INTERVISTA LO SDEGNO DEL RABBINO CAPO Toaff:
venerdì 2 agosto 1996 La Stampa 0 commenti
NON può esserci riposo quando la memoria svanisce, quando a casa del
reprobo si fa festa. Adesso che Priebke potrebbe tornarsene in
Argentina il rabbino Elio Toaff non gode più della vacanza elbana.
. Lui, il capo
riconosciuto del giudaismo italiano, stavolta non ha più pazienza.
Con quale coraggio i giudici hanno invocato la prescrizione per un
crimine così immenso?. Che cosa è così incredibile, professore?
Che si voglia dimenticare? O che si sia già dimenticato? Cosa le
dispiace di più in particolare? Che Priebke torni a casa? Non credo,
perché lei stesso aveva incitato, nel caso fosse stato condannato,
ad avere pietà dei suoi 84 anni. Su questo c'erano state tante
polemiche. Forse, alla luce della sentenza, non sembrano più tanto
peregrine.
andare assolto. Egli è un criminale, ancora adesso penso che debba
essere condannato, e all'ergastolo. Eppoi, quello che i giudici
avessero deciso di fare della sua persona fisica, non m'interessa
più di tanto. Era la memoria e il simbolo che doveva essere
salvato? Già , la memoria, il simbolo, e soprattutto la giustizia.
Invece così si dà un segnale di benvenuto all'oblio, al
menefreghismo. Cinquant'anni fa soltanto, quei poveri 335 martiri
italiani sono stati trucidati barbaramente. Chiediamo a lei
professore, come è potuto accadere. Che cosa ci insegna sull'Italia?
ordine sbagliato. Dabbenaggine, complicità ... Anche gli ebrei
partecipano di questo comune dato italiano? Sono e si sentono in
parte responsabili?
rappresentato la voce nel deserto che chiama al dovere della memoria.
Forse non abbiamo martellato abbastanza. Sono certo che oggi i
ragazzi delle scuole italiane non discuteranno la sentenza, non si
scuoteranno, non si agiteranno... Faranno spallucce. Solo i più
anziani soffriranno un po'. I giovani non sanno neppure chi è questo
Priebke, che cosa sia stato il regime nazista... E guardi, quella con
i tedeschi non era solo una guerra. Era un'altra cosa, la guerra dei
nazisti. Sono stato tre anni partigiano, sono entrato a Sant'Anna
appena dopo la strage di 508 civili, donne vecchi bambini fatti a
pezzi e poi bruciati sulla piazza con le panche della chiesa. Mi
hanno detto poi che i soldati tedeschi per fare queste cose erano
stati drogati. Non Priebke e i suoi.
meccanismo disumano, una specie di fanatismo gelido, la prepotenza di
chi si crede nel giusto nel fare qualunque cosa osasse toccare il
Terzo Reich. Professore, non ha mai pensato che gli attentatori di
via Rasella avrebbero forse dovuto a loro volta cercare di salvare i
civili dalla vendetta presentandosi ai tedeschi?
credo che non sarebbe servito a niente. I tedeschi li avrebbero
torturati fino a ricavarne nomi e informazioni a non finire. Sarebbe
stato un disastro per l'intera Resistenza. Lei ha sempre creduto
nella Resistenza. Ha anche confermato spesso la sua fede nella
Repubblica. Oggi come si sente rispetto a questa fede?
guardo indietro: questo è un mondo diverso. Mi sento un uomo fuori
dalla realtà . La mia realtà . Fatta degli ideali della libertà ,
dell'unità , della democrazia. Non li sento più vibrare. Torniamo
alla responsabilità . Aveva prima accennato a quelle degli ebrei, di
non aver martellato abbastanza...
fidati troppo, di essersi, anzi, affidati alla memoria dell'intera
nazione italiana. Le sembra che oggi gli ebrei si sentano invece
alieni, diversi?
sentano messi un po' da parte. Comunque noi protesteremo. Resteremo
fermi sulle nostre posizioni. Non si deve mandare libero quel
delinquente. E gli ebrei lo diranno forte. A volte si è detto che
l'impeto ebraico sui temi dell'Olocausto sia controproducente.
credo. E comunque, sarebbe bene che dopo tanti secoli di paura gli
ebrei si esprimano sempre. Crede che l'allargarsi della destra in
Italia abbia aiutato nel la politica dell'oblio?
destra di Fini ha ripudiato il fascismo e l'antisemitismo. È
comunque difficile giudicare oggi un evento come quello a cui ho
appena assistito. Per approssimazione, quale ne è la ragione
basilare? C'è un proverbio che dice "arrosto che non tocca, lascia
che bruci". Tragica morale italiana. Però questa morale, lo vediamo
dalla reazione popolare, non è valida per tutti, c'è un vero e
proprio pronunciamento ed una reazione che vede accomunati nello
sforzo di conservare la giustizia e la memoria tutti gli italiani
insieme agli ebrei. Tornerà a Roma in queste ore?
sono pronto, farò tutto ciò di cui c'è bisogno. Fiamma Nirenstein