Fiamma Nirenstein Blog

Interrogazione sul ruolo di Hezbollah in Libano: la risposta del sottosegretario Craxi

mercoledì 30 luglio 2008 Attivita parlamentari 2 commenti
Ieri, in Commissione Esteri, il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Stefania Craxi ha risposto all'interrogazione che ho presentato insieme ad altri colleghi sul ruolo di Hezbollah nella situazione libanese (il testo ve lo allego qui sotto):

Risposta del sottosegretario Craxi:

Il Libano ha vissuto negli ultimi mesi un periodo di forti tensioni politiche interne che hanno paralizzato il Paese, dividendolo fra una opposizione che contestava la legittimità politica e costituzionale del Governo in carica ed una maggioranza schierata a difesa della piena legittimità del Governo Siniora.
L'elezione del Generale Suleiman alla Presidenza della Repubblica e la formazione del Governo di Unità Nazionale hanno rappresentato una importante tappa verso il superamento - auspicato dall'Italia e da tutti gli amici del Libano - di questa difficile e rischiosa impasse.
L'auspicio del Governo è che il delicato equilibrio realizzatosi dopo mesi di negoziato, poi sfociato nell'accordo di Doha, consenta alle istituzioni libanesi di consolidarsi e di collocarsi su un piano di parità e reciprocità con i Paesi dell'area.
L'intesa conclusa con Israele per lo scambio dei prigionieri e delle salme dei soldati caduti è stato vissuto dal popolo libanese come un momento di coesione interna, dopo un lungo periodo di divisioni.
Il Governo resta fermamente convinto che il dialogo nazionale costituisca la premessa indispensabile per l'affermazione dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale del Libano entro confini internazionalmente riconosciuti. Il consolidamento progressivo del Governo di unità nazionale è uno snodo fondamentale verso il rilancio di questo dialogo, anche nella prospettiva di un progressivo disarmo delle milizie, da conseguire sulla base di un negoziato politico.
In questo quadro l'UNIFIL, in cui l'Italia mantiene un ruolo di primo piano e di cui sostiene il rinnovo del mandato, continua a garantire nel Libano meridionale condizioni di pace e di sicurezza che hanno favorito in maniera decisiva la stabilizzazione del Paese e che hanno offerto in questi due anni a Israele una sostanziale tranquillità sul suo confine settentrionale.
Anche per questo, in vista della scadenza del mandato di UNIFIL a fine agosto, il nostro Paese si appresta a lavorare, assieme ai nostri partner in Consiglio di Sicurezza, ad un nuovo testo di risoluzione che rinnovi il mandato della missione.

Replica dell'On. Nirenstein:

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) si dichiara parzialmente soddisfatta dalla risposta fornita dal rappresentante del Governo che non è del tutto esaustiva circa il quesito sulle reazioni corali quanto inattese da parte dell'intera leadership libanese in occasione della liberazione dei terroristi in cambio dei corpi dei due soldati israeliani, soprattutto se si considerano i delitti efferati commessi da Samir Kuntar. Peraltro, Abu Mazen è stato indotto in tale circostanza ad abbandonare la linea di tradizionale moderazione per associarsi alle reazioni dei vertici libanesi. Ricorda che, anche in passato, la condotta del premier Siniora è stata influenzata dal potere di veto che Hezbollah esercita nei confronti del governo libanese. In generale, osserva che Hezbollah, notoriamente sostenuta da forze siriane e iraniane, ha di recente legato a sé rilevanti ambienti sunniti, assumendo un ruolo egemonico con cui non si può fare a meno di confrontarsi. Rileva, quindi, che il lavoro, pur considerevole, svolto dalla missione UNIFIL II è oggetto di una profonda riflessione nella sede delle Nazioni Unite, anche in considerazione della questione dello schieramento di un numero assai elevato di razzi puntati verso Israele.


Testo dell'interrogazione a risposta immediata in Commissione Esteri:

5-00264 Nirenstein: Sul ruolo di Hezbollah nella situazione libanese.



NIRENSTEIN - Al Ministro degli affari esteri

Premesso che:

in occasione della liberazione da parte di Israele del terrorista libanese Samir Kuntar e di altri quattro terroristi libanesi membri dell’organizzazione Hezbollah in cambio dei corpi dei due soldati israeliani Regev e Goldwasser, rapiti il 12 luglio 2006 e uccisi dagli stessi Hezbollah;

considerate le cerimonie di benvenuto, i messaggi e i festeggiamenti successivi a tale scambio, ai quali hanno preso parte le più alte cariche libanesi, quali il Primo Ministro Fouad Sinora, il Presidente Michel Suleiman, il leader druso Walid Jumblatt e Saad Hariri, figlio del premier libanese Rafik Hariri ucciso nel 2005 in un attentato terroristico le cui circostanze sono ancora oggetto di inchiesta in sede ONU, e considerato che tutti questi leader hanno espresso il loro plauso a Hezbollah e al suo comandante generale Hassan Nasrallah per aver riportato in Libano il terrorista infanticida Kuntar, il quale non ha mancato di annunciare la ripresa di azioni terroristiche contro Israele;

considerato che Hezbollah, oggi membro di Governo con diritto di veto, nonostante l’impegno della missione UNIFIL II, è di nuovo armato con 40,000 tra razzi e missili dispiegati anche al di sotto nel fiume Litani, in totale disaccordo con la Risoluzione 1559/2004 del Consiglio di Sicurezza ONU che chiedeva “lo scioglimento e il disarmo di tutte le milizie libanesi e non libanesi”, come riconfermato in seguito dalla Risoluzione ONU 1701/2006;

considerato anche l’approssimarsi del termine di rinnovo del mandato della forza UNIFIL II, il cui impegno è stato indubbio ma certamente sovrastato dall’intento iraniano e siriano di creare una situazione di permanente instabilità per mezzo di Hezbollah armato e bellicoso sul confine sud del Libano;

Per sapere

con quali modalità intende il Governo italiano mettersi in relazione a questa situazione di concordia nazionale che si crea intorno a un consesso le cui ambizioni democratiche paiono del tutto obliterate e che anzi è pregiudicato dalla nuova forza, politica e militare, acquisita da Hezbollah.


[Nirenstein, Guzzanti, La Malfa, Pianetta, Ruben, Moles, Picchi]

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Daniele Coppin , Napoli
 mercoledì 13 agosto 2008  20:41:26

L'equilibrismo del sottosegretario agli Esteri, in stridente contrasto con le dichiarazioni pre e post elettorali dell'attuale Ministro Frattini, dimostra che il filoarabismo è una matrice comune della famiglia Craxi.



Bruno , Sacile
 venerdì 1 agosto 2008  22:16:26

Ritenevo la Craxi più concreta e meno evanescente del fratello Bobo (omen nomen), invece...tanti bla-bla-bla; ma, forse è il "ruolo" dei "tri-chiappe" che ammoscia la grinta e annebbia l'analisi.Eh, proverai, proverai "quanto sa di sale lo pane altrui" e "come duro calle lo scender e salir l'altrui scale".Sempre avanti, Fiamma!Cordialmente, Bruno



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