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Iran, trovato l’accordo sul nucleare. Così Obama si vanta di un harakiri

venerdì 3 aprile 2015 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 03 aprile 2015

Un risultato storico, si è vantato Obama del conseguito accordo con l'Iran che ieri sera è stato annunciato, e assicura che qui si è fermata la corsa iraniana verso il nucleare. E' stato un discorso preparato con molta cura, molti particolari, già una risposta al Congresso che probabilmente impugnerà la decisione. Ha cercato di convincere della forza pratica e morale dell'accordo, ha garantito che l'Iran non sarà più in grado di usare un numero sufficiente di centrifughe, ha garantito che non si parlerà più di plutonio perché ad Arak non sarà più possibile arricchirlo, ha difeso con grande entusiasmo la scelta diplomatica la cui alternativa ha detto, è solo la guerra. Ha attaccato gli "uomini scettici" che non hanno creduto nel suo programma, ha lodato il conseguimento di "un buon accordo" in polemica con Netanyahu che ha sempre paventato "un cattivo accordo". E di fatto non sembra a prima vista un buon accordo il risultato della grande fatica di cui Obama è tanto fiero, non appare che siano state stabilite regole che consentano un pieno controllo su un Paese molto abile nel nascondere i suoi segreti, o inventate norme che impediranno, una volta lasciate nella mani degli Ayatollah 6000 centrifughe, l'arricchimento che porti alla bomba atomica.

Obama si è vantato in maniera autoreferenziale e vanitosa di un accordo problematico con un interlocutore inaffidabile e oltremodo pericoloso. La conferenza stampa di presentazione e stata modesta, soltanto con Federica Mogherini, ministro degli Esteri europeo, e Mohammad Jawad Zarif, il ministro iraniano, mentre Kerry ha preferito presentarsi da solo alla stampa. Lui ha ringraziato Obama, Obama lui. Dopo più di dieci anni di trattative con l'Iran perché cessi la sua corsa alla bomba atomica, di fatto l'Iran porta a casa molto di ciò che volevano per proseguire in una trattativa che comunque gli consente di continuare ancora ad arricchire l'uranio. L'incontro di Losanna appena conclusosi fra i P5+1 e la delegazione della Repubblica islamica dopo 18 mesi di discussioni, non dà certo il risultato pacificante che Obama loda, il fallimento scansato in parte spingendo sul gas delle concessioni all'ultimo minuto per paura del disdoro che sarebbe derivato all'Amministrazione. Obama da quello che si capisce in queste ore ha rinunciato a molte delle sue decisioni iniziali. Si è lavorato negli ultimi giorni fino a orari proibitivi in colloqui densi di pressioni americane, di scetticismo europeo, di furbizie dei russi, amici dell'Iran nella difesa di Bashar Assad in Siria e in altre disinvolte scelte internazionali. L'accordo di ieri sembra soddisfare soprattutto le richieste iraniane, a partire dalla determinazione degli Ayatollah a non firmare, come voleva Obama, un accordo cornice e alla promessa di sollevare l'Iran da tutte le sanzioni quando l'incontro entrerà in funzione.

L'accordo dura solo dieci anni, un battito di ciglia rispetto alle ambizioni nucleari dell'Iran. E già sappiamo che se a giugno si conclude, l'Iran può proseguire l'arricchimento, che mantiene 6000 centrifughe, che le centrali di Fordo e di Arak restano in piedi e funzionanti. L'uranio già arricchito sarà mantenuto solo in parte in Iran. Netanyahu, voce che grida nel deserto, mentre Israele da ieri trema per il probabile rapimento di un giovane di 22 anni nella zona di Hevron, ricorda al mondo che nelle stesse ore in cui si sigla l'accordo, l'Iran compie feroci azioni imperialiste in Siria, in Iraq, in Yemen, in Libano. E' difficile se non in una logica di disperazione strategica capire perché Obama, seguito con la consueta irresolutezza (solo per un attimo la Francia ha dissentito) dall'Europa abbia puntato il suo stesso retaggio su un Paese il cui record di diritti umani è fra i più disgustosi che si possano immaginare, e che ancora l'altro ieri per bocca del capo della sua prima milizia, i basiji, dichiarava che "la distruzione dello Stato d'Israele non è negoziabile".

Il prezzo nella memoria futura può essere tragico quanto il panorama di una terra bruciata con i suoi abitanti in un secondo Olocausto; oppure nella nuclearizzazione di tutto il Medio Oriente, minacciata dai sauditi e dagli egiziani, stupefatti dalla scelta di alleanze che non punta sui musulmani sunniti moderati, ma sugli sciiti estremisti della Repubblica islamica degli Ayatollah, che puntano al nucleare per promuovere l'Armageddon che porterà al venuta del Mahdi, il messia. Possiamo puntare solo sulla loro sempiterna determinazione a rimandare ogni accordo per guadagnare tempo per arricchire altro uranio.

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Silvio Riva , MILANO - ITALIA
 lunedì 6 aprile 2015  22:01:27

Cara Fiamma, è utile ricordare alcune notazioni riportate in altri commenti.---- Sto visionando il Corano spiegato da Magdi Cristiano Allam, e mi pare uno strumento utile a chiarire le idee agli “uomini e donne di buona volontà”, onde evitare gli effetti della disinformazione disonesta, del relativismo, delle varie ideologie, del “buonismo” fuori luogo e, in ogni caso, della semplice ignoranza.----- IL TUTTO PER EVITARE IL RISCHIO DI NOSTRA “SOTTOMISSIONE” (che quelli vorrebbero ottenere). ----- Ritengo utile anche raccogliere tutti i dati storici documentati che aiutino a capire come stanno le cose, anche nella Storia più recente.----- Per esempio il contenzioso fra Israele e palestinesi, che, nel seguente aneddoto evidenzia una pericolosa componente del “modus operandi” degli islamici: LA DISSIMULAZIONE, se necessaria a conseguire uno scopo, vista come “virtuosa” e lodata secondo il Corano.----- Quando il 10 Maggio 1994, in un sermone pronunciato in una moschea di Johannesburg, l'allora presidente palestinese Yasser Arafat disse, a proposito dell'accordo di pace sottoscritto con il premier israeliano Yitzhak Rabin il 13 Settembre 1993:----- “Questo accordo non rappresenta per me più dell'accordo concluso dal nostro profeta Maometto con i Quraishiti”, emerse l'inganno islamico che contempla solo la tregua con il nemico, ma non la pace.----- La “hudna”, la tregua di Hudaybiya, risale al 628 d.C..e, in sintesi, ricoirda il primo tentativo, fallito, di Maometto (con circa 1.600 seguaci), di impadronirsi della Mecca, al che accettò una tregua in cambio della possibilità di fare il pellegrinaggio rituale.- L'anno successivo, radunati 10.000 uomini, accusò i nemici di violazioni del trattato e conquistò La Mecca.----- Hamas, con i suoi missili ed i suoi tunnels sotterranei (e le sue tregue temporanee) segue questa strada. --- Entro Giugno sapremo se l'accordo in oggetto è basato sullo stesso “stile” disonesto.-- Alla faccia del “rimbambito” (e alla nostra).



Piero , southampton inghilterra
 lunedì 6 aprile 2015  10:56:16

This man Obama is full of bull-fertilizer.



Francesco Salatino , Francorte/Germania
 venerdì 3 aprile 2015  18:48:25

Cara Fiamma,Natanyahu da una parte ha ragione: come fidarsi degli Ajatollah e di Ali Chamenei che ogni venerdì predicano la distruzione d'Israele. Dall'altra ha torto perchè non parla della bomba atomica pakistana finanziata dall'Arabia Saudita, che ha il dito sul grilletto, sul codice d'innesto. L'Occidente e Israele devono trattare con dei nemici che ci definiscono, per citare il loro libro sacro, il Corano, scimmie e porci (Sura 4:56).



Ferruccio Barbieri , Mantova
 venerdì 3 aprile 2015  15:04:21

L'estremo tradimento si è consumato sulla pelle d'Israele. Con la fine delle sanzioni l'Iran potrà frenare l'opposizione interna , Obama ha ridato vigore alla dittatura che quotidianamente calpesta i diritti del popolo iraniano, una dittatura che foraggia ed arma la gran parte dei terroristi. Il negretto oggi sorride compiaciuto ,assomiglia tanto a quel Neville Chamberlain che dopo la conferenza di Monaco ,scendeva dall'aereo compiaciuto perchè con le concessioni date ad Hitler credeva di aver disinnescato il conflitto mondiale non pensando che così aveva messo in funzione il timer.



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