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Islam sempre più violento

domenica 4 dicembre 2016 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 04 dicembre 2016

È come per il terrorismo: se non si muovono i grandi della religione continuerà così per sempre. E allora sarà inutile parlare di integrazione. La violenza contro le donne musulmane, il disprezzo per il loro corpo, la loro segregazione devono essere condannati: lo ripetiamo nel giorno in cui una ragazzina di origine nordafricana ha subito dalla madre botte e minacce tali da spingere la magistratura di Udine a ordinare che sia rifugiata in una struttura protetta. Cosa faceva di male? Obbligata a prendere l'autobus con il velo, a scuola per sentirsi integrata se lo levava per poi indossarlo di nuovo quando tornava in prigione, pardon, a casa. Ma la mamma ha fatto un'incursione a sorpresa e l'ha riempita di botte tali da segnarle il viso e anche l'anima.

Chi è islamofobico qui? Chi denuncia il fatto o la mamma che pensa che l'islam consista in misure coercitive e in botte? Purtroppo molti clerici le darebbero ragione. La ragazza era terrorizzata dalla minaccia del ritorno del padre, che alle botte chissà che altro poteva aggiungere. E aveva ben ragione, se si pensa alla sequela di omicidi che segnano il cammino della mancata integrazione. Subito torna in mente un episodio che avrebbe dovuto insegnare tanto: quello di Hina Saleem, uccisa dai genitori perché viveva con un ragazzo italiano a Brescia nel modo più sanguinoso possibile, e poi seppellita in una buca.

A Pordenone l' 11 settembre del 2009 un'altra ragazza, Sanaa Dafari, aveva subito la stessa sorte. La lista è interminabile e colpisce che il tempo non passi mai e che si perpetuino queste violenze come scritte sulla pietra di una storia immobile: è il mondo islamico che dovrebbe farne il suo più importante tema insieme al terrorismo, del femminicidio, del diritto di picchiare moglie e donne di casa, delle mutilazioni genitali, della poligamia che sancisce che un uomo vale quattro donne, della legislazione di Paesi per cui la testimonianza della donna vale metà di quella di un uomo.

Anche il mondo giudaico cristiano è ingiusto con la donna, e spesso perpetra delitti e stupri, ma una continua onda di protesta batte la roccia, imponendo leggi di eguaglianza e contro la violenza. Si chiama progresso, a volte non hai più tanta voglia di crederci, ma non c'è dubbio che la nostra condizione della donna è cambiata. A me torna sempre in mente la storia di quei due bimbi di 6 e 9 anni, marocchini d'origine, che riuscirono a fermare il padre che picchiava la mamma con un ferro da stiro chiamando la polizia. Nel nostro mondo queste cose non succedono? Molto meno, e nessuno osa codificarle come un diritto.

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Sandro961 , Torino/Italia
 domenica 4 dicembre 2016  21:27:11

Sarebbe questa la "cultura dell'altro" da rispettare? Rispettare non significa rinunciare alla propria cultura e alle proprie tradizioni per compiacere l'ospite (ricordate certi presidi che hanno fatto togliere i crocifissi dalle loro scuole per non urtare la sensibilità dei loro alunni islamici e delle loro famiglie).Fa specie pensare che la cultura islamica, appena nata, aveva permesso all'occidente di conoscere i filosofi greci ed aveva integrato la matematica con invenzioni tuttora in uso ("algebra" se non erro, è una parola di derivazione araba), sia la stessa che oggi si pone contro l'occidente.Sembra che le parti si siano invertite. Mentre l'Europa viveva il suo medioevo oscurantista, la cultura islamica era molto avanzata, mentre oggi, a mille anni e più di distanza, ad essere arretrato è l'islam, mentre l'occidente ha fatto tutto un percorso che lo ha portato verso il progresso tecnico, scientifico e sociale. Con buona pace di coloro che mettono tutto in discussione.



Sandro961 , Torino/Italia
 domenica 4 dicembre 2016  21:13:01

Cose di cui ormai sono pieni i mezzi di informazione. Non manca giorno in cui non si trovi la notizia di qualche porcheria ai danni di qualcuno - generalmente soggetti deboli come donne e bambini- che vengono fatti oggetto di "attenzioni particolari".Ricordo particolarmente un episodio particolarmente piacevole. E lo ricordo ancora oggi perché avvenne l'anno in cui l'euro cominciò a circolare nelle tasche degli italiani. Mi pare fosse il 2002.Passate le festività - era il 2 gennaio 2002 o già di lì, ero rimasto al bar sotto casa dopo essere andato in banca a cambiare quelle poche lire che avevo in tasca. Mi ero fermato a pranzare perché non avevo granché voglia di spadellare.Verso mezzogiorno entrò nel locale uno scugnizzo di circa 8 anni sudicio come pochi, con una busta di plastica- parimenti sudicia, contenente carabattole di vario tipo che il bimbetto si proponeva di vendere a chi gli avesse dato un minimo di attenzione. Cosa assai difficile nel centro di una città, ove la gente di norma è abituata a farsi gli affari propri salvo poi osservare il vicino per farne l'argomento preferito per le proprie conversazioni.Ma torniamo alla nostra storia.Premetto che io non so mercanteggiare. Non mi è stato insegnato, e forse questo è il difetto che mi ha portato ad essere vittima delle fregature più bieche.Per cui, appena trovato un "articolo" di mio interesse, (si trattava di poca cosa: qualche accendino e forse qualche giocattolo, comprato giusto per levarmi il moccioso dai piedi), Gli rifilai una banconota da 20 euro. allora non avevo ancora bene in mente il rapporto di valore tra la vecchia e la nuova moneta. Per me "20" significava soltanto "20" e stop.La sera, saranno state le 19 o le 20, riscesi al bar e me lo ritrovai davanti che mercanteggiava con altri avventori la vendita di qualche altro "articolo" del suo "negozio".Provate ad immaginare un bambino tutto solo d'inverno in giro a quell'ora di sera.Peggio dei nostri "scius



Rav Di Mauro Stefano , Gerusalem Israel
 domenica 4 dicembre 2016  18:05:40

NON C'E' PROGRESSO UMANO E CIVILE FINO A TANTO CHE LA DONNA NON E' CONSIDERATA UGUALE ALL'UOMO COME UN FATTO NORMALE E NON ECCEZIONALE



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