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In arrivo il Califfato di Tunisia, 'grazie' al partito islamista Ennahda

martedì 22 novembre 2011 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 22 novembre 2011

Una lunga, capziosa di­scussione politica per formare un go­verno è sinonimo di democrazia: la storia d’Italia an­novera svariati governi duri da partorire. Ma così come le elezio­ni non sono garanzia che la de­mocrazia ha vinto (ci mette in guardia il grande storico Ber­nard Lewis) anche la trattativa e le sue lungaggini non ce lo pro­mettono, specie nell’ambito del­la primavera araba. Dopo la fiammata hanno preso a striscia­re, lunghissimi, le stragi di As­sad, la riconquista silente e avi­da dei militari egiziani, il tira e molla della Tunisia.

Dentro la trattativa di Tunisi per formare un governo, non si parla di eco­nomia (e sì che quel Paese ne avrebbe gran bisogno!) né di isti­tuzioni. No, lo scontro odierno fra il partito islamista Ennahda (primo alle elezioni, ma non maggioritario) col suo leader Ha­madi Jebali, il più probabile pri­mo ministro ad interim, e Ekka­tol, il maggiore partito laico, ca­pitanato da Mustafa Ben Jaafar, verte sul califfato, istituzione sta­tual-religiosa totalitaria e espan­sionista che regola le vite dei cit­t­adini minuto per minuto secon­do le istruzioni coraniche. Jebali ha auspicato in un’intervista al giornale Le Maghreb appunto, il califfato. L’Akkatol ha subito so­speso le trattative per poi fingere di cascare nelle esclamazioni de­mocratiche di Jebali. Jaafar ha così più carte da giocare nella trattativa, avrà, visto che ha generosamente ripreso a trattare, un ruolo importante.

Il prezzo lo pa­gherà la Tu­nisia che alla fine pro­babilmente avrà Jebali primo mi­nistro, col suo califfato. 

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alberto , firenze italia
 martedì 22 novembre 2011  19:18:11

il prezzo lo pagheremo noi tutti chi vi era dietro le rivoluzioni? tra poco si dirà che era meglio quando stavano peggio



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