Fiamma Nirenstein Blog

Israele ha il diritto di difendersi. La Corte dell’Aia ha condannato la barriera protettiva. È per il mondo una sentenza catastrofica.

giovedì 22 luglio 2004 Panorama 0 commenti
La sentenza della Corte dell’Aia è catastrofica per il mondo, non solo per Israele. Ecco alcune ragioni. Il terrorismo riceve mano libera. La Corte di giustizia motiva la sua posizione di condanna contro Israele per 65 pagine senza nominarlo come unica ragione della costruzione del recinto e avalla l’idea di decisione razzista e annessionista: i danni alla vita dei palestinesi vengono estrapolati, non si menziona che la loro guerra ha fatto più di mille morti e quasi diecimila feriti. Il precedente di condannare la difesa persino passiva dal terrorismo ricadrà non solo su Israele ma sull’intero Occidente. La preferenza per la qualità della vita rispetto al diritto alla vita è di fatto una resa. La sentenza di nuovo stigmatizza Israele secondo l’indicazione palestinese e araba e come fa sempre l’Onu: uno stato di apartheid, razzista, coloniale, aggressivo, espansionista... un paria fra le nazioni, indegno di vivere. Il recinto è condannato anche se salva le vite: col suo aiuto sono stati bloccati 60 attacchi terroristi suicidi, il numero degli attacchi è diminuito del 75 per cento. La Corte non ha giurisdizione, come dice Alan Dershowitz: gli israeliani non hanno diritto di farne parte, l’Onu li esclude da tutte le più importanti istituzioni legate alle Nazioni Unite. Sarebbe, dice Dershowitz, come se un nero accettasse il giudizio di un tribunale del Mississippi nel 1930. Inoltre, la Corte stabilisce arbitrariamente e contro la risoluzione 242 dell’Onu che il recinto è sorto su terra palestinese: i territori della Cisgiordania sono disputati finché non si arriverà a un accordo. La Corte ha già attribuito a Yasser Arafat ciò che egli ha rifiutato a Camp David. Arafat, la cui leadership è considerata dal Quartetto contraria alla pace, ottiene una grande vittoria. In tutto questo l’Unione Europea spicca per cinismo; il ministro degli Esteri svizzero ha accolto il verdetto «con soddisfazione »; Michel Barnier, ministro degli Esteri francese, è contento; il ministro degli Esteri olandese minaccia di non lasciare partecipare Israele al progetto satellitare Galileo se non ubbidirà; Robin Cook, ex ministro degli Esteri inglese, è stato fotografato trionfante mentre firma un finto muro. Agli europei non preme la vita degli ebrei? Ma Israele, in questi giorni, sposta il muro ubbidendo alla sua corte suprema: la costruzione è legale ma, dice la corte, non deve far danno alla vita dei palestinesi. Una giustizia severa e chiara, da noi tuttavia incompresa.
Fiamma Nirenstein

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