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IL MINISTRO DEGLI INTERNI ISRAELIANO NEMICO STORICO DEGLI ACCORDI DI OSLO « Per noi Arafat non è più un partner» Landau: pace impossibile se n on c’ è democrazia

giovedì 12 aprile 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME IL professor Uzi Landau, sabra, 57 anni è concentrato e asciutto: non sorride, non cerca la simpatia al gruppo di giornalisti della stampa estera a cui concede questa intervista. Preferisce apparire per quello che è : un uomo tutto d'un pezzo. Nella sua qualità di Ministro degli Interni del governo Sharon, su di lui ricade un compito durissimo: quello della sicurezza dei cittadini di Israele in un momento di estrema difficoltà , segnato da attentati e agguati giorno dopo giorno. Una colonna del Likud, il partito di Sharon, Landau ha sempre contrastato gli accordi di Oslo. E oggi seguita a essere convinto che l'orizzonte della pace non sia vicino. Signor Landau, come definirebbe il suo compito in questa Intifada? « Come quello a cui forse è affidato in maniera più drammatica e drastica uno dei problemi irrisolti della democrazia: non tradire mai la democrazia e lo stato di diritto in un Paese ad altissimo rischio, in cui ogni macchina può trasportare armi, ogni persona può essere un terrorista che indossa una cintura di bombe» . I palestinesi lamentano che di fatto questa politica li ha chiusi in un cerchio di fuoco, che i controlli, le cinture di sanità intorno alle loro città li umiliano e li privano del pane quotidiano. Dove si trova, in tutto ciò , la democrazia? Non si tratta di una democrazia di occupazione, mai vista prima? « Presentare i fatti in questo modo, significa semplicemente distorcerli. Da dove provengono gli attentati che fanno morti a decine fra i nostri cittadini? Da Ramallah, da Jenin. Come si può allora pensare che non si tenti di porre un argine all'ingresso dei terroristi con una cintura di sicurezza? Che non si cerchi di controllare le persone che entrano in Israele? Quale Paese non farebbe lo stesso se sottoposto a una minaccia che colpisce ogni scuola, ogni strada, ogni supermarket?» Ma l'Autonomia Palestinese dichiara che l'assedio è anche di carattere economico. « In realtà noi cerchiamo di alleviare al massimo i problemi economici della popolazione, intervenendo laddove possiamo, facendoci carico dei loro servizi e della loro economia per quanto è possibile in uno stato di tensione come questo. Ma il nostro primo problema deve essere la sicurezza dei cittadini: chi accetterebbe che mentre la gente va la mattina al lavoro, venga regolarmente presa di mira dai cecchini lungo le strade. In tutto ciò , resto strettamente nei limiti della legalità democratica, ho un sistema giuridico indipendente, un sistema di informazione indipendente. Io devo rispondere alla legge. Certo non è la stessa cosa per il ministro degli Interni palestinese» . Arafat dichiara che il problema risiede tutto nella vostra occupazione, che la violenza nasce dalla presenza di insediamenti nei loro territori. « E una pura bugia: i coloni sono odiosi agli occhi dei palestinesi esattamente quanto i cittadini di Tel Aviv o di Natanya, dove infatti hanno luogo tragici attentati che uccidono civili, ragazzini, bambini. Arafat non vuole fermare la violenza e usa la scusa degli insediamenti, che peraltro erano uno degli elementi in discussione a Camp David, dove Arafat ha rigettato la trattativa ed è passato alla guerra. Noi abbiamo rispettato gli accordi di Oslo (devo dire senza nessun entusiasmo da parte mia e di altri che come me prevedevano che non ci avrebbero portato da nessuna parte), abbiamo consegnato le città che contengono il 98 per cento della popolazione palestinese che ora formano l'Autorità ; abbiamo messo in mano ad Arafat decine di migliaia di fucili con i quali avrebbe dovuto garantire la sua e la nostra sicurezza; e soprattutto, abbiamo spiegato ai nostri ragazzi, a scuola, che Arafat e i palestinesi erano i nostri vicini, i partner per il futuro. Invece i bambini palestinesi, imparano a scuola a odiarci e a rifiutare la nostra stessa presenza in Medio Oriente» . I pellegrini in questi giorni di Pasqua potranno pregare al Santo Sepolcro nella Città Vecchia? E i Fedeli del Tempio, un gruppo estremista, vogliono fare una dimostrazione a uno degli ingressi delle Moschee. Li lascerà fare? « Noi lavoriamo senza intento ideologico per garantire la sicurezza e perché sia garantita la libertà di culto a chiunque. Andare nella Città Vecchia con una certa prudenza è possibile, è consigliabile, e noi faremo di tutto per garantirlo a chi vuole» . Professor Landau, per lei cosa vuol dire la parola "pace"? Se la democrazia è così importante per lei, come colloca in questa fase quest'idea fondante in ogni sistema democratico? « Io spero molto nella pace, ma non penso che sia possibile ottenerla se da parte nostra non c'è una chiara posizione di forza. E questo perché dall'altra parte non abbiamo una democrazia, ma un sistema autoritario. Anzi, una fila di sistemi autoritari. Tutti Paesi arabi. Voi ci immaginate come se fossimo l'Italia, o la Francia: se avessimo un vicino democratico, che non ha interesse a sollevare le masse, da tempo avremmo raggiunto un accordo» . Ma allora per lei Arafat non è più un partner per la pace? « Stando a quello che lui stesso dice, oggi come oggi Arafat appare più che altro come un partner per Saddam Hussein» .

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