Il nodo palestinese si risolve solo vincendo il terrorismo
martedì 11 ottobre 2016 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 11 ottobre 2016Oggi il mondo ebraico celebra Yom Kippur, il giorno dell'espiazione, in cui si medita sulla natura umana, sui nostri peccati e sul perdono. E non a caso ieri Israele ha seppellito due innocenti assassinati dal terrorismo, altri due nella teoria di circa 4.000 persone trucidate che l'accompagna dagli anni Venti, prima ancora dello stabilirsi dello Stato di Israele sempre con la mezzaluna islamica come sfondo basilare: dallo sceicco Yassin, per cui la presenza ebraica era inaccettabile dalla "ummah", la comunità musulmana, fino a Hamas cui apparteneva il terrorista Masbach abu Sabich, di 39 anni, che ieri ha colpito. Sparando all'impazzata sulla folla ha ucciso prima una signora di 60 anni, un'impiegata della Knesset, Levana Malhi, nonna di sei nipoti; e poi, spargendo feriti, colpendo un ufficiale di polizia di 29 anni, la cui misera giovanissima moglie piange alla radio la morte del suo eroe "senza il quale il mondo non potrà più esistere". Così è il terrorismo: attacca la civiltà democratica, le sue regole, i suoi affetti colpendo a caso e contando sulla conseguente distruzione della struttura politica e religiosa nemica. Spesso, dal Papa alla Mogherini, quando si elencano i Paesi colpiti dal terrorismo, Israele non c'è, nonostante le migliaia di morti innocenti sugli autobus, nei caffè, per strada…
Il terrorismo di Israele come quello della Spagna, del Canada o dell'Irlanda viene collocato nell'ambito del terrorismo territoriale, una guerra per l'indipendenza. Ma è una menzogna pericolosa per tutto il mondo da decenni colpito dal terrorismo palestinese a sfondo religioso presente in tutte le organizzazioni sciite e sunnite come alleato e come simbolo, internazionale, innestato in quasi tutti i gruppi. Ancora di più da quando i palestinesi sono spaccati fra Fatah e Hamas. Guardiamo quest'ultimo attacco: il terrorista, di Silwan, un quartiere arabo presso la Città Vecchia, era quasi sicuramente un membro di Hamas. La sua bandiera era la difesa della Moschea di Al Aqsa contro gli ebrei, una pura guerra religiosa, non certo "due Stati per due popoli"o un accordo di pace "lungo i confini del '67".
Al Aqsa è il tema di incitamento di tutti gli estremisti islamici, incluso l'Isis e l'Iran: suggerisce che Israele, (che dopo averla conquistata nel ‘67 generosamente la consegnò ai palestinesi e ai giordani che ne comandano e la regolano) voglia rompere lo status quo e farla sua. Un "libello del sangue" praticato sia da Abu Mazen che da Hamas. Ieri, dopo l'attacco del terrorista e la sua eliminazione il gruppo ufficiale di Fatah su Facebook ha scritto: "Chi ha condotto l'operazione è un pellegrino alla Mecca, un martire, uno dei migliori rappresentanti di Gerusalemme e della Moschea di Al Aqsa". Fatah quindi dichiara lo sciopero di una giornata "in memoria dei martiri e del martire di stamani". Hamas ha definito l'attacco "eroico"; Khaled Mashaal si è congratulato con la famiglia : "I Palestinesi sono fieri di vostro figlio, un esempio per tutti".
E' un costume identico a quello usato in qualsiasi gruppo terrorista, gli "shahid" vengono rappresentati in mille foto e osannati. E' necessario dunque sapere chi è il terrorista palestinese solo per un dovere morale: è anche una necessità per la sicurezza. I grandi attentati che punteggiano il globo, da Parigi (quante volte ormai!), all'Inghilterra, all'Italia, alla Germania, al Belgio, all'Inghilterra, agli USA, all'America Latina sono segnati dall'ispirazione e dalla partecipazione palestinese. Alle volte si dice che per fermare il terrorismo occorrerebbe concludere la questione israelo-palestinese. E' vero il contrario: la questione palestinese cesserebbe di esistere se si battesse il terrorismo islamico.
venerdì 2 dicembre 2016 21:21:18
Preg.ma, leggo sempre con attenzione i Suoi articoli su "il Giornale". Oggi 2 Dicembre 2016 non posso far altro che rivorgerLe una piccola osservazione. Già ero rimasto sconcertato dal comportamento italiano in merito al fattore Unesco- Gerusalemme araba oggi ancora di più per il voto italiano all'ONU. Devo però con rammarico farLe notare che gli ebrei italiani hanno e votano sempre a sinistra. Votano gli amici di chi vorrebbe l'annientamento di Israele. A questo punto viene da dire : " chi è colpa del suo mal pianga se stesso."Con immutata stimaGiovanni Piero ClementiCameri (NO) Italia
antonio fanone , italia
martedì 11 ottobre 2016 14:46:07
non solo il Papa e la Mogherini ma anche i vuoti a perdere delle altre istituzioni mondiali dovrebbero riflettere a questa discriminazione, i morti sono uguali da per tutto....sono terroristi anche quelli che li coprono con falsi pietismi di cui ne abbiamo le tasche piene.