Israel, il matematico che smascherò l’antisemitismo di oggi
Il Giornale, 26 settembre 2015
Paolo, il maggiore dei figli di Giorgio Israel, ieri, in piedi vicino alla bara di suo padre con i due fratelli più piccoli Alberto e Giacomo, ha voluto ricordare il padre ringraziandolo per il dono della frequentazione della montagna, per la costanza del cammino verso la meta, per l'incanto delle vette; per avergli insegnato ad amare la musica; per aver cucinato così bene per tutta la famiglia leggendo libri di cucina. Così era Giorgio, un falò di amore per la vita, e la vicina del terrazzino della casa di Ostia mi sussurra mentre risuonano le parole ebraiche del saluto ai defunti, fra i Salmi e il Gan Eden: "Come farà senza sentire quel gran chiacchierare così intelligente e fitto fitto che proveniva sempre dalla terrazza accanto fra lui e la moglie Ana". E la cultura italiana? Come farà, adesso che Giorgio se n'è andato a 70 anni con quel gigantesco, variegato, straordinario patrimonio non solo di sapienza, ma di valori che facevano un tutt'uno dell'ebraismo e della matematica, della scienza e del sionismo, della battaglia contro l'eugenetica con quella contro il totalitarismo, il razzismo, il lager, il gulag, ma anche contro la scuola corrotta dall'ideologismo, contro il rifiuto della religione ma anche contro il bigottismo e la rigidità, contro il politically correct di ogni genere, insomma.
Giorgio, nato nel 1945 a Roma era figlio di Saul Israel, un medico umanista e scrittore, che da Salonicco fu costretto a spostarsi a Parigi e poi a Roma. Doveva essere un personaggio straordinario per come lo ha raccontato Giorgio e per il ricordo che è rimasto di lui. Il rapporto con Parigi è rimasto profondo nella vita di Giorgio, che era perfettamente bilingue, e mentre era professore ordinario di matematiche complementari alla Sapienza di Roma, era anche membro dell'Académie internationale d'histoire des sciences. Alla Sapienza, ed è per la cronista come la descrizione di un grande esperimento di magia, teneva due corsi: teoria dei giochi e modellistica matematica.
Giorgio Israel aveva una mente che con rigore percorreva le sue fantasie, che quando individuava un obiettivo marciava senza farsi distrarre, e sempre esso aveva a che fare tuttavia con una sua determinazione morale e teorica. Nella sua perfetta passionalità morale Giorgio era un vero ebreo, con i suoi trenta volumi e i suoi 200 articoli scientifici, con la sua esplorazione ipercritica nella storia della scienza nella cultura europea, nel suo scoprirne le complicità con le idee autoritarie anche oggi pur amandola alla follia. Come citare i suoi testi senza ignorarne altri parimenti meritevoli? Proviamo a elencare i contribuiti alla divulgazione, come "Modelli matematici" e "Pensare in matematica" che vuole superare l'errore: "Ah io di matematica non capisco niente", per far capire che è il pilastro irrinunciabile del pensiero occidentale. Il libro è scritto con Ana Gasca. Molto importanti anche "La mano invisibile. L'equilibrio economico nella teoria della scienza" scritto con Bruna Ingrao; "Il mondo come gioco matematico. John von Neumann scienziato del 900" una biografia di nuovo scritto con Gasca.
Per chi scrive lo sfondo scientifico si faceva reale solo quando Giorgio lo utilizzava per spiegare le sue dure, dirette, audaci posizioni, per esempio quando, come ha fatto in tanti articoli su Tempi e su Il Foglio (ma ha anche scritto per Il Giornale, L'Unità, L'Osservatore Romano...) descriveva con entusiasmo il suo rifiuto per la manipolazione legata all'eugenetica, di cui denunciava, nonostante la fine dei regimi razzisti, la sua permanenza nelle nostre vite. Gli sono costate queste e altre audacie, un'errata accusa di appartenenza politica alla "destra": invece non esisteva essere più determinato verso i diritti umani e l'eguaglianza di Giorgio. Ma Giorgio era profondamente ebreo e anche sionista e questo lo ha ancora di più spinto nell'angolo del castigo. Israel è stato fra i pochissimi che ha smascherato sin dal suo primo inizio il travestimento dell'antisemitismo da critica allo Stato d'Israele: il suo disgusto per la discriminazione degli ebrei ha prodotto decine di scritti.
Si contano sulle dita di una mano, con Rosellina Balbi, quelli che sin dal primo momento, nel 1967, individuarono il mostro risorgente. Israel scrisse una famosa lettera a Lama dopo la ripugnante manifestazione con le bare davanti alla sinagoga cui seguì l'attacco terrorista che uccise Stefano Taché, in cui analizza la deriva antisemita di quella parte del movimento operaio. Giorgio si riaffaccia nelle librerie in questi giorni, il suo pensiero seguita a fiorire: "La questione ebraica" è uscita da poco riletta e corretta da Giorgio stesso, e adesso esce anche "Abolire la scuola media?" in cui si guarda ai bassi punteggi ottenuti dagli studenti. Per Giorgio è la svalutazione della conoscenza, la giustificazione continua della mancanza di sforzo nello studio, che hanno prodotto il crollo dell'apprendimento. Giorgio Israel la diceva tutta, la sua vita intensa e ricchissima è stata come il suo cognome: passione, etica, generosità, guerra... e guai a sgarrare.
Alla mia età di quasi settantasette anni come medico e come rabbino ho vista tanti personaggi importanti che ci hanno lasciato ma chevivon in noi perchè maestri di pensiero e di vita.Io sono un rabbino ortodosso direi moderno che considera tutti gli ebrei parte di una grande famiglia ma mi rendo conto che il peggiore antisemitismo viene proprio dal nostro interno,Le sue parole sono un commovente messaggio di uno di noi che ci ha lasciato ma con una eredità ebraica che non muorirà. Shalom e Kag Sameach dal Rav Di Mauro
raffaele david , israel
Toda raba
giuseppe casarini , binasco (MI)
Grazie cara Signora Fiamma per il bel ricordo del grande Scienziato e Letterato Giorgio Israel..riposi nella Pace dei Giusti.Condoglianze alla Famiglia ed alla Comunità Ebraica Italianashalomggc