispiace e' il rumoroso silenzio della Stampa.Non vedo nessuna manifestazione. nessuno che si straccia le vesti nessuno che alzi una voce possente nel condannare le "gioie" e le "feste' in Libano e in Iran.Ma come e' scritto nella Sacra Bibbia:"c'e un tempo per gioire e c'e' un tempo per piangere"Non voglio augurare il male , ma prima o poi la giustizia trionfera'.
Mara , Bologna
ANCORA DUE PAROLE"Oggi si può vedere dove sta il dolore, e dove si esulta. Ma se ci si domanda dove sia veramente la suprema vittoria morale e dove la più abietta sconfitta umana, basta guardare alla grandiosa accoglienza riservata a uno spregevole assassino senza eguali, e guardare alla luce delle candele accese in memoria dei nostri cari, e la risposta è chiarissima. Il Libano dovrà vergognarsi di questo giorno, di quel tipo di vergogna che è necessaria...."Nobili le parole del Presidente Peres.Putroppo, però, la vergogna non la provano, come la storia amaramente insegna, i carnefici, ma le vittime.Non si vergogna il Libano; men che mai si vergogna il Presidente dell'ANP, che dovrebbe essere il partner per la pace con Israele. Pace????
Mara , Bologna
Purtroppo sono d'accordo con ogni parola di Fiamma. Mi domando dove andrà a finire il nostro mondo, migliore dell' "altro" perché, pur coi suoi gravissimi limiti, pone a sua base il rispetto dei diritti umani e il rispetto per i più piccoli; dove andrà a finire, a cominciare da Israele, le motivazioni del cui Governo, in questo sconcio baratto, travestito da pietas, non giustificano, per nessun motivo, ciò che è stato fatto. Si è strumentalizzato il dolore dei familiari come non avrei mai immaginato.Spero che Olmert sia cacciato con disonore. Ciò che è accaduto, mi si perdoni la franchezza, è assai più grave di uno scandalo a sfondo sessuale; certo non lodevole, ma che qui comincia e qui finisce.Un dolore e una preoccupazione senza limiti.
Sergio Della Pergola , Gerusalemme, Israele
Chi ha voluto parlare di equivicinanza fra Israele e il Hezbollah, si vergogni.Chi sceglie l'equivicinanza fra civilta' e barbarie si colloca fuori dall'ambito della moralita' civile.Chi sceglie l'equivicinanza fra rispettare e calpestare le convenzioni internazionali si colloca fuori dall'ambito della convivenza civile. E si vergogni anche la Croce Rossa Internazionale, organo ipocrita e impotente, per la sua assenza nelle congiunture essenziali di questo conflitto.
Davide , Roma, Italia
Cara Fiamma, complimenti davvero per il tuo articolo.Mi soffermerei soprattutto sul punto dei prossimi possibili sequestri, ormai gli Hezbollah e Hamas hanno capito che sequestrare israeliani conviene.Aspettiamoci qualche altro sequestro molto presto.CiaoDavide
Francesco d'Elia , Roma - Italia
Quello che è mancato ieri è stata una reazione militare a questo oltraggio.. Una volta finito il penoso scambio il convoglio di Hizbullah andava intercettato e distrutto lungo la via del ritorno.. Ma come ha fatto Barak ad ingoiare un rospo del genere..? Quella gente ride del fatto che Israele rispetti i prigionieri, lo considera un segno di debolezza e l'occidente viene considerato sempre più imbelle di fronte alla barbarie arrivando persino a giustificarla.. Non una parola di sdegno ieri ed oggi dai media italiani che si limitano a riferire la notizia mentre sono sempre pronti ad attaccare Israele quando esercita il suo diritto alla difesa..