IL MINISTRO ANP PER GERUSALEMME: LE SUE CONDIZIONI DI SALUTE NON S ONO ECCELLENTI E NON DISPONE DELLE COSE CHE GLI SONO INDISPENSABILI « S iamo molto preoccupati per il Raí ss» Ziad Abu Ziad: potrebbero anche esserci f anatici fra i soldati
domenica 31 marzo 2002 La Stampa 0 commenti
                
GERUSALEMME 
ZIAD Abu Ziad, ministro per Gerusalemme nel Consiglio legislativo 
dell'Autonomia Palestinese, ci parla nel suo ufficio di Gerusalemme 
Est, a 
breve distanza da Ramallah, da dove segue - senza poter entrare nella 
zona - 
lo scontro intorno all'ufficio e alla residenza di Arafat. 
Come sta il suo Raí ss? 
« Siamo preoccupati: le sue condizioni di salute non sono eccellenti, 
non ha 
a disposizione le medicine, il cibo, le varie cose che gli sono 
indispensabili giorno dopo giorno» . 
Lei teme per la sua vita? Teme che lo possano uccidere? Gli 
israeliani 
dicono che non lo toccheranno. 
« Non credo che ci sia l'intenzione politica di ucciderlo, ma d'altra 
parte 
fra i soldati possono esserci fanatici che decidano di attaccarlo 
personalmente. L'edificio in cui si trova è bersagliato di 
pallottole, 
dunque le sue condizioni di sicurezza sono comunque molto precarie, 
molto 
pericolose» . 
Come vede l'attuale situazione politica? Sharon dice che vuole 
ripulire il 
campo dal terrorismo, e poi uscire. Lei ci crede? 
« Sharon diceva esattamente la stessa cosa quando entrò in Libano: 
disse che 
voleva smantellare le casematte e i rifugi del terrore. E arrivò fino 
a 
Beirut; e poi restò in Libano per anni» . 
Perché attribuisce a Sharon questa intenzione, dato che ha più volte 
accettato il cessate il fuoco e ha dichiarato di non avere nessuna 
intenzione di rioccupare, anzi ha sgombrato già più volte? 
« Ha anche rioccupato più volte, e comunque non ho fiducia in lui 
soprattutto 
perché è lui, perché è il padrino dei Territori, il protettore della 
destra 
estrema» . 
Ma Peres è con lui. 
« La sinistra sembra schiacciata» . 
Dunque lei è molto pessimista: teme per la vita di Arafat e per una 
rioccupazione dei territori. 
« Sì , sono pessimista, oltretutto noi fino ad ora abbiamo evitato un 
confronto diretto fra la nostra guerriglia armata, migliaia di 
uomini, e 
l'esercito israeliano, ma può diventare una vera guerra con scontri 
vasti e 
letali» . 
Ma non le sembra che la situazione si riaprirebbe, cambierebbe 
sostanzialmente, se finalmente affrontaste il problema del terrorismo 
suicida, se Arafat condannasse e agisse? Perché non fermate questa 
enorme 
onda di terrorismo? 
« Arafat ha dichiarato il cessate il fuoco subito prima dell'entrata 
delle 
truppe israeliane. Quanto al terrorismo, l'ha condannato tante volte. 
Ma non 
ha più gli strumenti per fermarlo fisicamente, per combatterlo: è 
confinato, 
non ha più forze di polizia, non ha più carceri, i suoi uomini non 
hanno 
libertà di movimento» . 
Eppure il popolo palestinese gli attribuisce un grande potere. Perché 
Arafat 
lo usa per proclamare il suo martirio insieme a quello di « un milione 
di 
martiri per Gerusalemme» ? Se chiedesse di abolire il terrorismo, 
forse i 
giovani sentirebbero un freno prima di mettersi la cintura di tritolo. 
« Non credo davvero che sia per via del discorso di Arafat, dei suoi 
riferimenti alla "Shahida", che i giovani decidono di diventare 
terroristi. 
E' la disperazione di vedere fratelli e amici uccisi o feriti, 
l'impossibilità di intravedere qualsiasi futuro che li rende pronti 
alla 
morte, che li riempie di rabbia e di determinazione» . 
Eppure c'è una grande, martellante campagna nel mondo arabo e 
palestinese, 
un odio che sembra irreversibile: lei pensa che lo sia veramente? 
« Niente è irreversibile, fuorché la morte. Se si riaprisse una 
situazione di 
pace l'odio e la disperazione potrebbero essere riassorbiti» . 
Non crede che dipenda in gran parte anche dai palestinesi stessi 
tendere una 
mano per la pace dopo tanto sangue? 
« Coloro che hanno i carri armati, coloro che occupano sono i veri 
responsabili, gli israeliani devono segnalare di essere pronti a una 
soluzione pacifica. Noi abbiamo molte volte dichiarato la nostra 
disponibilità . Ma come potrà mai finire il terrorismo se a Tulkarem o 
a 
Jenin i giovani vengono di nuovo maltrattati, uccisi? Non capiscono, 
gli 
israeliani, che così creano solo ancora odio? Un ciclo di violenza 
inarrestabile?» 
Che ne pensa della risoluzione dell'Onu? 
« Mi sembra positiva, adesso Israele deve immediatamente accettarla e 
ritirarsi come gli chiede il Consiglio di Sicurezza. Noi siamo pronti 
a 
fermare la violenza. In ogni caso, qualsiasi cosa accada, dobbiamo 
tornare 
prima o poi a sederci intorno al tavolo e parlare: questa è la nostra 
sorte, 
e anche il nostro impegno» . 
Zinni è utile in questa situazione? 
« Moltissimo: Zinni adesso è addirittura indispensabile» . 
            