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L’ ANALISI DI ELI KARMON DELL’ ISTITUTO DI POLITICA INTERNAZIONALE DI HERTZLYA « Idea interessante, e molto interessata» Il consigliere strategico de l governo: dubito che vada in porto

mercoledì 27 febbraio 2002 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME IL professor Eli Karmon è uno stratega e un esperto di terrorismo spesso consultato dal governo israeliano, titolare di cattedra nell'Istituto di Politica Internazionale e contro il terrorismo del Centro Interdisciplinare di Hertzlya. Cerchiamo insieme con lui di decifrare le possibilità effettive di successo del progetto saudita di una cessione totale da parte di Israele dei Territori conquistati nel '67 contro un riconoscimento complessivo di Israele da parte dei paesi arabi. Professore, le sembra si tratti di un progetto realistico? « Chiamiamiolo, per ora, interessante. La prima ragione: i sauditi tengono alquanto a qualificarsi, dopo un periodo di pericolosi screzi, come amici degli americani, a riconquistare punti ai loro occhi come paese moderato, promotore di stabilità . Non dimentichiamo che fra gli attentatori dell'11 settembre quindici terroristi erano sauditi; e benchè Bin Laden sia stato esiliato dal regime e considerato un nemico, pure è molto popolare fra la gente, anche fra gli intellettuali, i religiosi, la classe media; per questo il supporto di Riad durante la guerra contro i taleban è stato tiepido. Addirittura, a un certo punto i sauditi sembrarono rifiutare a Bush l'uso delle basi nel loro paese...» . E che cosa è successo perché i sauditi desiderino porre fine alla ruggine con gli americani? « I sauditi temono che in una crisi generale dell'area, magari legata a un prossimo attacco americano all'Iraq, il loro paese possa andarci di mezzo. Vogliono trovarsi dalla parte giusta della barricata nel caso in cui l'escalation sia inevitabile; e sperano persino di potere portare il “ clima” della zona a temperature basse, così da evitare la guerra all'Iraq» . Perché ? Cosa importa all'Arabia Saudita di Saddam Hussein? « Non molto, ma teme che una guerra possa creare una grande polarizzazione nell'area, una crescita dell'estremismo che in Arabia, patria dell'islamismo più estremo, è sempre molto potente. Insomma, teme che la prosecuzione sfrenata del conflitto israelo-palestinese come una guerra nell'area possano generare instabilità . La dinastia non ne ha alcun bisogno» . Queste sono le ragioni. Ma quali le possibilità che la proposta abbia un futuro? « Lo sfondo, in teoria, sarebbe rassicurante: infatti prima dell'11 settembre Bush e il principe Abdallah ebbero contatti approfonditi, con scambio di lettere, in cui gli americani esposero ai sauditi un piano concreto per il Medio Oriente. Dunque, i sauditi si sono mossi, una volta calmatasi l'atmosfera dopo il disastro delle Torri Gemelle, su una base che potremmo definire se non proprio concordata, ben basata» . E adesso tutti applaudono: eppure, perché il mondo arabo riconosca Israele dovrebbe concludersi una fase lunghissima di rifiuto totale; e perché Sharon accetti di cedere il cento per cento dei territori sembra dover ancora passare molta acqua sotto i ponti. « Il secondo punto: certo Sharon non vorrà superare a sinistra Ehud Barak, che aveva offerto un po' meno del cento per cento della West Bank, dopo tanto sangue, tanto terrorismo e con la minaccia continua di secessione della destra del suo governo. D'altra parte, Sharon è pronto sul serio a “ penose concessioni” come lui dice, secondo me fino a quasi al 90%, e inoltre la proposta saudita lo libererebbe dall'ossessione di un testa a testa con un partner consumato come Arafat. Quindi, bisogna vedere come si sviluppano le cose. Quanto a Riad, presto a Beirut, nel corso della riunione della Lega Araba, si vedrà se davvero hanno intenzione di portare la proposta delle normalizzazione. Non è facile di fronte a paesi che hanno fatto del rifiuto la loro ragione di esistenza. I siriani, per esempio, certo accetterebbero volentieri indietro il Golan, ma non darebbero in cambio l'idea che si concluda interamente il conflitto sulla presenza d'Israele nell'area. Oltretutto, gli Hezbollah, il gruppo terrorista religioso libanese che finanziano, farebbe di tutto per non permetterlo» . E i palestinesi? « Arafat potrebbe forse accettare: anche per lui la pressione internazionale legata all'escalation del terrorismo palestinese è forse divenuta troppo grande. Ma di nuovo: intanto nel piano non c'è accenno al problema dei profughi, e poi Hamas, la Jihad, i Tanzim, i suoi uomini ormai lanciati nell'Intifada forse con l'illusione di piegare Israele, accetterebbero?» . E allora? Il piano non vale niente? « E un buon modo per cominciare a parlare, sempre che Abdallah non si tiri indietro» .

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