Fiamma Nirenstein Blog

Israeliani via da Gaza: ritiro unilaterale

domenica 3 agosto 2014 Il Giornale 7 commenti

Il Giornale, 03 agosto 2014

(Gerusalemme) Il silenzio, ovvero il ritiro unilaterale israeliano, almeno parziale, dal campo di battaglia, con una temporanea presenza statica di truppe su centri topici, sembra possa essere l'esito più realistico dopo la rottura della tregua da parte di Hamas con lanci di missili, il rapimento di Adar Goldin e l'uccisione di due dei suoi tre compagni a causa di un terrorista suicida.

La dimensione dell'esplosione, anche se i soldati di Tzahal cercano il compagno rapito porta a porta, lascia immaginare che il ragazzo potrebbe essere stato a sua volta ucciso anche se non lo si dice a voce alta. Questo concetto, triste che sia, lascia spazio al problema della guerra di Gaza in termini militari e politici: le gallerie sono state quasi tutte distrutte, la missione sarà completata nel giro di uno o due giorni, le altre strutture belliche di Hamas (lanciamissili, missili, razzi, depositi di esplosivo, armamenti vari, quasi tutti made in Iran) sono state decimate, è a pezzi il tessuto di Gaza, dagli uffici, alla tv, all'università islamica. I poveri cittadini schiavi del regime di Hamas non osano reagire, ma striscia, nella sofferenza, oltre all'odio per gli israeliani, anche l'estraneità a chi li ha portati a quel punto. Perchè mai Hamas, si chiede la gente, ha rotto dopo pochi minuti la tregua?

Dalla rottura delle tregua che ha tenuto il Gabinetto di Sicurezza in riunione fino alle 2 di venerdì notte si è assunto, mentre gli USA, l'ONU, l'UE se ne rendevano conto, che Hamas non è un interlocutore per la tregua e tanto meno per la pace. Hamas vuole solo alzare il suo prezzo. Più di tutto si è irritato Obama, il primo mallevadore della tregua lunga 72 ore che avrebbe dato il tempo di discutere un accordo al Cairo. Ma qui c'è un errore nella logica occidentale: Hamas è parte di quella Fratellanza Musulmana che ha portato la rovina sull'Egitto, la porta sulla Tunisia, si nutre della sovversione indotta da Qatar e Turchia. Un'organizzazione con scopi escatologici ma anche di immediato interesse concreto, appetiti da soddisfare. Obama,irato come sarebbe ogni americano quando si rompe la parola data, ha detto l'indicibile: "Israele ha ragione, Hamas è fuori del giuoco". Ieri, mentre Sisi (insieme a Renzi) menzionava la necessità di una pace per palestinesi senza mai menzionare Hamas, Israele ha deciso prima di non mandare una delegazione al Cairo, poi ha deciso per il generale Amos Gilad.

Intanto ha detto alla gente del sud della Striscia: "Tornate a casa, non vi toccheremo". Un segnale di disimpegno e un avvertimento: se le vostre case vengono bersagliate, il responsabile è Ismail Hanyieh. La decisione per ora sembra questa: annunciare la distruzione delle armi fondamentali di Hamas; guardare a un accordo internazionale che implichi l'Egitto e Abu Mazen, senza Hamas, che sorvegli il disarmo di Hamas. Molti ormai guardano a Gaza (anche nel mondo arabo) come a un pericoloso staterello che persegue sopravvivenza e guadagno con mezzi violenti. Oggi Israele fornisce a Gaza molti servizi, elettricità, acqua, 250 camion di aiuti che passano ogni giorno dal valico di Kerem Shalom, ma da domani potrebbe guardare a Gaza come a uno stato in guerra. Se si realizzerà la fuoriuscita unilaterale di Tzahal ma Hamas seguiterà a bombardare, Israele risponderà.

La risposta può prendere di mira la leadership, occupare una porzione di territorio, usare gli aerei per rispondere. "Nessun Paese" -ha detto Obama- "accetterebbe un bombardamento che manda i cittadini nei rifugi ogni venti minuti, nè di vivere su gallerie da cui ti spuntano in casa i terroristi". Chissà se ora si è capito.





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Riccardo , Vicenza
 giovedì 7 agosto 2014  11:09:50

Cara Fiamma è un casino! nonostante si voglia mantenere la discussione in un ambito tecnico/strategico militare , la mia impressione tende al pessimismo nelle possibilità di risolvere il conflitto visto i paletti posti dalla storia. saluti.



Axel , roma
 martedì 5 agosto 2014  18:04:35

Francesco salatino studiati il significato di Semiti poi torni ad usare semai il termine antisemita



Francesco Salatino , Francorte/Germania
 lunedì 4 agosto 2014  18:26:33

Cara Fiamma, "Nessun paese al mondo accetterebbe di essere bombardato continuamente" dicono i politici ragionevoli, quando parlano di Israele. "Il terrorismo è l'unica arma che può sfidare l'esercito più potente del mondo, quello israeliano o quello americano" scrive Giuliana Sgrena sulMANIFESTO, quotidiano comunista, di ieri.La Sgrena, come tutti i suoi compagni di sinistra hanno letto sicuramente l'Articolo7 della Carta di HAMAS, che prevede la distruzione dello Stato di Israele e l'eliminazione degli ebrei. Se non contraddicono e si schierano coi palestinesi, vuol dire che sono degli antisemiti.Purtroppo non solo in Europa, ma anche in aluni paesi dell'America Latina, governati da ex-guerriglieri di sinistra, si manifesta contro Israele e non contro il terrorismoislamico, contro il massacro dei cristianida parte dei musulmani.



Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 lunedì 4 agosto 2014  13:44:44

Cara Fiamma, sarebbe utile conoscere i particolari di questa nuova storia della scuola colpita dopo il ritiro da Gaza.---Si parla di un "drone".



Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 domenica 3 agosto 2014  23:10:37

Cara Fiamma, si presume che il ritiro delle forze di terra da Gaza abbia validi motivi, e comunque non pregiudichi nuovi interventi se necessari.---Sembra di cogliere in generale segni certi di non voler fare partecipare Hamas alle trattative, in quanto organizzazione terroristica, assolutamente priva della dignità di parte politica in causa.---Il che equivale ad equipararla ad organismi criminali, inaffidabili e pericolosi per tutti: forse il primo passo per interventi congiunti per la sua eliminazione.---Certo, la situazione è “fluida”, e può evolvere in ogni direzione di ora in ora.---Continuiamo a pregare perché sia posta fine a questo annoso tormento.



Giovanni Ciraolo , Roma
 domenica 3 agosto 2014  14:27:45

L'articolo di Fiamma Nirenstein è interessante in quanto sembra delineare un contesto post-bellico a Gaza incentrato sul vittorioso esito dell'azione israeliana anti-Hamas e sulla convergenza di "pace armata" tra forze anche molto diverse nel Medio Oriente. Il caposaldo dell'articolo è l'uscita di Hamas da ogni gioco per il futuro. A mio avviso, il problema non è quello di Hamas ma dell'odio seminato nel tempo tra popolazioni avverse l'una all'altra. Il fatto che si sia discusso in questi giorni di un cessate il fuoco puramente "tecnico" ci dice quanto siamo lontani da un processo di pace globale. L'idea che Hamas o chi per lui sia fuori gioco si basa su di una speranza ingenua ed elitista: quella che per fare la pace occorra mettere poche persone "elette" intorno al giusto tavolo. No, no, il fare e disfare guerre oggi non porta alla pace basandosi su poche persone. Poche persone intorno ad un tavolo significa "diplomazia dall'alto" o "pace dall'alto". Il contrario di quanto necessario in Medio Oriente dove le road map dispiegate a tavolino non creano nemmeno la premessa alla pace. La vera condizione della pace è l'interessarsi all'altro, dimostrare di poter giungere a sentimenti comuni e ad un pensiero dialettico oggi più avanzato di quello di ieri. Non semplicemente frontiere ma interesse anche spirituale e culturale verso l'altro. Sono sbalordito dall'idea perseguita in questi giorni di inseguire un cessate il fuoco solo basandosi sui rapporti e le note dei militari. Metternich direbbe che questo è la continuazione della guerra con altri mezzi! Insomma, senza un afflato morale dei popoli coinvolti nel conflitto medioorientale non c'è pace. Se Hamas si estinguesse dove si respira l'odio, qualcosa prenderebbe il suo posto, magari altrove. Si deve dire basta alla pace totalmente militare ed impegnare un piano economico e tecnologico su Gaza e le altre zone martoriate (anche alcune zone di Israele), con decine di migliaia di osservatori da ogni agenzia ONU.



Erica , UK
 domenica 3 agosto 2014  11:54:24

Grazie Fiamma!Un abbraccioErica



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