Israele e lo choc per i killer ebrei. Ma i criminali sono pochi e isolati
martedì 4 agosto 2015 Il Giornale 9 commenti
Il Giornale, 4 agosto 2015Molte volte, dalla sua nascita, Israele è stato un Paese in lutto. Gioia e dolore si alternano qui in forma diretta e violenta, quali conoscono soltanto le società in cui la storia prende il suo pedaggio divorando spesso giovani vite umane. Ma lo spettacolo del lutto di questi giorni, che non nasce dall'attacco terrorista palestinese che richiede, per essere fronteggiato con senso di giustizia e calma, determinazione e forza d'animo, è un urlo di dolore perché è accompagnato da qualcosa che per il popolo ebraico è intollerabile, un chiodo, una persecuzione continua: il senso di colpa. Su tutte le prime pagine ieri campeggiava il bel volto della quindicenne Shira Banki uccisa durante la parata del Gay Pride a Gerusalemme da Yishai Shlissel, un pazzo omofobo. L'uomo era appena uscito dalla prigione, un ebreo ultra ortodosso, come si dice qui, un antisionista lo definisce chi l'ha conosciuto, un maniaco preda di una malattia mentale legata alla sessualità. Ha accoltellato sei persone, le altre cinque sono fuori pericolo. La seconda tragedia è avvenuta venerdì scorso nel villaggio arabo di Duma, vicino a Nablus, in cui l'incendio appiccato alla casa della famiglia Dawabsheh ha causato la morte di un bellissimo bambino, Ali, 18 mesi.
Altri tre membri della famiglia disperata sono all'ospedale. Lo shock dei due delitti commessi da ebrei è certamente paragonabile a quello subito dalla società israeliana per la frequente, quasi abituale mattanza terrorista di bambini ebrei: gli assassini della piccola Shalhevet Pass, uccisa da un cecchino, la famiglia Fogel, Adele Biton, gli adolescenti Eyal, Gilad, Naftali... gettarono Israele nella disperazione né più né meno come l'assassinio di Shira e di Ali, stranamente legati nella sorte di essere stati travolti da un differenziato ma parimente frenetico odio ebraico. La reazione della classe dirigente è stata molto più composta di quella dei giornali e del pubblico, e questo deve dare da pensare a tutti noi che siamo ormai preda più dei media che di ogni altra espressione pubblica. L'omicidio di Shira e l'aggressione antigay è stata da tutti vista come una lesione della sacrosanta libertà democratica di vivere come si vuole in Israele, e sono stati condannati con le unghie e con i denti. Netanyahu ha detto: "Shira è stata assassinata per avere coraggiosamente sostenuto il principio che ogni persona ha diritto di vivere la propria vita nel rispetto e nella sicurezza… Non permetteremo a questo ripugnante assassino di minare i valori fondamentali su cui si basa la società israeliana. Condanniamo senza mezzi termini... e agiremo perché sia fatta giustizia".
Una riaffermazione della linea classica per cui Israele è un punto di riferimento nel mondo, oltre che naturalmente in tutto il Medio Oriente, del rispetto legislativo e sociale dei gay. Gli episodi di fuga in Israele di ragazzi e ragazze provenienti dai territori palestinesi è consueto, Israele è il rifugio obbligatorio per smettere di rischiare la vita ogni giorno. Ma, ironia della sorte, l'attacco ha portato via la vita di un fiore che voleva solo partecipare a un momento di lotta per la libertà. I media, oltre ad attaccare la polizia e a sostenere che se avesse individuato un arabo con atteggiamento aggressivo l'avrebbero certamente fermato prima dell'atto fatale, insistono anche sull'omofobia dei religiosi estremisti. Dato realistico, ma la conseguenza che se ne trae, ovvero che gli ortodossi sono pericolosi e odiosi in quanto tali va oltre la linea del pensiero logico. Prova ne sia che l'idiota assassino è sempre lo stesso aggressore che già dieci anni fa aveva tentato lo stesso crimine ed era restato per questo in galera fin'ora. Ci doveva restare ancora? Probabilmente sì. Non è stato abbastanza sorvegliato? Certamente no. Ma non era membro di una banda omofoba assassina, anche se fra gli ultraortodossi certo ci sono quelli che sanzionano gli omosessuali in maniera aggressiva. Di fatto, la società israeliana nei dibattiti sui giornali, si auto-criminalizza nel suo insieme, e ancora di più lo fa per la morte di Ali.
Di nuovo, le reazioni del Governo sono state durissime: Netanyahu dopo aver condannato il delitto definendolo terrorista, promettendo giustizia, scusandosi, ha telefonato ad Abu Mazen per profondersi in parole di lutto e vergogna. Non si è mai visto che una cosa simile sia stata fatta da un leader palestinese dopo i delitti prima elencati. Ma il presidente Reuven Rivlin si è spinto oltre: "Vergogna… Ogni società ha le sue frange estremiste ma che cosa c'è nell'atmosfera pubblica che permette all'estremismo e agli estremisti di muoversi con tanta tracotanza?". Questa richiesta di ammettere una colpa collettiva ha suscitato un doloroso dibattito che ha diviso ancora una volta l'opinione pubblica fra chi, ed è logico a sinistra, ritiene che l'era Netanyahu abbia portato a una strisciante presa di distanza dai principi della tolleranza e del rifiuto del razzismo, e chi invece non crede che Israele soffra per mancanza di moralità, al contrario.
Rivlin, inoltre, sembrava accusare i coloni, che per la grande maggioranza sono cittadini quieti, imbevuti di principi positivi verso il prossimo come detta l'ebraismo ("ama il prossimo tuo come te stesso" è una legge ebraica, non cristiana come spesso si crede) e non hanno niente a che fare con il gruppuscolo post-sionista che al posto dello Stato Ebraico vuole stabilire un "reame di Dio". Questi sono pochi e isolati. Le ingiuste generalizzazioni mettono Israele nell'angolo e servono a spingerlo verso il tribunale dell'Aya, come richiedono i palestinesi.
sabato 15 agosto 2015 10:36:13
Ms. Nirenstein, Posso leggere m non posso rispondere in Italiano e continuo in Inglele: You ought to be ashamed in your distortion of the murder by Jewish extremists of a baby and his father (the mother is also in severe danger in hospital). The Jewish murderers are part of the Jewish settlers who are the largest group of murderers for ideologies among Jews - more than 100 of them have been caught and trialed over the years, and many thousands among the Jewish settlers support their actions. The religious Jews (not the ultra-orthodox whose violence is minor) are the most dangerous and vicious, they lead an anti democratic ideology to transform Israel into a theocratic state, many of them rejoiced when Rabin was murdered by one of their group, Yigal Amir. The Judeo-Fascism is deep rooted in the settlers community and their helpers in the Israeli Knesset. You are misleading the Italians in your constant "explanation" of how much the other side is responsible, adn you are supplying more petroil to the next murder by Jewish Zealot, of which there are many thousands today. GO ahead as ambassador to cheat the public about the good intentions of the current government of Israel, you support their racism ,apartheidist activities, and anti democratic law making. Shame on you !!
Ernesto Fecarotta , Catania
mercoledì 12 agosto 2015 20:21:22
....senza voler entrare in dotte disquisizioni..... ,augurandoLe buon lavoro,sono tuttavia costretto a farLe notare che il Vecchio Testamento è rivelazione comune a noi cristiani e quindi I Dieci Comandamenti....inoltre Gesù Cristo, ebreo, omologa dicendo nel Vangelo di Matteo :...« Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? ». Al giovane che gli rivolge questa domanda, Gesù risponde innanzi tutto richiamando la necessità di riconoscere Dio come « il solo Buono », come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni bene. Poi Gesù gli dice: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed elenca al suo interlocutore i comandamenti che riguardano l'amore del prossimo: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre ». Infine Gesù riassume questi comandamenti in una formulazione positiva: « Ama il prossimo tuo come te stesso » (Mt 19,16-19)..... Dividiamoci su altre cose......,uniamoci nelle cose belle e tutto andrà meglio....vedrà.....
maddalena matarazzo , salerno
martedì 11 agosto 2015 18:06:06
Grande Fiamma! Sempre d'accordo con te! Am Israel Chai!
Massimo Maggioni , Piombino
martedì 11 agosto 2015 14:34:58
La splendida notizia della sua nomina ad Ambasciatrice d'Israele in Italia ha illuminato questa nuvolosa mattina d'agosto. Mi permetta di congratularmi con Lei, ma è soprattutto l'Italia ad avere questa fortuna immeritata, e ce n'era bisogno! Potrà così difendere in prima persona le ragioni d'Israele, della nostra civiltà e dell'Ebraismo italiano le cui vicissitudini mi hanno sempre appassionato ( dal tempo dei miei, ahimè, remoti studi storici presso l'Università fiorentina). Purtroppo non potremo più ascoltare la sua voce nella sua rubrica su radioradicale. Di nuovo mi permetto di esprimerLe tutta la mia gioia.Massimo Maggioni
Paola Bollini , Varese - Italia
martedì 11 agosto 2015 11:35:58
Mi congratulo per la nomina ad ambasciatore. Sono felice della scelta e sicura che il suo lavoro sarà impeccabile.Buon lavoro di cuore Paola Bollini
David Abraham , Romania
martedì 11 agosto 2015 10:59:57
Carissima Fiamma (mi permetto di chiamarLa per nome anche per via del grande rispetto che ho per chi dedica la vita a fare quello che sto facendo anche io, come dovrebbe farlo ogni ebreo, combattere l'antisemitismo ed il razzismo), prima di tutto mi permetto di congratularLa per la Sua nomina ad Ambasciatrice in Italia, e mi aspetto che la ns sinistra cominci a trasudare freddo, visto che sono diventati, da decenni ormai, peggio dei nazisti (la povera Oriana aveva pienamente ragione quando diceva di vergognarsi di questa sinistra e che lei, che con gli Israeliani aveva sempre litigato di brutto, stava con gli Ebrei). Ritornando all'articolo, anche se le do ragione sul fatto che i criminali tra gli Ebrei sono pochi, questo caso, tuttavia, continua sempre a puzzarmi di messa in scena tipica di Hamas e di Fatah (non sarebbe ne la prima e,purtroppo, credo che non sarà neanche l'ultima volta). Non per altro, ma ci sono due quesiti ai quali non si e data ancora la risposta:1) Perché il paese ha rifiutato di collaborare con gli investigatori della IDF e ha nascosto tutte le prove?2) La stampa evita, con grande accuratezza, di menzionare il fatto che la famiglia in questione era membra di un clan che si trovava in conflitto con un altro clan locale da 18 anni. Come al solito, questo fatto non e stato menzionato da coloro che sono sempre pronti a saltare al collo degli ebrei per soddisfare la loro sete di sangue (che, purtroppo, sembra non finire mai).Tuttavia, continuo sempre a sperare che, un giorno, il mondo capisca che abbiamo tutti il diritto di poter vivere in pace (senza dover costantemente temere per la nostra vita per colpa del terrorismo, dell'Iran o di Obama e di tutti gli altri razzisti).
Maurizo Maria Cocco , Velletri (Roma) ITALIA
martedì 4 agosto 2015 23:03:23
Carissima Fiamma, mi permetto di chiamarLa per nome dato che ho una nipote sua omonima, condivido pienamente il Suo articolo. Ho vissuto in prima persona negli anni '60 i bombardamenti che dalle alture del Golan colpivano il kibbutz de En Gev, dove mi trovavo per delle ricerche universitarie nel sito archeologico di Susita, Molti dei giovani che ho conosciuto in quel periodo sono Caduti eroicamente nella difesa della Patria. Ho assistito al Giuramento delle nuove leve dell'esercito a Masada: "Metzada' shenit lo tippol" e mi sono venute le lacrime agli occhi!Sono profondamente convinto della democraticità dello Stato israeliano e mi auguro con tutto il cuore che la pace torni a regnare in quella tormentata parte del mondo che sento tanto vicina a me. Maurizio Maria Cocco
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
martedì 4 agosto 2015 15:20:20
Cara Fiamma, premessa l'ovvia condanna per tutti i delitti, comunque motivati (NON GIUSTIFICATI, nessuno lo è), resta il fatto (non consolatorio) che in tutti i popoli si sviluppano derive delinquenziali (inutile stilare casistiche e statistiche: tot dei “nostri” e tot dei “loro” come responsabili).------- Questo avviene più facilmente in un “calderone in ebollizione” quale è il Medio Oriente, in cui predomina il desiderio di vendetta per i torti subiti (veri o presunti) e per la infelicità generata da una vita non serena e perennemente conflittuale, in modo disumano (si potrebbe dire diabolico).----- Naturalmente la cosa giusta è perseguire i propri delinquenti (ed evitare di esaltarli come “martiri della fede”, se suicidi in attentati.....): semplice ONESTA' INTELLETTUALE. ----- Sono poi da evitare le ideologie politiche e religiose dietro cui nascondersi.----- Va bene “Ama il prossimo tuo come te stesso”, possibilmente se non c'è una controparte che ci ricorda (e mette in pratica) che ama più la morte che la vita.----- Difficile intendersi.
Piero Sammut , southampton inghilterra
martedì 4 agosto 2015 14:26:13
Signora Nirenstein,Non sono certo che l`incendio era stato commesso da persone Israele. Il scritto sul muro non e` prova dell incendio era una prova che i criminari erano Ebrei. piu`tosto che sono stati arabi. Quest fatto mi sembra che e` stato di arabo. Non e` stato la prima volta che fanno questo. Non sono convinto, sapiamo altre volte di cosa hanno fatto.