Fiamma Nirenstein Blog

Israele farà accordi soltanto quando l’odio avrà un freno

domenica 22 agosto 2010 Il Giornale 8 commenti
Il Giornale, 22 agosto 2010


I negoziati inizieranno il 2 settembre, ma la storia insegna che in passato i ritiri territoriali non hanno portato sicurezza
.

Ok, che inizino dunque il 2 settembre i negoziati fra israeliani e palestinesi che Obama e Hillary Clinton hanno annunciato: non si può che essere contenti di questa nuova speranza di accordo che secondo la Clinton dovrebbe essere raggiunto in un anno. Netanyahu e Abu Mazen non possono che preparare le valigie per Washington, verso questa nuovo photo-opportunity; il premier israeliano dovrà intanto accettare di bloccare di nuovo le costruzioni sia negli insediamenti sia a Gerusalemme; Abu Mazen dovrà accettare di pessimo umore un invito in cui non crede. Anche perché sa che un milione e mezzo di palestinesi non risponde al suo governo né al potere di Fatah. Pieni di paura o di fanatismo, sono i sudditi di Hamas a Gaza, e Hamas ha già dichiarato guerra ai nuovi colloqui. I palestinesi rispondono a due poteri, e fingere che Abu Mazen possa disporre di tutti quanti, ignora il nuovo ordine stabilito in medio oriente da una presenza iraniana che foraggia, esercita, arma l’organizzazione terroristica che domina Gaza proprio per lo scopo opposto di quello di Obama: fare la guerra, non la pace.

Ma prendiamo in considerazione le due parti in gioco: l’inviato americano per il medio oriente George Mithcell, che pure sta trascinando Abu Mazen al tavolo (Netanyahu già da tempo aveva accettato) ha messo le mani avanti per spiegare che le prospettive sono incerte. I passi avanti c’erano stati, altroché, tanto è vero che Abu Mazen insiste che ricomincino da dove erano stati lasciati, e non da zero. Ma se questo ricominciare da dove si era lasciato fosse autentico e non relativo alla mappa delle concessioni, allora c’è di che riflettere. Mitchell non deve dimenticare che «ritiro» non vuole dire «pace»: quando con gli accordi di Oslo l’esercito israeliano uscì da Gerico, Jenin, Ramallah, Betlemme, da tutte le città palestinesi della Cisgiordania, quando dunque una delle materie principali del contendere, cioè gli agglomerati di popolazione, furono lasciati, i territori liberati non divennero la base del prossimo Stato palestinese, ma basi da cui i terroristi suicidi intrapresero i loro viaggi di morte verso le città israeliane.

Gerusalemme: la divisione a sua volta non garantisce la pace, perché la convinzione del mondo palestinese è che essa debba appartenere completamente al mondo arabo e musulmano. Quando nell’ambito di Olso si arrivò a discutere a Camp David fra Ehud Barak, Bill Clinton e Arafat del destino del Monte del Tempio, Barak propose che Arafat se lo tenesse tutto fuorché la parte inferiore: Arafat negò allora ogni connessione storica, morale, culturale del popolo ebraico al Tempio distrutto dai Romani nel 70 d.C e disse che non poteva fare accordi su Gerusalemme se non voleva essere immediatamente assassinato.

Gerusalemme è per il mondo islamico un punto su cui è quasi impossibile trovare un accordo di cui giordani, sauditi, egiziani e ormai anche iraniani possano ritenersi soddisfatti. Il punto, come per la terra di Israele, è che essi non riconoscono agli ebrei lo status di popolo, di nazione legata a quel luogo, ma solo quello di una religione che come tale deve vivere, identicamente alla religione cristiana, in condizione di sottomissione, e non certo in quella della sovranità, sotto il potere musulmano.

Poi c’è il ritiro da Gaza nel 2005. Dopo lo sgombero, Israele si ritrovò vicino di un piccolo stato islamico estremista che risponde al potere iraniano e usa la terra liberata come rampa di lancio per i razzi. Lo stesso accadde nel 2000 con Hezbollah in Libano. Anche qui, perché il vero interesse dell’organizzazione estremista sciita ciò che importa è distruggere Israele: un interesse ideologico, non territoriale.

Più recentemente, l’accordo dell’ex premier Ehud Olmert con Abu Mazen, benché ancora più largo di quello di Oslo, non fu accettato, benché riconoscesse ai palestinesi anche il diritto alla riunificazione familiare sulla base del diritto al ritorno, la divisione di Gerusalemme con la definizione di un bacino sacro a sovranità internazionale. Abu Mazen non spiegò mai il perché, ma le motivazioni sono di carattere ideologico.

Proprio in questi giorni è stato inaugurato un monumento nel nome di Abu Samed «eroico martire» che con una cintura suicida si fece saltare per aria in un ristorante uccidendo un ragazzino di 16 anni e ferendo decine di persone. In Cisgiordania, due piazze sono state intitolate a Dalal Mughrabi, che con un attentato a un autobus uccise 37 passeggeri. Le concessioni territoriali da Israele verranno, la storia lo dimostra, se cambierà l’atteggiamento ideologico, se l’odio avrà un freno. Se Israele si sentirà sicuro.
Non è invece certo che i palestinesi siano d’accordo nel volere due Stati per due popoli, piuttosto che un popolo in armi contro un altro.

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stefano , USA
 martedì 31 agosto 2010  23:20:20

Rispondo a Ilaria: Hamas ha iniziato il suo negoziato, uccidendo 4 ebrei a Hebron, citta` Ebrea e sacra , dove nel 29 gli arabi fecero un massacro.Pagherete caro , pagherete tutto! Per sempre con Israele!



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 domenica 29 agosto 2010  09:27:13

Rispondo a Stefano: hai ragione nel dire che bisogna liberare Shalit, e che loro, i palestinesi si devono sbarazzare di Hamas. Ma penso che la negoziazione ci deve essere tra la parte civile dei Palestinesi, e gli Israeliani, loro sì, civilissimi!Un bacione, e vi auguro a tutti di riprendere con molta tranquillità!Ciao, un abbraccio, Ilaria Arri.



ada , napoli italia
 sabato 28 agosto 2010  22:06:04

Secondo me Clinton e Obama faranno un bel giro pubblicitario che produrrà l'ennesimo un buco nell'acqua... e lo sanno benissimo.Potranno dire di averci provato alla comunità ebrea d'America. Tutti noi diremo in coro "bravi, bravi" e il mondo intero sarà soddisfatto.Al prossimo attentato contro Israele esprimeranno solidarietà e diranno: "Noi ci abbiamo provato, ma qualcosa non ha funzionato: forse qualche israeliano ha manifestato antipatia nei confronti di qualche palestinese e, si sa, i palestinesi, ipersensibili come sono, hanno ritenuto giusto reagire alla provocarione facendo un piccolo massacrino di avvertimento.



stefano , USA
 venerdì 27 agosto 2010  20:20:54

Ma quale negoziato!!!!. Che liberino Shalit e si sbarazzino di Hamas!!



Mario Boninsegni , Massa - Italia
 lunedì 23 agosto 2010  17:45:30

Sono del tutto d'accordo con questo articolo.Israele ha il diritto dofere di esistere, di difendersi, di essere riconosciuta come Stato.Abu Mazen non rappresenta che una parte dei Palestinesi, e Hamas ed Ebollah, terroristi, sono armati a sobillati dall'Iran, la follia guerrafondaia del Medio Oriente.Ma forse Egitto e Giordania possono giocare un ruolo positivo nei negoziati, con la mediazione di Obama.Ma la speranza è l'ultima dea, ed io sogno e prego per la Pace per Israele.



David Flashman , Via Veneto, 45 Roma
 lunedì 23 agosto 2010  16:09:22

Carissima,Non capisco come mai L'Israele lascia libero di parlare contro L'Israele un traditore come uno che si chiama Azmi Bishara, cittadino Israele d'origini palestinese. E L'Israele sembra completamente disinteressato a tutte le stupidaggini che dice per denigrare le nostre origini. e ti prego di scrivere qualcosa al riguardo. Cosi Israele possa essere sensibilizzato un po.Grazie



cletti cristaldi , como italia
 lunedì 23 agosto 2010  11:15:17

Cara Fiamma è più che vero quello che dici ma l'odio è ormai il loro brodo di coltura, ci nascono dentro ed è alimentato in continuazione, inoltre come si può sperare che un accordo anche se raggiunto abbia valore quando una delle due parti fa della dissimulazione e quindi della menzogna una religione e uno stile di vita?



Adriano Romaldi , FALCONARA M. (an) ITALIA
 domenica 22 agosto 2010  20:58:06

Una pace duratura si ha quando si insegna ai bambini ad amare gli altri come nostri fratelli; questa è la speranza del futuro.Io credo che ogni uomo sia libero nelle sue scelte e, nonostante la nostra buona volontà, e qualsiasi scelta facciamo, la Pace è Dono!Gli americani, come una volta gli egiziani, ai quali si era affidata Israele, non sono Dio e non possono concedere alcuna vera Pace; per il resto si faranno, forse, due o quattro chiacchiere che contenteranno la "plebea massa".Con stima e speranza vera Dott. Adriano Romaldi



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