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L’ AUTORE DEL LIBRO « IL MISTERO ARAFAT» « Questo primo ministro ha una base popolare» Danny Rubinstein: è membro eletto del Parlamento, e a Oslo ha lavorato bene

martedì 9 settembre 2003 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME ESCE Abu Mazen, entra Abu Ala, e certo lo spettacolo risulta assai inquietante. Dietro le quinte, a manovrare, incurante del disappunto internazionale, Arafat: il Raí ss toglie, il Raí ss dona. Il nuovo primo ministro designato, il cui nome autentico è Ahmed Qurei, è un politico misterioso; in questi tre anni di Intifada non ha mai pronunciato la parola « terrorismo» che invece Abu Mazen aveva osato pronunciare ad Aqaba, aggiungendo che gli israeliani ne soffrono, e compiendo così il suo peccato capitale; però è un uomo che si è , a suo tempo, molto speso per gli accordi di Oslo. Ha 66 anni, è gravemente cardiopatico, tanto che a Taba, al tempo in cui ancora si parlava di pace, nel pieno della discussione su Hebron fu portato via in ambulanza fra lo spavento generale. L'uomo, come in fondo tutti i politici, è un enigma anche per Israele e gli americani: saranno disposti ad averci a che fare come nuovo affidatario della Road Map? Per capire Abu Ala non c'è di meglio che affidarsi al maggiore esperto di politica palestinese, Danny Rubinstein, autore del libro « Il mistero Arafat» da poche settimane uscito per la casa editrice Utet. C'è in Abu Ala la premessa per il disastro, o il premier può salvare la Road Map? « Visto che Abu Mazen ha fallito, vale la pena guardare alle differenze fra i due Abu per capire se il secondo può farcela» . D'accordo. In realtà , per quello che si vede da lontano, sono due fedelissimi di Arafat che salgono, in successione, in una posizione politica che può fargli ombra e contraddirlo. Una posizione pericolosa. « Attenzione dunque alle differenze: Abu Mazen è un uomo d'apparato Olp, un sodale antico di Arafat, ma non ha mai avuto l'appoggio popolare. Invece, Abu Ala è un membro eletto del Consiglio legislativo, il Parlamento, e ha quindi una legittimazione diretta. Inoltre ha una carica istituzionale che fa del suo nuovo incarico uno sviluppo naturale: è il presidente del Consiglio legislativo» . Questo in un regime non democratico è una caratteristica interessante, ma certo non cogente. « Certo, ma nel puzzle di caratteristiche è un buona tessera. In secondo luogo, mentre Abu Mazen è chiuso, solitario, Abu Ala è allegro, ama piacere, racconta barzellette, cena in compagnia» . Senza dubbio in una situazione tragica come quella attuale porta un raggio di sole, ma non serve a molto. « Infatti, andiamo alle caratteristiche politiche: Abu Ala è astuto, sa galleggiare in ogni circostanza. Era un leader fra i più importanti prima degli accordi di Oslo, era un protagonista di Oslo, ora è primo ministro» . Non ha mai detto una parola contro il terrorismo. « Anch'io non ne ricordo, ma è stato serio a Oslo» . Quegli accordi però sono falliti. Lei pensa che Abu Ala voglia la pace, mentre il suo capo dà chiari segnali che questa è l'ultima cosa che gli interessa? « Non so cosa abbia nel cuore, ma politicamente Abu Ala vuole tutte le cose che Arafat vuole ed è stato molto abile a dichiarare che si impegnerà solo se finalmente Arafat avrà la possibilità di nuscire dalla Muqata» . E' una richiesta che specie adesso appare del tutto irrealistica. « Lo è , ma è una mossa intelligente, che dà soddisfazione ad Arafat e sottintende una strada agibile per la ripresa della Road Map» . Molto ottimista: ma il nodo vero per un qualsiasi processo di pace è solo la lotta al terrorismo, e su questo è caduto Abu Mazen. Abu Mazen voleva il suo Dahlan per combattere contro Hamas, ma anche per difendersi da Arafat. Gli uomini delle milizie sono il frutto proibito. Che farà Abu Ala? « Probabilmente accetterà che sia Jibril Rajub a prendere in mano tutte le forze armate, unificando così in un solo comando i vari gruppi» . Ovvero, accetterà l'uomo proposto da Arafat. « Sì , ma unificherà le armi, e allora tutto diventerà possibile» . Se Arafat è d'accordo. « Niente può accadere se Arafat non vuole. Ma questo, anche sotto Abu Mazen. Qui almeno abbiamo un politico con una base popolare, che ha condotto anche trattative di pace» .

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