Fiamma Nirenstein Blog

Intervista a Channel 1 israeliano (inglese)

mercoledì 16 aprile 2008 Video 0 commenti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(ANSA) - ROMA, 16 APR - L'elezione di Fiamma Nirenstein alla Camera dei Deputati nelle liste del Pdl ' ha destato grande interesse presso la stampa americana e israeliana'.
Lo segnala, in un comunicato, l'ufficio stampa della neo deputata che cita due articoli comparsi oggi sul New York Sun e il Jerusalem Post. I due quotidiani, tra l'altro, inquadrano l'elezione 'nel  cambiamento di politica estera piu' volte annunciato da Silvio Berlusconi, che portera' l'Italia a rinforzare la sua amicizia con gli Stati Uniti e con Israele'
 
 
Roma, 16 apr (Velino) - L’elezione di Fiamma Nirenstein alla Camera dei deputati nelle liste del Pdl ha destato grande interesse presso la stampa americana e israeliana. Il New York Sun (con cui, fra gli altri, la Nirenstein ha collaborato) e il Jerusalem Post danno importante risalto alla notizia, inquadrandola nel cambiamento di politica estera più volte annunciato da Silvio Berlusconi, che porterà l’Italia e rafforzare la sua amicizia con gli Stati Uniti e con Israele. “L’onorevole Nirenstein”, titola il New York Sun, che commenta: “Non è cosa da tutti i giorni che un nostro collaboratore venga eletto in Parlamento”. Ora “avrà la possibilità d’influenzare la politica a Roma e in Europa con qualcosa che vada anche oltre la propria scrittura”. Il giornale statunitense ricorda le “invettive antisemite” sopportate dalla Nirenstein nel corso della campagna elettorale e riferisce delle polemiche scaturite dalla pubblicazione sul Il Manifesto della vignetta di Vauro che la dileggiava come “Fiamma Frankenstein”, ritraendola con un fascio littorio, un logo elettorale e una Stella di Davide. Una vignetta che si è guadagnata, fra gli altri, il rimprovero dell’Anti-Defamation League (Adl, la Lega antidiffamazione). “Siamo indignati dal fatto che Il Manifesto abbia pubblicato una vignetta di chiaro stampo antisemita”, aveva commentato Abraham H. Foxman, direttore nazionale dell’Adl.

Nonostante le strategie anti-israeliane, gli elettori – sottolinea il New York Sun – “non ci sono cascati”, e “per la prima volta dal secondo conflitto mondiale i comunisti non hanno conquistato una sola poltrona in Parlamento”. Il giornale statunitense, inoltre, sottolinea come Silvio Berlusconi abbia affermato di avere in programma di effettuare il proprio primo viaggio in qualità di premier proprio in Israele per onorare il sessantesimo anniversario della fondazione dello Stato ebraico, e Fiamma Nirenstein si è offerta di accompagnarlo. Sarebbe, scrive il New York Sun, “quasi certamente la prima volta che un primo ministro italiano visita Israele accompagnato da un membro del Parlamento del suo stesso partito che parla ebraico”. E allora – si chiede il giornale Usa – che fare di “quei pessimisti che descrivono un’Europa che si trascina irreparabilmente verso l’Eurabia? Beh, fateli incontrare con l’onorevole Nirenstein”, si risponde il New York Sun.

Per il Jerusalem Post l’elezione della Nirenstein e la stessa vittoria elettorale del Pdl indicano per l’Italia un “ritorno a una linea filo-occidentale già sposata dal precedente governo Berlusconi”. Una visione “filo-americana e filo-israeliana che per un’ampia fascia della popolazione italiana è connessa – ha affermato la Nirenstein in un’intervista telefonica – agli stessi valori di libertà e democrazia”. Anche il Jerusalem Post fa riferimento alla querelle scaturita dalla vignetta di Vauro sul Manifesto e riporta il commento della giornalista-onorevole che ha definito l’episodio uno “spaventoso esempio di come l’antisemitismo sia non solo riemerso, ma si sia insinuato nel mainstream del discorso europeo”. Interrogata su come vede il proprio ruolo parlamentare in quanto ebrea con residenza in Israele, la Nirenstein ha evidenziato di voler “rafforzare i legami tra Italia e Israele perché entrambi i paesi hanno molto da imparare l’uno dall’altro”. Legami di questo genere, ha sottolineato, sono assolutamente “cruciali” perché “un paese definisce se stesso in base alla propria politica estera. Una democrazia deve decidere se restare aderente ai propri valori o cedere all’appeasement verso paesi che preparano bombe atomiche e abbracciano la causa dell’odio come ragion d’essere culturale, politica e ideologica, nazioni che – ha concluso la Nirenstein - disprezzano e maltrattano le donne e chiunque si opponga alle loro leggi e tradizioni medievali”.

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