Fiamma Nirenstein Blog

Israele si prepara a una Pasqua di terrore

lunedì 10 aprile 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 10 aprile 2017

(Gerusalemme) E' Pasqua di terrore. Ieri l'orribile fantasma si è presentato di nuovo, stavolta ai confini, in Egitto, Netanyahu ha subito condannato la strage di cristiani copti, e promesso, come del resto già avviene fra Israele e l'Egitto, un'alleanza contro il terrore. Gli attacchi sono avvenuti proprio negli ultimi momenti delle frenetiche preparazioni per la complessa, impegnativa serata dell'apertura della Pasqua ebraica che comincia stasera e che per una settimana intera ricorda, cancellando il cibo normale dalla mensa, la fuga degli ebrei dall'Egitto; l'incredibile coraggio che occorre per battere la schiavitù sfidando un nemico tanto più forte di te come il Faraone; quanta fede nei miracoli e nel tuo popolo per farcela quando la sofferenza e la perdita dei tuoi cari minacciano la tua voglia di vivere... Stavolta sono stati gli egiziani a pagare il prezzo dell'odio islamista che insanguina il mondo: dal Sinai è stato facile per l'Isis dopo gli attacchi all'esercito che ormai da mesi punteggiano la grande zona desertica patria passare alle città dove il boccone dei civili è più tenero e più facile, specie quando si tratta di cristiani copti.

I copti sono forse i più antichi cristiani del mondo, le loro memorie risalgono al tempo dell'imperatore Claudio, e tale è diventata l'abitudine a vederli perseguitati e massacrati (come nel dicembre, quando donne e bambini furono fatti a pezzi in una chiesa del Cairo).

L'odio terrorista per i copti non fa notizia, c'è un'abitudine collaborazionista, come per l'omicidio sistematico di mezzo milione di sunniti da parte di Assad e, naturalmente, per il terrorismo in Israele. Un esempio: durante le ore in cui tutto il mondo insorgeva per l'attacco che a Stoccolma ha fatto 4 morti, nel West Bank un'auto guidata da un terrorista palestinese si è lanciata su due giovani soldati: Elchai Teharlev, 20 anni, che stava portando il caffè ai suoi compagni, è stato ucciso, e un altro ragazzo è stato ferito. Sabato scorso un ufficiale di polizia e due civili sono stati attaccati con un coltello a Gerusalemme. In queste ore si avverte la popolazione, laconicamente, che i giorni di Pasqua sono una leccornia speciale, sia gli ebrei che i cristiani sono in pericolo, le forze dell'ordine sono mobilitate, l'ingresso dall'Autorità Palestinese bloccata.  

Si è avuto sentore sui giornali italiani degli attacchi a Gerusalemme? Niente affatto: Israele, in questa Pasqua di libertà per l'ennesima volta si trova solo. 

I suoi incredibili successi tecnologici e sociali creano benessere almeno in large zone della popolazione nonostante i problemi che sempre rimangono, la gente fa la fila nei supermarket tutti ripuliti dal cibo lievitato (dal pane alla pasta, ai biscotti, a qualsiasi cosa possa contenere farina), si ripuliscono freneticamente le case da ogni briciola, le signore religiose passano i chicchi di riso uno a uno (mia nonna lo faceva) per essere sicure che nessuna briciola sia capitata là, si usano pentole e stoviglie speciali.

In questo Paese che è il numero 11 nell'elenco dell'ONU che studia la soddisfazione di popoli (gli americani sono il numero 14) si combatte, dalla nascita, un'immane lotta di sopravvivenza dal terrorismo (che certamente in questi anni è tornata in vetta in Israele e all'estero)e la gioia per l'incredibile avventura della costruzione dello Stato Ebraico, che fa di questo Paese l'episodio più felice della vita del popolo ebraico dal quando nel 70 dopo Cristo con la distruzione di Gerusalemme inizio la diaspora e le persecuzioni in tutto il mondo. 

E' un'avventura miracolosa: in Israele un incredibile 44,4 per cento della popolazione è stato vittima o ha parenti e amici che sono stati vittime di attacchi terroristici in qualche modo nei primi 19 mesi della seconda Intifada. Ma se nel 2002, nel mezzo di quella fase, il 92 per cento degli israeliani disse di aver paura per sè o per la propria famiglia, il 76,6 per cento disse che "comunque sapremmo cosa fare" e il 78,2 per cento che "ci sarà sempre qualcuno intorno pronto ad aiutarmi in caso di difficoltà". 

E' vero: il senso di solidarietà e la quieta percezione del terrorismo non come di un episodio casuale e episodico ma qualcosa a cui essere sempre fisicamente e moralmente preparati, è un risultato di settant'anni di assedio terrorista, e un esempio per tutti Paesi che cominciano purtroppo a sorseggiare questo amaro calice. I confini di Israele sono nel corso di questa Pasqua ancora più elettrici del solito, i terroristi sul confine egiziano, fra cui quelli di Hamas, hanno visto avanzare una stagione molto pericolosa quando Trump ha stretto la mano a Al Sisi e a Adbullah di Giordania, e hanno subito risposto.

Assad dopo l'attacco ai suoi Sukoy ha ora un atteggiamento imprevedibile, non a caso in queste ore, mentre si rafforza la sorveglianza e Netanyahu chiede collaborazione internazionale contro il terrore, i confini del Golan sono stati rafforzati, e certamente gli Hezbollah sono agitati. 

Nelle loro mani i 100 mila missili puntati su Israele, mentre al sud Hamas tiene la popolazione civile sotto tiro. Eppure questa generazione è la più fortunata della storia ebraica, e tale si sente: intorno al tavolo del "Seder" di Pesach in cui il bambino più piccolo della famiglia canta la canzone di apertura e poi si legge tutti insieme, si festeggia il fatto di essere capace per la prima volta nella storia di combattere, di attuare sui nemici una straordinaria deterrenza per quanto l'odio islamico sia potentissimo e i palestinesi seguitino a educare la loro gente alla distruzione degli ebrei. "Ma nisthtana", "Cosa c'è di diverso?", chiede ogni anno il bambino che canta la canzone con cui si apre il Seder. Molto è cambiato, molto davvero nella storia degli Ebrei. 


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Luigi Bracci , tolentino
 lunedì 10 aprile 2017  21:47:12

Grazie Fiamma per farci conoscere quanto accade in Israele e permetterci di capire la forza del vostro popolo. Siete di esempio per tutte le persone amanti della democrazia e della pace, si la pace, sembra fuori luogo con Israele ma non lo è. Buona pasqua



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