Fiamma Nirenstein Blog

Interrogazione a risposta immediata su Zimbabwe

martedì 1 luglio 2008 Attivita parlamentari 0 commenti

PRESENTATA IN SEDE DI COMMISSIONE AFFARI ESTERI E COMUNITARI
dagli Onorevoli Fiamma Nirenstein e Roberto Antonione

Al Ministro degli affari esteri,

premesso che

in occasione delle elezioni presidenziali in Zimbabwe si sono verificati episodi di indubbia gravità quali omicidi, arresti, danneggiamenti e ripetuti atti di intimidazione ai danni di esponenti del partito di opposizione del Movement for Democratic Action (MDC), guidato da Morgan Tsvangirai, candidato antagonista dell’attuale presidente Robert Mugabe, al suo sesto mandato alla guida del Paese;

l’assassinio, avvenuto in circostanze ancora da chiarire, di attivisti dell’MDC, i ripetuti arresti e le irruzioni da parte della polizia nella sede dell’MDC avevano indotto il leader Tsvangirai ad annunciare il proprio ritiro dal ballottaggio, tenutosi il 27 giugno scorso, e a cercare rifugio presso l’ambasciata olandese in previsione di un possibile ulteriore attentato alla propria vita a seguito delle continue minacce;

il clima di violenza e le gravi violazioni delle più fondamentali libertà hanno determinato la veemente reazione della comunità internazionale che, per voce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, aveva chiesto il rinvio del ballottaggio e, su iniziativa degli Stati Uniti, aveva anche deciso di portare la questione davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha dichiarato “illegittimo” il risultato delle elezioni, in quanto non riflette la volontà del popolo;

a livello europeo il Commissario Luis Michel ha espresso sostegno nei confronti del leader di opposizione Tsvangirai e ha auspicato una netta presa di posizione di condanna nei confronti di Mugabe da parte dei leader africani, che da questa mattina e fino a martedì 1 luglio, sono riuniti al summit dell’Unione Africana a Sharm el-Sheikh;

per sapere

quali iniziative il Governo italiano intenda porre in essere, nelle opportune sedi multilaterali e nel quadro delle politiche rivolte al continente africano, per sostenere l’opposizione politica, legittima e democratica, all’interno dello Zimbabwe e per facilitare l’avvento in questo Paese di un regime democratico, conforme agli standard internazionali.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Il Governo italiano ha seguito e continua a seguire con la più grande attenzione e crescente preoccupazione gli sviluppi della situazione in Zimbabwe, concertandosi con i suoi principali partner e contribuendo fattivamente alla formazione delle iniziative che progressivamente sono state e sono tuttora adottate sia in sede Unione europea che nel contesto delle Nazioni Unite.
Il Governo italiano si è anche adoperato pressoché quotidianamente affinché venisse mantenuto uno stretto e costruttivo raccordo con l'Unione africana especialmente con la Comunità per lo Sviluppo dei Paesi dell'Africa meridionale (SADC), che ha incaricato il Presidente sudafricano Mbeki di svolgere una mediazione fra Governo ed opposizione.
Nella sua veste di co-presidente dell'IGAD PARTNERs FORUM, il nostro Paese è inoltre intervenuto in occasione del Vertice dell'IGAD (Organizzazione per lo Sviluppo dell'Africa Orientale) tenutosi ad Addis Abeba il 14 giugno scorso per rappresentare l'inquietudine dei partner dell'IGAD sulla crisi zimbabweana e l'assoluta esigenza di una forte pressione su Mugabe per riuscire a interrompere la sua azione repressiva.
È certamente anche grazie a questa concertazione di sforzi e di pressioni da parte della comunità internazionale se con il passare delle settimane si è potuto registrare una presa di posizione critica nei confronti di Mugabe da parte di un crescente numero di paesi africani e delle stesse Presidenze di turno dell'Unione africana e della SADC. Siamo in attesa, ora, degli esiti del Vertice dell'Unione africana di Sharm El Sheik, che è ancora in corso.
Restiamo fortemente impegnati nella elaborazione e definizione di una strategia d'azione in ambito UE. Una strategia che si dimostri adeguata ai diversi scenari che potrebbero materializzarsi nelle prossime ore in funzione degli sviluppi politici che sono seguiti la proclamazione della vittoria di Mugabe dopo il ballottaggio nelle elezioni presidenziali. Un ballottaggio-farsa caratterizzato dal ritiro del leader dell'opposizione, Tsvangirai, costretto a questo passo dal clima di oppressione e di intimidazioni creato dal regime di Mugabe, che ha pregiudicato ogni ragionevole credibilità del processo elettorale, come peraltro hanno riconosciuto in varia misura le stesse missioni di osservatori africani, inviate dall'UA, dalla SADC e dal Parlamento PanAfricano.
A seguito degli eventi degli ultimi giorni abbiamo maturato la consapevolezza della necessità di acquisire elementi aggiornati, e di prima mano, sulla grave crisi nel Paese. In quest'ottica, il Ministro degli affari esteri ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni del nostro Ambasciatore ad Harare.
La situazione in Zimbabwe e le modalità per affrontare la grave crisi in quel Paese verrà discussa nelle prossime ore dalle competenti istanze comunitarie e  dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Assieme ai partners europei, stiamo studiando gli ultimi sviluppi della situazione e le misure da adottare, anche in vista di uno stretto coordinamento delle nostre posizioni alle Nazioni Unite.
Il Governo italiano ha condiviso e condivide pienamente la Dichiarazione della Presidenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU adottata il 23 giugno alla cui stesura abbiamo del resto attivamente contribuito. Una dichiarazione che, nel condannare le violenze perpetrate dal regime, richiede alle autorità dello Zimbabwe di «cooperare al massimo con ogni sforzo, anche da parte delle Nazioni Unite, diretto a trovare una soluzione pacifica, attraverso il dialogo fra le parti, che consenta la formazione di un governo legittimo in linea con la volontà del popolo zimbabweano».
In sede ONU, stiamo ora attivamente contribuendo al dibattito in corso al Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Zimbabwe. Non si esclude che i negoziati portino all'adozione di provvedimenti commisurati alla gravità della situazione. Un modello, a tal proposito, potrebbero essere le sanzioni già adottate dall'UE e dagli stessi Stati Uniti, quali: il divieto di effettuare forniture di armi allo Zimbabwe, il divieto di ingresso ed il congelamento dei beni presenti sul proprio territorio da parte dei Paesi membri, da applicarsi nei confronti di esponenti del regime resisi responsabili di azioni di repressione e violenza politica.


COMUNICATO STAMPA A SEGUITO DELLA RISPOSTA DEL GOVERNO

Il parlamentare del Partito della libertà nonché vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio, Fiamma Nirenstein, a seguito degli ultimi drammatici sviluppi nella gara elettorale per le presidenziali in Zimbabwe, ha presentato insieme a Roberto Antonione, Capogruppo della Pdl nella stessa commisione, un’interrogazione a risposta immediata. “Come affermato anche dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon - sottolinea Nirenstein - il clima di intimidazioni e violenze che ha accompagnato le elezioni in Zimbabwe rende illegittimo il risultato che assegnerebbe a Robert Mugabe, il candidato unico in lizza per il ballottaggio di venerdì scorso, il sesto mandato consecutivo alla guida del Paese. Illegittimo – prosegue l’esponente del Pdl - in quanto contrario allo spirito di libertà in cui si dovrebbero svolgere le elezioni e perché non rappresentativo della volontà del popolo. Nell’interrogazione ci siamo rivolti al governo italiano per sapere come intendesse agire, nelle opportune sedi multilaterali e nel quadro delle politiche rivolte al continente africano, nell’attuale crisi ed in particolare per sostenere l’opposizione politica, legittima e democratica, all’interno dello Zimbabwe e facilitare l’avvento nel Paese di un regime democratico, conforme agli standard internazionali. Ci riteniamo soddisfatti dalla risposta riferitaci oggi in commissione dal sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti, il quale ha ribadito la severa presa di posizione adottata dal ministro degli Esteri Frattini, che ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore italiano ad Harare, sollecitando ad agire in tale direzione anche gli altri Paesi membri dell’Unione europea.
“Ci sembra questo un gesto politico concreto – conclude Nirenstein - che pone l’Italia in perfetta sintonia con la condanna espressa dalla comunità internazionale per queste elezioni-farsa, nonché un segnale per il continente africano della politica di affermazione dei diritti umani intrapresa dall’Italia e un chiaro segno di non rassegnazione di fronte alle intimidazioni di chi, come oggi dichiarato dal portavoce del presidente Mugabe, afferma che ‘gli occidentali possono andare a farsi impiccare mille volte’”.

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