Fiamma Nirenstein Blog

Israele? Per i suoi nemici non è uno Stato ebraico

mercoledì 29 aprile 2009 Il Giornale 9 commenti

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Il Giornale, 29 aprile 2009


Oggi compie 61 anni, ancora non lo vogliono chiamare per nome e dicono che non aveva diritto a nascere. Ha perso 22.570 soldati in guerra, 3.000 cittadini in attentati terroristici, ma la popolazione non ha abbandonato le case di pietra, i vicoli, i ristoranti di Gerusalemme, né sono rimasti spopolati spiagge e pub di Tel Aviv; nessuno ha smesso di frequentare le scuole o le università; l’high-tech è settore di eccellenza, la musica della Filarmonica fra le più apprezzate del mondo, la medicina, la fisica, l’agricoltura producono premi Nobel, l’Alta Corte è un esempio di correttezza. Eppure, secondo alcuni, a 61 anni lo Stato ebraico è lì per caso, paracadutato in un’area con cui non ha niente a che fare, solo per realizzare un vasto disegno colonialista e razzista, oppure, secondo altri, è stato edificato per riparare ai sensi di colpa degli Europei dopo la Shoah, che per altro non è esistita.
Insomma, deve sparire: lo dicono Ahmadinejad, Hamas, gli Hezbollah, e altri lo pensano. Ad Abu Mazen, Netanyahu propone di ricominciare a discutere su «due Stati per due popoli» purché il rais riconosca Israele come Stato Ebraico, ma egli ha ripetuto anche lunedì che non accetta, e il motivo è evidente: non vuole permettere che ciò diventi un ostacolo per il «diritto al ritorno» o per l’idea di Israele come «Stato dei suoi cittadini». Arafat a Camp David rifiutò la Spianata delle Moschee pur di non riconoscere quella che è un’affermata verità storica registrata in tanti testi musulmani, ovvero che sotto la Spianata giacciono le memorie del Grande Tempio ebraico di Erode distrutto nel 70 d.c. dai Romani. Flavio Giuseppe descrisse da cronista le fiamme e la rovina.
Il popolo ebraico mise le sue radici in Israele più di 4000 anni fa, il re David ne unificò le dodici tribù e fece di Gerusalemme la città ebraica per eccellenza, mai abbandonata del tutto anche in tempi di letali persecuzioni, sempre presente nelle preghiere. Nell’Ottocento (ben prima della Shoah) gli ebrei tornarono ad esservi maggioranza. Intanto, quale che fosse il signore del tempo, crociati, arabi, ottomani, anche Tiberiade, Rafah, Gaza, Ashkelon, Jaffa, Cesarea, Safed, Haifa, Nablus, videro sempre, nei secoli, gruppi di ebrei attaccati alle loro pietre. Un popolo con la sua lingua e le sue usanze a casa e nella grande diaspora. Nella diaspora nacque il sionismo, il movimento che ha riportato gli ebrei a casa, ma questo mentre Ben Yehuda proprio da Gerusalemme ricostruiva per intero la lingua ebraica parlata sui testi biblici.
È nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento (Tel Aviv fu fondata nel 1909) e non dopo la Shoah che il sionismo si organizza, si fonda l’Università di Gerusalemme, la Filarmonica di Tel Aviv, si muore di malaria bonificando le paludi, si fonda la scuola d’Arte Betzalel di Gerusalemme, Toscanini dirige la Filarmonica di Tel Aviv, si organizza l’immigrazione clandestina nonostante un’opposizione europea (altro che sensi di colpa!) che affonda o respinge le navi che portano i profughi anche durante la Shoah... Gli ebrei vivono la loro storia di irredentismo come tanti altri popoli, e nel 1917 la dichiarazione Balfour è il primo documento che riconosce il loro diritto all’autodeterminazione. Lontano dalla Shoah. E Churchill diceva che nessun popolo come quello ebraico è legato alla Palestina. Anche l’immagine dell’arabo ignaro penalizzato dall’imperialismo, è falsa: basta pensare a Haj Amin Al Hussein, leader palestinese amico molto attivo di Hitler, ai nazisti nascosti in Egitto, all’odio antisemita che mise in fuga dai Paesi arabi 800mila ebrei. Essi trovarono un approdo, appunto, nello Stato ebraico.
È interessante: quelli che lo negano, paradossalmente, creano l’evidente indispensabilità della sua esistenza.


Israel? For its enemies is not the Jewish State

Il Giornale, April 29, 2009

Today Israel celebrates 61 years, and still there are those who don't want to call it by name and say that it had no right to be born. It has lost 22,570 soldiers in war, 3,000 citizens in terrorist attacks, but the population has not abandoned the stone houses, alleys and restaurants of Jerusalem, nor have beaches and bars of Tel Aviv remained deserted; no one has stopped attending schools or universities; its high tech sector is among the first, its Philharmonic Orchestra is among the most esteemed in the world, its medicine, physics and agriculture produce Nobel Prizes, its Supreme Court is an example of propriety. And yet at 61, the Jewish State would be there by accident, it was parachuted into an area that it has nothing to do with, it is in the Middle East only in order to fulfill a vast colonialist and racist design, or else it was built to make up for the European's guilt after the Shoah - which however has never happened. In short, it must disappear: Mahmoud Ahmadinejad, Hamas and Hezbollah say it openly while others think it. To Abu Mazen, Benjamin Netanyahu proposes to start to talk again of “two states for two peoples,” provided that the Rais recognizes Israel as a Jewish State, but he repeated again last Sunday that he does not accept it, and the reason is clear: he does not want to allow that to become an obstacle for the “right of return” or for the idea of Israel as a “State of its citizens.” At Camp David, Yasser Arafat refused the Temple Mount in order not to recognize what is a stated historical truth registered in many Muslim texts, or rather that under it lie the memories of the Second Great Jewish Temple of Herod, destroyed in 70 CE by the Romans. Josephus Flavius described like a reporter the flames and ruin.
The Jewish people laid its roots in Israel more than 4000 years ago; one-thousand years before Christ, King David unified its twelve tribes and made Jerusalem the Jewish city par excellence, never entirely abandoned even in times of deadly persecution, always present in the jewish prayers. In the 1800s (well before the Shoah), Jews came back to be the majority there. Meanwhile, whoever was the lord of the time, crusaders, Arabs, Ottomans, also Tiberias, Rafah, Gaza, Ashkelon, Jaffa, Caesarea, Safed, Haifa, Nablus always saw, over the centuries, groups of Jews stuck to their stones. A nation with its language and its traditions at home and in the greater diaspora. In the diaspora Zionism was born, the movement that brought the Jews home, but this while Ben Yehuda in Jerusalem rebuilt the entire Hebrew language spoken on the Biblical texts. It is in the 1800s and in the first years of the 1900s (Tel Aviv was founded in 1909) that the Zionism movement was organized, and not after the Shoah: they founded the University of Jerusalem, the Israeli Philharmonic Orchestra in Tel Aviv, they died of malaria reclaiming the wetlands, they founded the Betzalel Academy of Arts in Jerusalem, Toscanini directed the Philharmonic Orchestra of Tel Aviv, they organized clandestine immigration despite European opposition (what a guilt feelings...) that sunk or rejected ships carrying refugees even during the Shoah...The Jews live their history of irredentism as many other peoples, and in 1917, the Balfour Declaration was the first document that recognized their right to self-determination. Long before the Shoah. And Churchill said that no people like that of the Jews is tied to Palestine. Even the image of the unaware Arab penalized by imperialism, is false: it's enough to recall Haj Amin al-Husseini, the Palestinian leader who was a very active friend of Adolf Hitler, or the Nazis hiding in Egypt, or the anti-Semitic hatred that resulted in 800 thousand Jews to flee from Arab countries. They found a landing place precisely in the Jewish State.
It is interesting: those that negate Israel, paradoxically, create the evident indispensability of its existence.

Translated by Amy K. Rosenthal

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Federico Steinhaus , Merano
 domenica 3 maggio 2009  10:39:56

Cara Fiamma,come sempre descrivi con eccezionale efficacia ed analizzi con grande intelligenza le informazioni, cha sai inquadrare nel loro contesto storico ed evidenziare in quello morale.E' sempre un piacere leggerti!



vittorio , lecco
 sabato 2 maggio 2009  22:55:34

Nessuno stato, al giorno d´oggi, ha piú coraggio, fiducia nella vita, audacia e speranza nel futuro dello stato di Israele. Auguri di compleanno a questa bandiera della civiltá. Non sarai mai solo, tutti gli uomini liberi del mondo saranno sempre al tuo fianco.



Paolo , Milano
 venerdì 1 maggio 2009  17:50:45

61 anni di vita di un Paese che è parte di noi, un Paese con radici affondate nel passato ma con lo sguardo perennemente rivolti nel futuro.... Un'isola di democrazia che sa rispettare i diritti di tutti e che protegge i più deboli...Questo è Israele, un Paese che è parte della Storia e che è parte di noi



tabagista , italia
 giovedì 30 aprile 2009  02:41:16

gran bell' articolo.ma su 'il giornale'....preferisco vedere la sua firma su 'radio radicale' ...vignetta sulla visita di ratzinger in israele:http://www.mamma.am/mamma/articoli/art_2080.html



Dr Madjid Bazeli , Torino
 mercoledì 29 aprile 2009  20:29:06

Ho letto il tuo recente articolo sulla storia antica dell'israele e quello che spetta di diritto alla sua popolazione e condivido con te anche il dettaglio storico.Inoltre ho letto della tua presenza a Ginevra durante il viaggio di Ahmadinejad, riflettevo sulla tua conclusione che dicevi :"con la tristezza per le popolazioni del Darfur, di Cuba, del Tibet, dell'Iran, vittime di razzismo e discriminazioni che non hanno un palco dal quale poter far ascoltare la loro voce". mi è venuto spontaneo pensare che il popolo iraniano da oltre 100 anni lotta per la libertà e la democrazia e da sempre paga in primis nei confronti dei dittatori al potere epoca dopo epoca e inoltre subisce le forme di accondiscendenza che i governi occidentali esplicano da sempre con questi dittatori e trovo in questo il vero motivo della loro permanenza.Ritornando al popolo iraniano , solo la storia e gli storici racconteranno nel futuro quello che in realtà ha sofferto e subito dal regime fondametalista al potere in un certo senso con il consenso occidentale ma nello stesso tempo il popolo iraniano riconosce già da adesso, e sicuramente nel futuro, chi lo affiancherà con il sostegno e con la voce. Ecco il miglior palco di un popolo oppresso dal peso degli "zoccoli" del fondamentalismo.Tu potresti essere un palco, una voce, una portavoce di questo popolo che desidera la libertà e si batte da sempre per la la democrazia e la pace della regione; una pace che che garantirà la sicurezza di tutti i paesi della regione e israele in primo luogo.



RICCARDO , VICENZA ITALY
 mercoledì 29 aprile 2009  20:14:20

E' IMPORTANTE CHE FIAMMA CONTINUI A TENERCI INFORMATI DALLA CONTROINFORMAZIONE.PENSO CHE PICCOLI CENNI STORICI SIANO GRADITI E POSSANO ESSERE MOLTO UTILI ED INCENTIVANTI A CONOSCERE MEGLIO LA SITUAZIONE.GRAZIE . RICCARDO



gloria capuano , Roma Italia
 mercoledì 29 aprile 2009  18:44:36

Bellissima e toccante sintesi. Vorrei che chi è contro facesse altrettanto, nel tentativo di capirsi fuori dai luoghi comuni e fuori da ogni distruttiva animosità.



Dova Cahan , Tel Aviv Israelec
 mercoledì 29 aprile 2009  18:18:40

Proprio oggi 29 Aprile 2009, Israele compie 61 anni dalla famosa dichirazionealle Nationi Unite del 14 Maggio 1948, Dichiarazione d' Indipendenza che portoall' istituzione dello Stato d' Israele.Questo giorno e riconosciuto come ungiorno di festa nazionale, accompagnatodalla grande folla che si riversa sulle strade del centro, da spettacoli municipali, da fuochi d' artificio in tutto ilpaese fino a tarda notte. E un giornodi festa e di gioia che viene preceduto dalYom ha-Zikaron ossia il giorno dellaRimembranza di tutti coloro che sono caduti in difesa per la sicurezza e l'indipendenza d' Israele. A questo giatriste e solenne giorno, dove quasi tuttii cittadini di questo paese sono staticolpiti dalla perdita di un loro caro figlioparente, amico o vicino, si associaoggi anche la ricorrenza di quelli chenell' ultimo decennio hanno perso la lorovita dovuto ad atti terroristici sia nel paese che all'estero. Secondo me e secondo la mia esperienza personale nei miei 42 anni di vita qui ad Israele mi pareche la grande gioia di festeggiare l'Indipendenza del nostro Stato diminuisce e si affievolisce vedendo cheogni anno che passa per noi e per Israele non c'e ancora una soluzione dipace definitiva. Voglio fare presente a tutti coloro che mi aggrediscono dicendoche siamo noi a non volere questa cosiinvocata e desiderata pace, che e ognigiorno da noi menzionata nel nostro saluto Shalom, che sono proprio i nostri nemici a non volere la pace con noi fino a dichiarare ancora oggi, dopo tutte le trattative in corso da piu di 15 anni chelo Stato d' Israele non esiste.Con il rifiuto del riconoscimento dello Stato d' Israele, torniamo al clima deglianni immediatamente dopo la proclamazione dello Stato dove tutti i paesi arabi sia quelli confinanti cheno, si rifiutarono di riconoscerla e di conseguenza questo paese fu indotto a piu di 6 guerre dichiarate ed a continui atta



Giuseppe Casarini , Binasco (MI)
 mercoledì 29 aprile 2009  12:43:54

Gentile Signora,descrizione cristallina, lucida e brillante con piglio e toni variabili: commossi, fieri, delicati e ammonitori.Auguri a Lei ed a Israele: Israele buon compleanno!shalomggc



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