Israele, sorpresa alle urne: destra e sinistra pareggiano
mercoledì 18 marzo 2015 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 18 marzo 2015
Il dramma continua: sia l'Unione sionista, ovvero il partito della sinistra di Buji Herzog e il Likud di Benjamin Netanyahu hanno ottenuto esattamente lo stesso numero di seggi, 27 a testa. Le carte adesso sono tutte quante in mano ai partiti minori, che di fatto determineranno la coalizione che dovrà governare il Paese. Il pareggio di Netanyahu con Herzog, dopo che nei giorni scorsi la sinistra batteva Bibi 24 a 21, è una sorpresa, un recupero sorprendente che dimostra come ancora la presa del primo ministro in carica sia capace di forza e di mobilitazione. Un'eventuale coalizione di Netanyahu tuttavia risulta di 54 seggi contro i 56 della sinistra.Tuttavia ancora alcuni giocatori di primo piano non hanno detto la loro. Ovvero, Israele non ha né un Primo ministro né una coalizione. Il Presidente della Repubblica Reuven Rivlin deve aprire le consultazioni e incaricare il personaggio cui andrà il numero di seggi sufficienti, sui 120 della Knesset, per formare un governo. Dipende da un bizantino ricamo di consensi, ma certo per primo Rivlin tenterà il governo di coalizione.Saranno giorni difficili, in cui la frammentazione del Paese e soprattutto l'importanza dei partiti intermedi, le scelte e le convenienze personali, le simpatie e gli odi diventeranno la vera chiacchera del Paese. Le pressioni, anche internazionali (pare che Obama sia piuttosto ansioso) saranno forti, l'eccitazione alle stelle. Quindi, la pessima campagna elettorale cui abbiamo assistito continuerà ancora, Buji Herzog e Bibi continueranno lo scontro sopra e sotto tutti i tavoli. Personaggi di secondo piano diventeranno gli arbitri della competizione, e fra questi, in particolare, Moshe Kahlon, con 10 seggi, il vero ago della bilancia, un cinquantenne economista di modeste, eroiche origini libiche che, nato nel Likud, ministro due volte,non ha ancora deciso da quale parte portare la sua compagine. La sua popolarità è legata alla "rivoluzione cellulare" che ridusse il costo delle chiamate. Lo hanno accusato di utilizzare la sua origine di destra per portare l'elettorato a sinistra, ma adesso davvero non è escluso che accetti la proposta di Bibi di accettare il ruolo di ministro delle finanze. L'altra incognita è il laicissimo ex ministro dell'economia Yair Lapid, 11 seggi, meno dei 19 del passato, odiato dai religiosi poiché insiste che siano arruolati nell'esercito come tutti. La terza lista, quella "unita" degli arabi, 13, sarà un potere molto influente, e benché non voglia entrare nell'eventuale governo dell'Unione Sionista pure ha dichiarato che indicherà Herzog come primo ministro. Non sarà di grande aiuto a Bibi il capo del Paese di destra "Casa ebraica", Naftali Bennet, che ha preso solo 8 seggi probabilmente perché i suoi voti sono andati diritti a Netnayahu. In generale la destra si è tutta compattata intorno a lui, forse creandogli difficoltà per la prossima coalizione, ma certo salvandolo come leader con un futuro.
Le elezioni israeliane hanno sempre avuto una pretesa messianica, e stavolta è stata devastante, ha coperto qualsiasi programma che parlasse con buon senso e profondità dei problemi. E' stata tutta un'esclamazione. L'odio per Netanyhau ha preso il sopravvento e il Likud ha risposto con un grido di aiuto che il popolo ha accolto quando l'assedio a Netanyahu si è fatto pettegolo (con tanti attacchi alla sua vita personale, a sua moglie Sara) e imprudente e gli ex capi del Mossad messi da parte gli sono saltati alla gola. Le elezioni in Israele suscitano molte fantasie: si immagina che Israele debba fornire al mondo la pace universale tramite la resa territoriale ai palestinesi, e che il prossimo messia lo farà. Netanyahu è stato odiato all'estero perché non è riuscito a vincere il rifiuto arabo che nessun leader ha battuto. Non ci riuscirono gli apostoli di Oslo, contro cui è sorta la Seconda Intifada non ci riuscì Sharon che sgomberò Gaza.... La peggior accusa contro Bibi, in questa campagna, sollevata con notevole confusione mentale dal giornale Yediot Aharonot, è stata quella di essere in segreto arrivato a un compromesso che avrebbe diviso Gerusalemme e ceduto i territori del '67. Ma mentre ha fatto titoli in tutto il mondo la sua dichiarazione che non avrebbe ceduto un centimetro ai palestinesi in questa situazione, quella di Herzog che non dividerà Gerusalemme è stata ignorata.
Di fatto la campagna è stata povera, priva di sfondo, dimenticati il terrorismo, il rischio iraniano, forte la protesta sociale. Adesso Netanyahu tenterà, per formare una coalizione, di scendere dal picco di destra che non si addice a un leader moderato che ha accettato solo in extremis la sfida di Hamas , che ha sgomberato Hevron ed è andato con Arafat a Wye Plantation, ma che sa quando il pericolo va affrontato. D'altra parte Herzog imboccherà con energia la strada di affermare che la sua leadership sarà l'unica che restituirà Israele all'onore del mondo e soprattutto di Obama, con cui Bibi non va d'accordo. Ambedue i leader proclameranno la loro vittoria, e si dichiareranno pronti a formare il governo. E' stata una brutta campagna elettorale, ma libera e pluralista nella democrazia determinata e coraggiosa che disegna una villa nella giungla di un Mediorente in cui Israele è solo, e il risultato è una sorpresa come si addice alle democrazie, appunto.
mercoledì 18 marzo 2015 15:57:49
Cara Fiamma, sembrerebbe logico aspettarsi maggiore coesione in Israele, nell'ottica di garantirsi una solida base per la sopravvivenza dello Stato, togliendo ai nemici (TANTI) ogni ILLUSIONE di poterlo sopraffare.------ Ogni cedimento “pro bono pacis” (vedi Gaza) ha invece incoraggiato gli islamici ad alzare la posta, con le conseguenze ben note..------- Vero che è facile parlare stando qui, ma, come amici di Israele, sembra l'unico consiglio da dare.------ Sarebbe utile conoscere nei dettagli il programma della sinistra riguardo, soprattutto, ai palestinesi e agli iraniani, dai quali possono venire ulteriori pericoli per Israele:--- le UTOPIE e i “PII DESIDERI” stanno a zero e non danno garanzie di pace.---- Storicamente, gli islamici hanno sempre ceduto (fatalisticamente) alla forza, e non alle manifestazioni di debolezza, disorganizzazione, divisioni decisionali dei loro nemici.----- Dopo le guerre (Sei Giorni, Kippur, Libano), gli islamici hanno “virato” verso il terrorismo “mordi e fuggi”, rendendosi conto di non essere in grado di affrontare Israele in campo aperto (con prospettive di vittoria).----- Perciò bisogna mantenerli in questa convinzione e non dare loro false speranze.------- Speriamo, per il bene di Israele, che certi “sinistri” non prevalgano e non confermino quanto detto nel commento precedente.------ E che Tzahal sia mantenuto ai massimi livelli tecnici e di spirito combattivo.