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Intervista all'Opinione: "Iacopino non può tifare per la fottiglia per Gaza"

mercoledì 15 dicembre 2010 Generico 4 commenti

di Dimitri Buffa
L'Opinione, 15 dicembre 2010

Fiamma Nirenstein, nota giornalista italiana ed esperta del Medio Oriente (nonché onorevole del Pdl e vicepresidente della commissione esteri alla camera) non ci sta a passare per “aggressiva”, così come l'ha definita il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti (per una lettera a lui inviata contro questa improvvida iniziativa di presentare proprio a via Parigi 11 a Roma, nella sede nazionale dell’Ordine, la seconda flottiglia italiana per Gaza), né per “colona”, come invece l'ha etichettata un sedicente rappresentante della comunità palestinese a Roma, cioè uno dei resistibili ospiti della kermesse in cui lunedì se ne sono viste e sentite di tutti i colori.

Onorevole Nirenstein perché ha giudicato inopportuna  la presentazione della nuova Flottilla per Gaza nella sede dell’ordine nazionale dei giornalisti da parte del presidente Enzo Iacopino?

Moralmente è chiaro che c’è una simpatia per questa iniziativa, se uno scrive la prefazione al libro di Angela Lano, che è un’attivista della prima flottiglia e che va in giro a parlare di pretesi crimini di guerra di Israele, è inutile che si arrabbi se lo chiamano “armatore” della seconda flottiglia. Poi si metta una mano sulla coscienza perché in quell’organizzazione che è l’Ordine dei giornalisti sono obbligati a stare tutti i giornalisti italiani e non credo che in molti siano d’accordo a pagare la quota di iscrizione per essere rappresentati così.

La soddisfa la risposta di Iacopino che ha detto di essersi sentito intimidito dalla sua lettera cui poi non ha dato lettura?

La mia lettera non era affatto intimidatoria. Semplicemente l'ho sfidato a presentare nella stessa sede qualche iniziativa a favore di Israele (magari per la liberazione di Shalit, ndr)... o che so io.. ma lui la lettera che ho mandato neppure ha voluto leggerla in pubblico... ha detto che si sentiva intimidito? E che dovrei dire io che a causa di questo tipo di aggressioni per la mia attività di giornalista e anche per le mie caratteristiche etnico religiose, cioè per il fatto che sono ebrea, vengo continuamente delegittimata fino alla minaccia?

Un sedicente rappresentante della comunità palestinese a Roma durante la presentazione ha detto che lei vive in una colonia a Gilo…

Lui ha permesso senza obiettare che mi si definisse una colona? Si vede che  forse non sa che questa è un’incitazione all’odio per la quale, ringraziando l’ex rappresentante di Arafat a Roma, Nemer Hammad, da anni subisco un servizio di scorta e protezione di cui farei volentieri a meno.

Iacopino ha incassato la solidarietà di un sito internet che fa riferimento in Libano agli Hezbollah, che lo dipinge come vittima di un’aggressione sionista. Come giudice questa cosa?

Una solidarietà che si auto definisce. Un’altra organizzazione terroristica come Hezbollah che sguazza nella polemica... tutti gli odiatori di Israele sono solidali con chi porta acqua al loro mulino. Iacopino dovrebbe riflettere sul perché un sito degli Hezbollah in Libano, sia pure storpiandone il nome, cosa che fa capire che per loro sia un emerito sconosciuto, abbia tuttavia sentito il bisogno di esprimergli solidarietà.

Ma a Gaza gli aiuti arrivano o c’è veramente bisogno di un’altra flottilla?

Tutta questa retorica degli aiuti umanitari per Gaza in genere si basa su informazioni false e incomplete: a Gaza non c’è una situazione estrema. Non si muore di fame. In rete ci sono decine di filmati fatti dagli stessi palestinesi che mostrano negozi aperti e pieni di merci.
Certo non c’è il benessere, che è impedito dal regime di Hamas, organizzazione terrorista ed estremista islamica. Dal 2006 è sempre stato così. Si tratta di un regime che perseguita ebrei e cristiani. Al mondo ci sono decine di posti che meriterebbero ben più solerti mobilitazioni: dal Sudan all’Iraq, al Centro Africa, allo stesso Afghanistan e così via. Questi “pacifisti” che qualcuno chiama “pacifinti” vogliono solo fare da sponda a chi ha fatto di Gaza una punta nel fianco di Israele. Io non ho mai visto flottiglie e mobilitazioni di gruppi umanitari per altri posti che non siano Gaza... e nessuno sembra preoccuparsi del fatto che tutti i soldi e gli aiuti finiscano nelle mani di Hamas, che poi è un movimento nella cui carta costitutiva c’è scritto che vuole sterminare tutti gli ebrei del mondo. Cioè, fondamentalmente, sono dei nazisti. E questo avrà pure un peso quando si organizzano flottiglie e quando le si presentano in sedi istituzionali, o no?”

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Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 martedì 28 dicembre 2010  08:06:06

Gentile Fiamma, Brava , complimenti, continui a difendere Israele, una nazione democratica.Vorrei solo che anche i palestinesi possano essere difesi dagli stessi arabi che invece impediscono loro di vivere dignitosamente.Un caloroso abbraccio, tanti auguri!!



massimo , italia
 domenica 26 dicembre 2010  19:00:34

Avete provato a pensare alle dimensioni della liquidità di cui dispongono le nazioni islamiche in virtù delle rendite da vendita di idrocarburi ? Non vi pare strano che paesi "fratelli" con così tanti soldi a disposizione non riescano a far uscire quella povera gente dalla situazione in cui si trovano?E' evidente che i poveri palestinesi sono usati per sostenere un clima da guerra costante dei paesi arabi contro gli ebrei e che nessun'altra scusa sarebbe altrettanto efficace. Forse un pò di soldi arrivano anche in Italia....in gondoleta....



Enrico Richetti , Vicenza
 venerdì 24 dicembre 2010  11:33:31

Buongiorno Fiamma, secondo me la FNSI che ha espresso solidarietà al "povero" Iacopino non è la Federazione Nazionale della Stampa Italiana: sono i FedaynNazional Socialisti dell'Islam. Povera Federazione, che equivoco!!! ShalomEnrico



flavio gori , firenze
 sabato 18 dicembre 2010  12:42:29

non è un male se l'ordine dei giornalisti presenta questo evento. magari potrebbe invitare nello stesso momento l'altra parte, non dopo o mai. nello stesso momento. senza viverla come sfida (ce ne sono così tante di sfide, spesso inutili se non controproducenti) ma come un giusto modo di offrire informazione.



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