In migliaia a Betlemme per assistere alla rappresentazione La "Pietà " di Cerami e Piovani uno "Stabat Mater" dei nostri giorni
domenica 4 aprile 1999 La Stampa 0 commenti
                
Fiamma Nirenstein 
BETLEMME 
Triste e accorato quanto può esserlo uno "Stabat Mater", "La 
Pietà " di Vincenzo Cerami e Nicola Piovani, ha tuttavia creato 
negli abitanti di Betlemme qualcosa di molto vicino alla felicità : 
nella notte stellata della città natale di Gesù , migliaia di 
persone sono andate al concerto, un appuntamento assai inconsueto 
nella vita della cittadina, soddisfatte dalla presenza di tante 
autorità della Autonomia Palestinese, e eccitate dagli ospiti 
italiani. Un'esperienza più unica che rara vedere un'opera 
a teatro, uno spettacolo moderno fatto da famosi artisti, proprio 
quelli che hanno appena vinto l'Oscar con il film di Benigni: "La 
vità è bella". Cerami, Piovani, l'attore Gigi Proietti, le due 
cantanti Rita Cammerano e Amii Stewart con tutta quanta l'orchestra 
dei solisti di Aracevi sono stati letteralmente osannati dal 
pubblico, in un felice oblio dei soliti problemi politici. Il 
grande teatro improvvisato, costruito sotto una tenda nera retta da 
tubi Innocenti, era stato dotato di due grandi schermi per tradurre 
in inglese e in arabo le parole dell'opera: un messaggio 
universale, come ha spiegato Vincenzo Cerami, e di verità : 
"Perché un artista ha il dovere di scordare il mercato e le cose 
che lo rendono celebre per occuparsi anche di tragedie, di diritti 
dei popoli. Insomma, per far sì che lo scandalo dell'orrore umano 
provocato da altri uomini abbia fine". Una gran fila di personaggi 
che hanno portato "La Pietà " a Betlemme hanno festeggiato il 
successo: il sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi e il sindaco di 
Betlemme Hanna Nasser erano contenti di dimostrare che il 
gemellaggio delle due cittadine serve a qualcosa di concreto. 
"La Pietà " ha uno svolgimento grave e semplice: due madri 
piangono la perdita del figlio. La prima è una donna occidentale 
il cui ragazzo è morto di overdose tra i fumi della società 
opulenta. La seconda è una madre africana il cui bambino non ha 
resistito alla piaga della fame. La musica e il testo, costruiti 
sullo schema classico dello "Stabat Mater" concertante, sono 
tuttavia ricchi di echi di modernità , di ritmi e parole che 
rovesciano addosso allo spettatore i grandi problemi d'oggi. Sia 
le voci che la strumentazione sono carichi di significato sia 
classico che jazzistico, e Piovani li dirige con gran passione. 
Molto sonora e dignitosa anche la parte recitata da Gigi Proietti. 
Ieri tutti gli artisti, poi, sono andati a Gaza a trovare Arafat 
che ha ricevuto dalle mani del console Enrico Nardi il Gran 
Cordone, la maggiore onorificenza civile italiana. Il leader 
palestinese li ha ringraziati: "Queste sono le cose di cui abbiamo 
veramente bisogno". 
            