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Intervista su "L'Opinione"

sabato 19 luglio 2008 Generico 0 commenti

di Stefano Magni, L'Opinione, 19 luglio 2008


“Berlusconi non esclude un attacco di Israele contro gli impianti nucleari iraniani e Teheran mette in allerta le sue forze”. Così recita un titolo in prima pagina dell’edizione di ieri del quotidiano arabo Al Quds Al Arabi, corredato da una foto del nostro premier sorridente. E la dichiarazione di Silvio Berlusconi, pronunciata giovedì sera durante la presentazione della Fondazione Medidea, è stata ripresa anche da altri quotidiani arabi online, come “Arab Online”, “Al Khayma” e “Moheet”. Perché tanto interesse? “Come è possibile fare un titolo come quellodi ‘Al Quds Al Arabi’?” - si chiede l’Onorevole Fiamma Nirenstein, giornalista e deputata del PdL - “Ci fanno credere che le forze iraniane siano state messe in allerta dopo la dichiarazione di Berlusconi? Una settimana fa le Guardie Rivoluzionarie erano già in piena mobilitazione, hanno effettuato i loro test di missili a lunga gittata e non fanno che innalzare il livello di allarme, giorno dopo giorno. Voler attribuire a Berlusconi una responsabilità di questo genere è scorretto da un punto di vista sia giornalistico che politico”.

Perché questo allarmismo della stampa araba nei confronti di Berlusconi?

Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sono analoghe a quelle più volte rilasciate da tutti i capi di Stato. E non è certo originata dalla speranza che vi sia un attacco israeliano. Quella del Presidente del Consiglio è una constatazione di due fatti. Primo fatto: l’Iran non ha mai avuto alcuna intenzione di fermare il suo programma nucleare. Secondo fatto: sia Ahmadinejad che tutti i leader iraniani hanno continuato a ribadire di voler distruggere Israele, coerentemente con la dottrina di Khomeini. Finanziando Hamas, armando Hezbollah con 40.000 razzi, continuando a costruire i suoi impianti nucleari, tergiversando sugli incentivi offerti dall’Unione Europea, Teheran dimostra divoler veramente distruggere Israele. Cosa ci si può attendere da chi riceve una chiara ed esplicita minaccia di distruzione? Che si difenda, ovviamente. E mi sembra che la constatazione di Berlusconi parta, non dall’idea che Israele abbia un atteggiamento aggressivo, ma semmai che voglia difendersi. Il Presidente del Consiglio spera in una soluzione della questione iraniana tramite il negoziato e le sanzioni. Dovrebbe essere la leadership iraniana a essere persuasa a rinunciare alla bomba atomica. Berlusconi si è impegnato personalmente, assieme a Sarkozy, a seguire il processo di pace tra Abu Mazen e Olmert, tracciando un percorso in sei punti per giungere ad un primo accordo. C’è dunque una chiara volontà a promuovere la pace in Medio Oriente. Non so dunque, cosa alimenti l’allarmismo dei quotidiani arabi.

Sembra invece che gli Stati Uniti stiano pensando di riprendere relazioni diplomatiche con l’Iran...

Non sono ancora state riaperte le relazioni diplomatiche tra Teheran e Washington. Quel che è successo, per ora, è l’invio del sottosegretario di Stato William Burns a Ginevra per assistere ai colloqui tra Ue e Iran. E questo mi sembra una semplice raccolta di informazioni, per poter ricordare all’Europa che Teheran ama imbastire molti discorsi del tutto privi di sostanza, mentre invece resta un pericolo. E’ troppo presto per constatare un cambiamento distrategia. L’atteggiamento dominante negli Usa è ancora una netta condanna degli atteggiamenti guerrafondai e antisemiti del regime di Teheran. Perché questo, sapete che cosa significa?

Cosa?

Significa dare il permesso di distruggere Israele. Ricordiamoci le scene a cui abbiamo assistito giovedì: Nasrallah che parla a una folla di centinaia di migliaia di persone che urlano ‘Morte a Israele’ e ‘Morte all’America’. Teheran nutre il terrorismo e sinora, a tutte le proposte per la pace nel Medio Oriente, ha sempre risposto con dei “no”. Tutte le possibili condizioni sono state offerte, dunque non restano che le sanzioni. E soprattutto dobbiamo aiutare il popolo iraniano ad essere se stesso. Gli iraniani sono una grande società, con una grande cultura alle spalle. Il regime di Teheran non è degno di loro.

Però dal 2003 si parla con insistenza della possibilità di un attacco preventivo israeliano...

Non c’è alcuna intenzione di lanciare un attacco preventivo. Un raid sarebbe concepibile solo una volta che si abbia la certezza matematica (e senza possibilità di errore) che l’Iran sta per avere la bomba atomica. Il mondo, non solo Israele, non si può permettere un Iran nucleare. E non può nemmeno accettare questa diffusione della cultura dell’odio, che sta infettando tutti. Giovedì, anche persone per bene come il premier libanese Fouad Siniora, hanno accolto il ritorno in Libano di Samir Kuntar, un disgustoso delinquente che ha spaccato la testa a una bambina israeliana di quattro anni. C’è un’escalation della cultura dell’odio tale che ora anche atti di barbarie simili appaiono“decenti”, possibili.

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