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L'ECONOMIST PREMIO ERODE VIA I BAMBINI DA TRENI E RISTORANTI

sabato 5 dicembre 1998 La Stampa 0 commenti
BAMBINI vietati su aerei, treni e ristoranti. Creare per legge il "Divieto d'infanzia", a tutela della tranquillità di adulti brontoloni. È la proposta del settimanale snob The Economist, degna di un eventuale "Premio Erode 1998". Gli editorialisti inglesi avranno avuto qualche esperienza fastidiosa, qualche bambino che osava piangere o magari chiedere una caramella in sua presenza, Dio ne scampi, su un sedile prossimo al suo. E allora via, al bando figli e nipoti. Finora si pensava che le società avanzate, che fanno pochi figli, trattassero meglio i bambini, dedicando loro più tempo e più amore. Al contrario, l'Economist, accostando sarcasticamente infanzia e sigarette, auspica la desertificazione della nostra vita, vuole ridurre ulteriormente la presenza infantile. Mister Economist sbaglia: ogni risata, ogni pianto, ogni osservazione anche apparentemente incongrua, ogni richiesta di un bambino, è un dono, non una scocciatura per chi lo riceve. A meno che non si tratti di un frigido egoista: e difatti la premessa dell'Economist, è "viviamo in tempi di crescente intolleranza". Niente di più sbagliato. Al contrario, viviamo in un tempo che sta imparando ad apprezzare tutti i colori, a valorizzare tutti i sensi, un tempo in cui gli anziani e i bambini godono di una considerazione nuova, non si guardano più con senso di superiorità i malati di ogni genere, i paralizzati, i disabili. Il nostro è tendenzialmente un tempo molto generoso e intelligente che sta superando pregiudizi millenari, non il contrario. Del resto l'Economist ne ha sbagliate parecchie: ai tempi delle presidenziali in America, aveva sostenuto Bob Dole contro Clinton; per due volte ha invocato in copertina le dimissioni del Presidente americano e, al tempo dell'elezione di Blair, aveva invece auspicato che il prescelto fosse Major. Errare è umano: ai colleghi anglosassoni vogliamo amichevolmente proporre una contromossa: a chi ci impedisse di viaggiare, di andare al concerto, al museo o in qualunque altro posto con i bambini (quale meravigliosa delizia!) rispondiamo: grazie, preferisco stare a casa. Fiamma Nirenstein

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