In piazza per la democrazia in Iran

Sono con tutto il cuore al fianco del popolo iraniano, contro gli orrori di un regime antisemita e guerrafondaio, e spero che i governi democratici di tutto il mondo, sappiano finalmente porgere quell'aiuto sostanzioso e decisivo, che sino a oggi purtroppo è mancato, ai dissidenti che difendono i diritti umani e che sono contro la bomba atomica.
Per questo aderico e sarò presente alla manifestazione promossa da Il Riformista e Radio Radicale, oggi, mecoledì 17 giugno, dalle 18:30 a Piazza Farnese a Roma.
Spero di incontrarvi lì.
GUARDA IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE:
DIAMO UNA MANO AI RAGAZZI DI TEHERAN
di Antonio Polito
Dobbiamo dare una mano ai coraggiosi di Teheran. Sfidare il regime, in così tanti, per chiedere elezioni libere senza brogli, è una prova che l'Iran può cambiare, se il mondo gli dà una mano a cambiare.
Spedite la foto che pubblichiamo in questa pagina all'ambasciata iraniana a Roma, la troverete sul nostro sito www.ilriformista.it insieme con l'indirizzo mail. Venite a Piazza Farnese domani sera, alle 19, dove il Riformista e Radio radicale terranno una no-stop di solidarietà col popolo iraniano. Mettete qualcosa di verde, un nastro, una t-shirt, un berretto, per dire ai ragazzi di Teheran che non sono soli.
Gli europei e gli americani hanno una responsabilità nei confronti dell'Iran. E si comportano invece spesso in modo schizofrenico. I governi passano da minacce di intervento armato, per fermare la corsa al nucleare di un regime fanatico e pericoloso, a profferte di dialogo e di strette di mano. Negli ultimi tempi l'Italia si è distinta in questo secondo atteggiamento, e ancora ieri Frattini ha detto che sì, l'Europa è preoccupata della sorte dei ragazzi che protestano a Teheran, sì, è preoccupata dei brogli elettorali, sì, è preoccupata delle violenze del regime: ma la priorità resta l'Afghanistan, e quindi resta anche l'invito al governo iraniano per i colloqui di Trieste.
La linea del sostegno aperto e fermo a chiunque in Iran si batta per riaprire la speranza di più libertà e democrazia, la scommessa sulla voglia di cambiare del popolo iraniano, non è mai stata scelta con nettezza dall'Occidente come l'opzione principale, neanche da quegli Usa che pure sono tra i più preoccupati e consapevoli della minaccia che il regime di Ahmadinejad rappresenta per la pace e la stabilità di quell'area cruciale del mondo. E invece è l'unica linea politicamente sensata e praticabile: isolare il regime con sanzioni vere ed efficaci e con un sostegno vero ed ampio alle forze migliori della società iraniana. Perché la verità è che solo gli iraniani possono cambiare la loro storia.
Facciamo così tanto parlare del «soft power», della capacità cioè del mondo libero di conquistare i cuori e le menti dei popoli che sono ancora sottoposti a regimi tirannici, autocratici, teocratici. In Iran si spara su chi protesta, si impiccano gli oppositori, si arrestano gli omosessuali, si puniscono le donne che non accettano la sottomissione. Ma quando da quel mondo si levano le voci di gente che davvero sente il richiamo della libertà, e dei valori universali di cui l'Occidente va fiero, voltiamo la testa dall'altra parte.
Che lo facciano i governi, si può anche capire. È il vecchio inganno della realpolitik, che tiene i dittatori al loro posto nella speranza di affari e benevolenza. Ma che lo facciano i popoli questo, per quanto è nel nostro potere, non dobbiamo permetterlo. La nostra mobilitazione di qualche mese fa rimandò Ahmadinejad a casa senza che a Roma nessuno avesse il coraggio di stringergli la mano. La nostra mobilitazione, domani a Piazza Farnese, può arrivare anche a Teheran, per dire a chi scende in piazza che il mondo li guarda, ed è con loro.
http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/69433/
Un tres grand bravo pour avoir permis à la Commission des Affaires Etrangères de la Chambre des Députés de découvrir le problème des réfugiés juifs des pays arabes.J'étais présent à la Chambre le 16 juin 2009.Ce fut un moment de grande et d'intense émotion. Merci. Merci au nom de ma famille éclatée et dissiminée aux quatre coins du monde.Merci au nom de ce million oublié.Merci au nom de ces millions de morts que nous avons dû abandonner derrière nous et dont les tombes sont détruites comme pour effacer toute présence juive en terre d'islam.Merci. Moïse Rahmani, Ecrivain
fabio , italia
spiaciuto per li sprovveduti e i pochi sinceri ma in iran non è in corso una battaglia per la democrazia ma solo per chi delle fazioni islamiche dovrà assumersi il ruolo di vero rappresentante dell'islam iraniano.pertanto tutto resta solo massa di manovra per usi interni alla fine chi vincerà resta ininfluente sul piano dele rappresentatività e dinamiche di cui è nostro patrimonio.Come al solito gli ubriachi si trovano sufficentemente distribuiti tra le parti,occidentali compresi che non paiono voler capire dove resta il vero problema .
Madjid , Torino
Ho accolto il tuo invito e ho partecipato a Roma mercoledì 17 contro il regime antiumano e antisemita ed accanto al popolo iraniano che in questo momento ha un grido soffocato per una forma di censura esercitata sui mezzi d'informazione estera.Grazie ancora per la sensibilità e il suo coraggio accanto al popolo iraniano