Fiamma Nirenstein Blog

In una discoteca di Tel Aviv, i giovani esorcizzano ballando la paura chimica Il Rock and Roll del Raiss

sabato 21 febbraio 1998 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV DAL NOSTRO CORRISPONDENTE È passata mezzanotte a Tel Aviv-Sud, la parte bohemienne della "città che non dorme mai": di fronte al "Cumillennium" in una strada deserta e insensata come il suo nome, si affolla un gruppo di giovani eleganti e truccati. Sono avidi di entrare perché ieri notte si è compiuto il grande esorcismo. E anche noi siamo venuti all'Anthrax party, la grande festa dell'antrace, della "folk gasmask" che dovrebbe sconfiggere la paura di Saddam Hussein, buttare nella spazzatura le maschere antigas, ridere in faccia alle orribili malattie e alla morte chimica da antrace e da botulino. Con minigonne e minimagliette lunghe un paio di centimetri o, se di sesso maschile, con canottiere che lasciano vedere i muscoli d'ordinanza che si costruiscono qui durante il servizio militare, i giovani di Tel Aviv cercano stanotte di avere l'aria più maledetta possibile per farsi ammettere all'interno e partecipare al grande scongiuro. Ygal Meir, di 32 anni, designer di professione e inventore della Festa dell'antrace, è l'ideologo che ha attratto tanto pubblico. Ha una faccia sorridente e gentile, e molto, molto convinta: "In questi giorni tutti corrono a mettersi in fila per comprare quegli stupidi rotoli di nylon... Tutti si accapigliano per acchiappare il talismano che dovrebbe essere la maschera antigas... Io, le giuro, non tengo in casa né questo né quello... Non voglio essere una pecora pronta per il macello, e non mi sento protetto né dalla maschera né dal nylon. Solo la pace mi può difendere. Non mi voglio difendere come non voglio attaccare. Non voglio tenermi i Territori; non voglio che Gerusalemme resti unita; piango ancora l'assassinio di Rabin...". Sì , tutte belle cose, ma perché non vuole la maschera? Nel '91 su Tel Aviv caddero 40 Scud. Oggi, se il cielo le cade in testa, se suona di nuovo la sirena, se la radio la avverte che il rischio di guerra chimica è elevato, se non ha la maschera, che cosa farà ? "Salirò sul tetto a guardare i razzi cadere. Sarà bellissimo. Non verranno mica proprio in testa a me". Il locale, un grande loft, in realtà è già avvelenato da un densissimo fumo prodotto in parte artificialmente, e in parte dal fatto che gli israeliani, uomini e donne, fumano ancora come ciminiere, che siano di destra o di sinistra. Niente "politically correct" dove il nervosismo ha qualche vero motivo d'essere. Si balla allegramente all'ombra di un grande missile Scud appeso al soffitto, verde, grande, istoriato di scritte in arabo. Sullo schermo, un teschio ammicca incessantemente, ride, si gira da ogni lato. La musica è semplicemente terribile: il ritmo ti batte sullo sterno, ti fa male allo stomaco, e poi urla di sirene, clacson, sventagliate di mitra... Le luci psichedeliche però tutto a un tratto illuminano un palcoscenico: ecco, arrivano i grandi sciamani. Una danza di due fanciulle e di un ragazzo praticamente nudi, avvolti in fogli di plastica e semisoffocati (per davvero] ) dalle maschere antigas. Muoiono sul palco sotto i missili e dentro i loro rivestimenti impermeabili. Dimenano fortemente il corpo come per spiegare quant'è brutta la guerra chimica. Ma poi, meno male, tornano alla vita e all'amore quando decidono di strapparsi quella maschera così costrittiva. Speriamo che Saddam si faccia convincere anche lui dal messaggio. Fiamma Nirenstein

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.