ISRAELE E HAIDER, POLITICA E SENTIMENTI IL RE DEL SOLARIUM
domenica 10 ottobre 1999 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
ISRAELE ha ragione o torto quando minaccia l’ Austria di una severa
rottura
(forse addirittura diplomatica) se Joerg Haider dovesse entrare al
governo?
Ci sono molte buone ragioni che parlano di sentimenti più che di
politica e
altre che invece sconsigliano da un simile atteggiamento.
Le buone ragioni riguardano il conto aperto fra Israele e Austria:
non c’ è
Paese da cui si è emanato, negli anni, un più invincibile sentimento
antisemita tradotto in politica. Le pietose menzogne sulla vera
natura
dell’ Anschluss non possono nascondere l’ autentica simpatia, anzi la
passione
austriaca per il nazismo al tempo di Hitler; non coprono, in seguito,
le
scorie che sono venute a galla con il passato del presidente Kurt
Waldheim,
e con la sua militante quanto irrazionale politica anti-israeliana ai
tempi
più brutti dell’ Onu; non leniscono la ferita di aver visto un
viennese ebreo
come Bruno Kreisky abbracciare, senza nessuna ombra di dubbio, la
causa di
un Arafat che a quel tempo ordinava stragi di atleti e di bambini
suscitando
la disperazione di Golda Meyer, ch’ egli disprezzava. La vittoria
della
xenofobo Joerg Haider, un populista macho e fatuo al contempo,
insieme un re
del solarium (è sempre abbronzato) e della battuta che riabilita le
SS e
devaluta lo sterminio degli ebrei, è stata semplicemente la goccia di
storia
che ha fatto traboccare il vaso; Israele ha sentito come uno schiaffo
in
pieno viso il fatto che l’ Europa, che solo cinquant’ anni fa ha
cercato di
eliminare l’ intera stirpe ebraica, non sappia già più guardarsi
indietro e
arretrare in preda all’ orrore, anzi. Inoltre viviamo il tempo in cui
le
ragioni etiche talora sovrastano quelle delle nazioni.
D’ altra parte, però , la politica ha delle leggi che richiedono la
perfetta
identificazione dell’ interlocutore, pena la possibilità di sbagliare
clamorosamente mossa. E che Haider sia un nazista, non sembra affatto
provato: un uomo di destra estrema sì ; un xenofobo, anche; un
personaggio
molto sgradevole sul piano morale ed estetico da chi desideri un
mondo
grande e complesso, pure; ma come lui e anche moltissimi commentatori
affermano, di antisemitismo esplicito nella sua storia non c’ è
traccia. C’ è
invece quella xenofobia globale che nasce appunto dalla paura della
globalizzazione e dei grandi sommovimenti etnici e sociali che essa
porta
con sé . Ma allora, Israele, per questo, avrebbe dovuto rompere i
rapporti
con l’ Italia al tempo in cui, per esempio, Bossi sedeva al governo.
Scambiare questo con l’ emergenza nazista, soprattutto dato l’ attuale
rilancio dei rapporti tra l’ Europa e Israele, non sembra opportuno.
Le
ferite dolgono sempre, e a ragione, ma il dolore deve rischiare e non
oscurare la strada.