Israele, come vivere felici nonostante l'Intifada
venerdì 18 marzo 2016 Il Giornale 8 commenti
Il Giornale, 18 marzo 2016 La felicità, alla fine che cos'è? Un articolo su Il Giornale lo spiegava ieri: il PIL, l'aspettativa di una buona vita, il sostegno sociale. Così la Danimarca è il primo Paese della lista del World Happiness Report, e la Svizzera il secondo, e l'Islanda e la Norvegia il terzo e il quarto... Semplice: la calma, la quiete, il verde rendono felici, ovvero tutti quei parametri che uno si aspetta influiscano, funzionano. Eppure quando si arriva al numero 11 (e bisogna pensare che l'Italia è la cinquantesima in lista) troviamo Israele, e allora chi non lo conosce deve sforzarsi e compiere una bella capriola filosofica e, fuori delle foreste ossigenate e pettinate, pensare. Perchè quel Paese da sempre in guerra, Israele, è felice, molto felice, addirittura sempre più felice: è salita dal 14esimo posto della lista precedente all'11esimo odierno nonostante le terribili perdite, il terrorismo, l'impervio compito di far fiorire il deserto, il clima talora molto caldo, nonostante lo scontro interno fra componenti ideologiche diversissime, con i super laici di Tel Aviv, i haredim, Pace Adesso, i coloni, la destra, la sinistra.
Nonostante le critiche furibonde e ossessive dell'universo mondo, nonostante le disparità sociali che la mettono sempre a confronto col tema della povertà di parte della popolazione. Perché? Se io, che ci ho vissuto e ci vivo, penso alla felicità descritta nelle statistiche, mi viene prima di tutto in mente una marea di bambini: li vedo a Gerusalemme e a Tel Aviv, nei parchi e al mare. Sciamano per la strada, nei luoghi pubblici in carrozzina, nei supermarket sui trolley, sui mezzi di trasporto, ai bar, ai ristoranti. Chiedono, cantano, insistono.
In Italia, in Europa i livelli di crescita sono sottozero. Invece il Popolo ebraico esso ha trovato in Israele la terra della sua rinascita, ed è questo che lo rende felice. Ha uno scopo, un significato: ha sofferto, ma è sopravvissuto, ha fatto di Israele il nido della sua vittoria morale. Lo ha fatto al meglio, diventando indispensabile al mondo intero con le sue scoperte mediche e tecnologiche. Ha costruito università, strade, ferrovie, satelliti, ha inventato i più nuovi computer. Ascolta musica e legge libri, i giovani organizzano feste e le famiglie passeggiano senza tregua, ogni week end, esplorando adesso la fioritura dei peschi, e fra un po’ dei papaveri. Quindi Israele è contento, semplicemente di essere vivo e di proseguire con successo la sua vittoriosa lotta quotidiana per farcela. E producendo nel compito molti eroi, ci è abituato e non fa tante storie.
La seconda evidente ragione della sua felicità, è che ha una comunità che resta unita anche quando si scontra in un confronto super critico. La gente di Israele è contenta perché è "insieme", la famiglia è unita, i giovani della stessa generazione hanno mille occasioni, prima fra tutte l'esercito, per sentirsi una cosa sola. Le feste religiose sono una maniera di vivere una incredibile esperienza culturale insieme, religiosi e laici. Nel giorno di Kippur, Gerusalemme e Tel Aviv sono isole di silenzio, negli spazi senza traffico sfrecciano le biciclette dei ragazzini, tutta la gente tace e digiuna; i supermarket vendono solo pane azzimo nella settimana di Pesach e tutti sanno perché: religiosi e laici, tutti furono schiavi in Egitto. E ora sono liberi, in Israele. Quindi sono felici.
lunedì 21 marzo 2016 01:33:52
Bel pezzo Fiamma! Grazie!
Cornel Romano , Kibbutz RR
domenica 20 marzo 2016 00:05:43
Come uno che vive questa realta, trovo che hai trovato le parole le piu giuste per descrivere la vita qui...grazie, Fiamma
angelo barbaro , caorle/venezia
sabato 19 marzo 2016 20:48:12
Israele, sogno da "inseguire", il sogno che da speranza, esempio per un mondo migliore ! Quotidianamente assistiamo a porcherie contro gli ebrei, contro israele additandolo come il male del mondo, essi non sanno cio che dicono, la loro "testa", non e' neppure disponibile all' ascolto, peccato non sanno cio' che perdono.
angelo barbaro , caorle/venezia
sabato 19 marzo 2016 20:37:59
Israele, sogno da "inseguire", il sogno che da speranza, esempio per un mondo migliore ! Quotidianamente assistiamo a porcherie contro gli ebrei, contro israele additandolo come il male del mondo, essi non sanno cio che dicono, la loro "testa", non e' neppure disponibile all' ascolto, peccato non sanno cio' che perdono.
Fiamma Nirenstein , roma
sabato 19 marzo 2016 19:46:32
Grazie! Fiamma Nirenstein
Adriano da Cingoli (Romaldi) , FALCONARA MARITTIMA ITALIA
sabato 19 marzo 2016 16:55:37
Quello che dice mi commuove, mi porta a considerare Israele come mio fratello maggiore, come diceva nel suo libro il Rabbino Elio Toaf. Molte volte apro il Diario (breviario) di Etty Hillesum e guardo con stupore come Dio non facia preferenze di persone ma ama coloro che lo temono e fanno la sua volontà. Un anno prima di morire il mio padre spirituale, con appresso la bombola di ossigeno mi ha detto queste parole: "Non importa se swei Mezzo Ebreo, mezzo mussulmano o mezzo cristiano, interessa che lo sia tutto interamente". Le lascio questo testamento per ringraziarla delle sue parole augurandole il bene che ogni persona vorrebbe per se e per la sua Patria. Shalòm e che Dio si faccia conoscere ad ogni uomo. Adriano Romaldi
giuseppe casarini , binasco (MI)
sabato 19 marzo 2016 12:25:00
Viva Israele paese meraviglioso!Shalom e Buon Sabato Ebraico
Marino , Finlandia
sabato 19 marzo 2016 08:16:29
Bellissimo articolo