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Intervista a Panorama: se avessi avuto sospetti l'avrei denunciato Parla la madre del killer di Rabin

giovedì 30 novembre 1995 La Stampa 0 commenti
Il settimanale Panorama pubblica nel numero di domani un colloquio di Fiamma Nirenstein con Geula Amir, la madre di Yigal, il giovane assassino di Rabin. Ecco un estratto dell'intervista. Lei parlava con Yigal? andato a studiare all'università di Bar Ilan. Insisteva moltissimo che andassimo a vivere nei Territori. Diceva, certo, apertamente che era un sacrilegio, un errore, dar via una parte della terra d'Israele. Ma che cosa c'è di male? Io lo sento dire continuamente, da tutti, qui, al mercato, all'angolo. Qualche volta parlava di "governo pericoloso". Tutto qui. Yigal era uguale a sempre? Anche la sera del delitto? qui, a questo tavolo, poi disse che usciva. Era un pochino silenzioso, ma questo ultimamente accadeva spesso. Io lo vedevo distante e gli chiedevo: "Che è successo, Gali?". Ma non è un bambino, che puoi guardargli sui ginocchi se si è fatto male, o chiedere informazioni alle mamme degli amici: non penetri la vita di un figlio di 27 anni, se non vuole. Pensavo che avesse guai con qualche ragazza. Ora capisco che forse aveva lasciato Nava, una ragazza bellissima, buona, simpatica, che stava nei Territori, con cui aveva messo tutto in comune, perché forse aveva quel tarlo, quel progetto. Ma chi lo sa, chi può saperlo. Lei non si attribuisce alcuna responsabilità ? Non sente che tutta questa religione, tutto questo patriottismo, tutto il nuovo sionismo religioso orientale stiano alla base di quello che è accaduto? no! Io ripeto ogni momento a me stessa, ai miei cari, a voi, che qui è successo qualcosa di abnorme, di forsennato. Io e la famiglia non abbiamo nessuna responsabilità . Anche Yigal al telefono.... Al telefono? Sì , ci parliamo una volta alla settimana dal carcere. Al telefono mi ripete: mamma, non ti angosciare, tu mi hai dato la migliore educazione, la più elevata... Le migliori scuole! I sacrifici che abbiamo fatto, ci siamo svenati per questo... Io non ho colpa; io non ho mai, neppure indirettamente, spinto mio figlio verso il baratro. Quando lui ci diceva: "Andiamo a vivere nei Territori", gli rispondevo: "Sei impazzito? Tutto quello che abbiamo è qui, viviamo di questo asilo-nido". E Shlomo, poveretto, ancora più di me, si opponeva alle idee sbagliate. Dicono che Yigal in Russia si fosse legato ai servizi segreti. È ridicolo che lei chieda a me di questo. Che ne so? Che ne sappiamo? Mi sembra che tutti ci saltino addosso, che ci accusino. Non sono stato io a spingere mio figlio verso il baratro, mi capisce? Sarebbe come avere un bambino di quattro anni, aspettare che la strada sia piena di macchine che vanno a cento all'ora, e dirgli: attraversa ora la strada. Avessi sospettato qualcosa, io stessa sarei corsa alla polizia. Lei ha cercato il perdono della signora Leah Rabin? Vorrebbe incontrarla? lettera disperata a casa per spiegarle tutta la nostra angoscia e chiedere a lei e a tutto il popolo d'Israele, con vergogna, a capo scoperto, di concederci la sua misericordia. Qual è stata la sua reazione? Là per là ha detto: "Troppo tardi", e poi ci ha fatto sapere che non ha alcuna intenzione di incontrarci, né ora né mai. Questo è un altro peso che mi porterò dentro per sempre. Neppure i cani si trattano così , neppure i cani. Fiamma Nirenstein

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