Fiamma Nirenstein Blog

L’antisemitimo corre sulla Rete

giovedì 27 ottobre 2011 Attivita parlamentari 6 commenti

Famiglia Cristiana, 30 ottobre 2011 di Giulia Cerqueti

Un collega ebreo? Si, a patto che non sia lui il capo. E una figlia fidanzata con un ebreo? No, grazie. Difficile da credere, ma è quello che pensano molti giovani italiani. E ancora, degli ebrei non ci si può fidare: uno dei tanti stereotipi che permeano in modo preoccupante la società italiana. Lo rivela il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sull’antisemitismo, condotta da un Comitato parlamentare presieduto da Fiamma Nirenstein, deputata Pdl, giornalista e scrittrice.

“In Italia l’antisemitismo si manifesta in modo meno violento che in altri Paesi”, spiega la Nirenstein, che a novembre esce con un nuovo libro, A Gerusalemme (Rizzoli). “Ma è in crescita verticale: nel 2009 in Europa è arrivato a un numero di incidenti pari a quelli subito prima della Seconda guerra mondiale. Il 44% degli italiani non ha simpatia per gli ebrei. La Rete è invasa da siti razzisti. Un aspetto evidenziato è l’antisemitismo nascosto dietro la critica alla politica israeliana, quando i realtà si manifesta come aggressione allo Stato di Israele”.

Un altro dato inquietante: il 22% dei giovani coltiva opinioni antisemite. “C’è un’ignoranza di ritorno, legata alla memori della Shoah che svanisce man mano che gli ultimi testimoni ci lasciano”. Una delle voci più vivide è quella dello scrittore Elie Wiesel: la sua testimonianza è raccolta nell’autobiografia Tutti i fiumi vanno al mare (allegata questa settimana a Famiglia Cristiana).

“Per la Giornata della memoria”, osserva la Nirenstein, “credo che la cosa migliore per le scuole sarebbe visitare lo Yad Vashem, il Museo della Shoah a Gerusalemme”. E conclude: “L’antisemitismo è uno dei fenomeni più antichi del mondo, nacque dall’ostilità verso il popolo che capì per primo l’esistenza di un Dio unico e personale. L’idea che la morale è dentro di noi, e ci fa distinguere il Bene dal Male, è stato il grande contributo dell’ebraismo e poi del cristianesimo come portatori di democrazia”.

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Sam , Italia
 giovedì 10 novembre 2011  08:15:21

Ogni forma di discriminazione è un abominio della ragione. Concordo quindi pienamente con quanto riferito dagli altri commentatori. Va sottolineato, purtroppo, che il razzismo è come certe mode o certi oggetti "cult": ossia assolutamente trasversale. Questa malattia della ragione colpisce gli ebrei (e allora si chiama antisemitismo), ma colpisce anche gli arabi (e non mi pare vi sia un nome specifico: ma è meno sbagliato?), i neri (idem), gli omosessuali (per loro abbiamo inventato il termine omofobia che, semanticamente, significa "paura di ciò che è uguale", non lo scordiamo). Ritengo che tutte le forme di razzismo dovrebbero essere condannate con la stessa forza, e non declinate variamente in funzione di chi ne è vittima. Ricordarela tragedia degli ebrei è questione doverosa e necesariamente diversa. Quando si parla di razzismo si parla della violazione della dignità umana e qusta non ha colore, razza o seme. E' identica per tutti.Mi rendo conto di inserire commenti magari impopolari, ma credo che all'interno di un dibattito onesto ci sia spazio per la crescita di tutti.



Mara Marantonio , Bologna
 lunedì 31 ottobre 2011  18:07:52

Purtroppo non mi stupisce affatto il risultato dell'inchiesta. Chi legge queste righe provi a condurre una piccola indagine tra le sue conoscenze, trascurando ovviamente coloro che sa con certezza essere "immuni". Prenda la cosa alla lontana, lasciando all'inizio da parte Israele; faccia un po' l'avvocato del diavolo, accennando chessò al "potere degli Ebrei", poi via via faccia entrare in ballo Israele, con accenni al "muro", ai poveri palestinesi vessati, al furto della terra, ecc., ecc. , con espressione contrita, ma non dica una parola sugli uccisi dal terrorismo. Avrà delle amare sorprese, specie tra i bravi cattolici che vanno in "Terra Santa", senza conoscere niente di quei luoghi, a cominciare da Israele, e si attengono in modo acritico ai vecchi stereotipi antisemiti. Perché è certo: l'odio per Israele nasce dall'antisemitismo coltivato da sempre e mai abbandonato, in barba ai documenti e alle visite papali. Poi naturalmente i media fanno la loro parte con la disinformazione; la piaggeria verso gl'islamici, pure. Tutto contribuisce a simile andazzo. Ma è l'antisemitismo congenito in Europa -nel nostro caso in Italia- il punto di partenza. E non ci si lava la coscienza con le stanche Giornate della Memoria o con una visita ad Auschwitz fatta per dovere, rallegrandosi, ad essere generosi nel subconscio, che almeno 6 milioni di seccatori sono stati, a suo tempo, tolti dai piedi.



Marco P. Trabucchi , Verona/Italia
 venerdì 28 ottobre 2011  17:09:20

ho letto un articilo di Benjamin Weinthal circa quel 44%degli italiani antisemiti.Ci credo ma mi piacerebbe approfondire leggendo la ricerca della commissione parlamentare che l'ha fattache lei presiedeva. Dove posso trovare il testo integrale? Il mio commento é che la mancanza del riconoscimento che un Uomo é un Uomo indipendentemente da tutto porta a queste conseguenze. Ai miei nipoti ho domandato: se mi convertissi all'ebraismo pensate che diventerei diverso? Si sono messi a ridere. Purtroppo molti invece pensano di si. Tenga duro signora perché ci sono anche tanti italiani che vi vogliono bene.Marco P. Trabucchi



Matteo Gesualdo Corvaja , Firenze
 venerdì 28 ottobre 2011  10:19:40

È orripilante leggere che proprio in Italia, dove l' antisemitismo fino al 1938 era un fenomeno marginale ad ambienti reazionari del cattolicesimo più ottuso, si stia facendo strada. È ora di correre immediatamente ai ripari. Nie wieder!



Massimo Balzano , Napoli
 venerdì 28 ottobre 2011  10:17:43

Carissima on.le Nierenstein, non è per carità di patria che cerco una scusante qualsiasi, mi creda, sono pressoché convinto che l'Italia non stia diventando razzista; ..peggio, sta diventando sempre più ignorante ! Sarà l'effetto dell'ubria...catura sessantottina (ne sono convinto), ma ieri sera sono rimasto basito quando ho visto, durante la trasmissione "Le Iene", sacerdoti e religiosi che, intervistati sui Dieci Comandamenti, restavano imbarazzati, ammettendo candidamente e ridacchiando che non li conoscevano !! Figuriamoci quanto, ad esempio, di matematica sappiano i matematici o di diritto i laureati in legge o di chiavi inglesi gli operai o di siringhe le infermiere......



Carlo Monteforte , Roma
 venerdì 28 ottobre 2011  10:15:16

Cara Fiamma, l'ignoranza spesso associata alla mala fede deve essere combattuta alle radici, cominciando dalle scuole elementari. Altrimenti non spiegheresti tanti anni dopo l'olocausto perché tanta gente consideri gli Ebrei "diversi"



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