Israele, governo in bilico Via il ministro della Difesa "Resa ai terroristi di Gaza"
giovedì 15 novembre 2018 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 15 novembre 2015Il Ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, origine sovietica, abitante degli insediamenti, difensore sincero dei diritti umani laici, capo del partito Israel Beitenu, è un duro. Non ha mai pensato che con i palestinesi e tantomeno con Hamas una pace sia possibile. E ha sempre desiderato fare qualcosa che mettesse in seria difficoltà il suo mentore e premier Benjamin Netanyahu. Stavolta potrebbe costringerlo alle elezioni. Ieri si è dimesso mentre ancora echeggiavano nell'aria gli ultimi boati e scoppi della quasi guerra con Hamas. Una guerra dolorosa, con distruzioni, morti e feriti nelle città e nei kibbutz del sud, la gente terrorizzata, le sirene in continua attività per la ininterrotta sequenza di bombardamenti di Hamas sulla popolazione seguita dalle reazioni dell'esercito che hanno bombardato le strutture di Hamas a Gaza.
Lieberman ha detto che la risposta di Israele è stata inconsistente, che il governo è incapace di promettere un futuro diverso alla gente che "si vergogna ormai di guardare negli occhi"; il governo, insomma, "si è arreso al terrorismo di Hamas", e ha elencato due episodi. Il primo: il fatto che sia stato consentito che venerdì scorso passassero nelle mani di Hamas i 15 milioni di dollari che il Qatar gli ha regalato; in secondo luogo, la decisione di accettare con una riunione di gabinetto tormentosa (è durata sei ore ed è finita senza un voto) la tregua con Hamas di cui l'Egitto è stato mallevadore. Nelle ore della scelta di Lieberman a Gaza si svolgevano celebrazioni trionfalistiche con spari e distribuzione di dolci mentre i capi dell'organizzazione terroristica si vantavano di aver vinto la guerra e distrutto il governo israeliano. Intanto nelle strade del sud di Israele, coi campi bruciati dagli aquiloni infuocati, i confini assaliti da decine di migliaia di palestinesi, la vita civile destrutturata, la gente riversava per protestare contro la decisione di accettare la tregua senza cercare una soluzione che blocchi Hamas.
Netanyahu ha detto: "Un leader non prende la decisione più immediata e comoda, ma quella più giusta, valutando i modi e i tempi migliori per reagire". In sostanza, Netanyahu nel corso di questi mesi ha seguitato a sostenere una linea moderata, come lo ha consigliato tutto l'apparato di sicurezza compreso il Mossad, secondo il principio "quiete in cambio di quiete". E' una linea audace dato l'odio infinito di Hamas, la sua linea jihadista e omicida strumento di potere dentro Gaza. La speranza è che un po’ di benessere possa aiutare ad acquisire un intervallo di pace. Liberman è il politico che disse "se sarò ministro della difesa dirò a Ismail Hanje: se in 48 ore non restituisci i nostri ragazzi (due corpi di soldati uccisi e due giovani perduti nelle mani di Hamas ndr) sei morto", e che segue la linea di optare per una strenua difesa di un territorio assediato come Israele. Netanyahu cerca di evitare di mandare i giovani nella Striscia, una vera palude di morte senza prospettiva di soluzione politica. Mentre tutto il suo sforzo è concentrato sulla sicurezza al Nord. Il paradosso è che la sinistra guidata da Tzipi Livni, pur di attaccare Netanayhu si è alleata con la linea dura di Lieberman. Adesso si aprono giorni di incertezza sulla sorte di un governo in cui Netanyahu ha una risicata ,maggioranza di 61 parlamentari su 120, mentre il ministro dell'educazione Bennet minaccia l'uscita del suo gruppo se Netanayhu non lo nomina subito erede di Lieberman.