Fiamma Nirenstein Blog

Israele, Emirati e Bahrein rivoluzione in Medioriente «Una nuova alba di pace»

mercoledì 16 settembre 2020 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 16 settembre 2020

"Altri cinque Paesi presto si uniranno a questo grande slancio di pace". Saranno l'Oman? il Sudan? I loro rappresentanti erano alla cerimonia. Non si sa. Ma Trump ieri alla firma di pace è stato grandioso, ha promesso che più avanti l'Iran e finalmente anche i palestinesi capiranno che è tempo di pace e di prosperità. Vittorioso nonostante le consuete critiche, questa volta non è stato né sbruffone, né bugiardo come lo vuole la lettura classica, ha invece portato a casa, poco prima delle elezioni, un risultato impensabile, la pace fra Israele e due Paesi arabi importanti.
La firma della pace fra Israele gli Emirati e il Bahrain alla Casa Bianca sotto l'ala del presidente americano è costata uno sforzo ulteriore nella giornata di ieri dopo mesi di lavorio incessante, concessioni, rinunce, voli notturni, segreti… Quella di non darsi la mano in tempi di Corona Virus. Lo slancio entusiasta dei partecipanti, senza maschera, li ha quasi gettato li uni nella braccia degli altri diverse volte durante l'incontro sulla porta dove li attendeva il presidente americano, poi nel corso dei colloqui preventivi e infine al momento della firma. Gli accordi sono brevi, specie quello col Bahrain, ancora da definire in molte parti, ma carichi di un futuro rivoluzionario che aleggiava ieri a Washington.

La cronista, che ha visto con lacrime di gioia agli occhi anche la stretta di mano fra Rabin e Arafat sotto l'ala di Clinton (con Shimon Peres, che Rabin non voleva assolutamente portare con sé, e poi dovette arrendersi, al contrario di Bibi che ha insistito per andare da solo fino in fondo, ed è stato criticato per questo), sul prato della Casa Bianca il 13 settembre del '93, ricorda come le mani si strinsero ma tutto il linguaggio corporeo di Rabin, una persona intera e un patriota senza ombre, espresse la perplessità, il dubbio, persino la contrarietà verso il corpo fisico del nemico giurato del popolo ebraico, del terrorista armato. In effetti, dopo l'accordo di Oslo, il maggiore sforzo dei palestinesi è stato quello di negarlo tramite gli attacchi successivi.

Qui ieri è stato provato che, pur mantenendo anche la prospettiva di una pace coi palestinesi richiamata da Abdullah bin Zayed, il desiderio di equilibrio di pace di progresso di tanti paesi mediorientali va molto al di là di questo. Antonio Gutierres, il segretario generale  dell'ONU citato da Bret Stevens sul New York Times, ha detto che il conflitto israelo-palestinese rimane la chiave delle questioni mediorientale. Niente di più falso: chi oggi firma la pace sa che i milioni di morti, dispersi, profughi, le rivoluzioni interne e le repressioni spietate, l'ISIS, l'imperialismo iraniano, la politica di Erdogan, niente hanno a che fare con la vicenda palestinese.

Ed è da questa maledizione che il Medio Oriente positivo vuole emanciparsi: non dimentica i palestinesi, ha anche ottenuto di bloccare la sovranità sui "territori"del  primo piano Trump, ha spinto di nuovo a offerte e profferte di Israele e americane, ma se si guarda la sua stampa si capisce che per i palestinesi la porta si sta chiudendo, che tutte le accuse di tradimento di cospirazione rivolte ai paesi Arabi, sono ritenute inaccettabili, i giornali arabi pubblicano articoli di dura critica ai palestinesi, accusandoli di opportunismo incapacità, corruzione...
Trump a fianco di Melania, prima della firma, accanto a Netanyahu, si è slanciato fino a prevedere che sia i palestinesi che perfino l'Iran alla fine accetteranno l'ingresso tramite "la porta intelligente" come l'ha chiamata, contro quella aggressiva del terrorismo e della ferocia.
“Pace” alla fine ha ripetuto Trump con i rappresentanti degli Emirati e del Bahrain, è l'aspirazione di tutti, e Netanyahu di nuovo ha parlato del "circolo della pace": e fa molto pensare che oggi questo circolo possa essere individuato a destra, invece che, come è di prammatica sin dai tempi dell'Unione Sovietica, essere una richiesta della sinistra storica contro i guerrafondai imperialisti.

Il mondo liberal o le istituzioni che ne sono dominate, come l'ONU, o soprattutto come l'Unione Europea, non sanno più festeggiare la pace, anche quando è storica. Fa male che non ci fossero rappresentanti europei alla cerimonia, solo l'Ungheria era presente. Come lo si può spiegare?

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Fulvio Camellini , Reggio Emilia Italia
 giovedì 17 settembre 2020  09:29:22

Cara Fiamma, semplicemente si spiega con il mai scomparso ( sotterraneo dopo la 2° guerra) ma sempre diffuso e profondo antisemitismo dell'Europa, non importa se spesso mascherato da ridicolo antisionismo.Occorre ribadire come di questo sentimento siano principali responsabili le classi "intellettuali" e la grande stampa, dominate da qull'autentico cancro che é il l'ottuso conformismo dei seguaci di Pol Pot ( due esempi ? Tiziano Terzani e Moni Ovadia, poi santificati come guru) che é ancora maggioritario nella cultura italiana ed europea.Con stima e amicizia.Fulvio camellini



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