INTERVISTA LO STRATEGA DI ISRAELE
giovedì 5 settembre 1996 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV IL professor Asher Susser è il direttore del centro Moshe
Dayan per il Medio Oriente, un istituto fra i più quotati quanto a
analisi strategiche dei problemi dell'area. Sulla nuova
Golfo ci dà un punto di vista originale: Saddam ha compiuto
un'impresa del tutto razionale nell'ottica del potere sull'area.
Siamo noi occidentali a non capire le dinamiche della zona, e quindi
a tacciarlo di incongruenza. Chi dice che Saddam è un pazzo, è solo
incapace di penetrare la sua logica. Ma come, professor Susser,
Saddam dopo la sconfitta del '91 poteva avere un qualche interesse a
scontrarsi ancora con gli americani? È semplice: Saddam vuole
occupare una porzione di territorio che considera sua a tutti gli
effetti, invadendo (però su invito di una fazione curda in gioco) il
territorio su cui i curdi avevano finalmente avuto la loro prima
magnifica occasione (subito perduta a causa dei loro conflitti
interni) di costruire uno Stato indipendente. Quando la fazione
antiiraniana l'ha chiamato, Saddam ha valutato che non gliene sarebbe
potuto venire niente di male.... Come niente di male? E l'attacco
americano?
ridotte, un attacco ad effetto deterrente circa le mire future di
Saddam piuttosto che riguardo alle sue mire presenti; soprattutto è
un attacco teso a rimettere insieme gli alleati che uno ad uno
stavano dimenticandosi le sanzioni stabilite dopo lo scontro del
gennaio-febbraio '91.... In che senso?
contrariata del fatto che i vari Stati europei tornassero ai loro
commerci economico- politici con l'Iraq: la Germania e la Francia
primi fra tutti. Solo l'Inghilterra è rimasta veramente fedele alla
sua parola. Clinton ha colto insieme un'occasione elettorale, e
un'occasione per ristabilire una solidarietà internazionale contro
la prepotenza di Saddam. La questione non sono tanto i curdi di cui
importa poco, purtroppo, a tutto il mondo. Ci sono invece
informazioni ricorrenti sulla volontà di Saddam di tornare a
conquistare il Kuwait. Saddam ci punta ancora, è il suo naturale
campo di espansione, è la zona da cui potrebbe venirgli tutta la
ricchezza che il suo Paese brama. Come si vede, però , non ha avuto
un buon successo: ha subito suscitato l'ira americana. Sì , ma
quanto questa ira può andare lontano? Il Kuwait era uno Stato
nazionale i cui confini erano stati penetrati da un esercito nemico.
Qui la dimensione territoriale dello sgarro è ben più limitata. E i
curdi di per sé sono una nazione disgraziata, divisa fra turchi,
iraniani, siriani e iracheni... Non piacciono a nessuno fino in
fondo, difficilmente si potrebbe formare in loro favore una
coalizione araba come quella formatasi ai tempi della guerra del
Golfo. In particolare, i turchi non li possono soffrire, e la Turchia
per gli Usa è un alleato molto importante.... Ma la Turchia si è
dichiarata favorevole all'intervento...
i giordani. Solo la Siria e l'Iran vorrebbero soprattutto veder
soffrire Saddam Hussein: ma Clinton gode di un supporto relativo e
limitato nel tempo, e anche agli americani della questione curda
importa fino a un certo punto.... Però ormai non possono concludere
senza un ritiro di Saddam al di là del 36o parallelo. Perché , se
non si ritira che cosa succede? Che cosa possono fare gli Usa? Al
massimo, possono brevemente bombardare Baghdad. Mossa di cui a Saddam
importa abbastanza poco. Quanto possono infatti bombardare gli
americani? Quante vittime civili possono fare senza tirarsi addosso
il dissenso di tutto il mondo? Saddam ha avuto la vista lunga. Gli
americani, condurranno la loro breve campagna fino a una ragionevole
situazione di soddisfazione, reale o pretesa che sia. E Saddam
resterà saldo in Iraq, e rimarrà probabilmente anche in Kurdistan.
Nessuno può aver voglia di lanciare una campagna di terra (perché
questo sarebbe necessario per scalzare Saddam dal territorio dei
curdi) avventurandosi in una zona montagnosa, difficile, ostile a chi
non la conosca palmo a palmo. Pensa che Israele corra in queste ore
qualche pericolo?
processo di pace, è molto meno disposta a improvvise e inconsulte
esplosioni d'odio. Inoltre Saddam sa bene che oggi non c'è nessuna
coalizione da spaccare, e che quindi Israele non ha impedimenti a
tirargli, eventualmente, una botta anche molto seria. No: Saddam
vuole semplicemente restare in Kurdistan, tutto qui. E probabilmente
ci riuscirà . Fiamma Nirenstein