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IL LEADER DI BAGHDAD CAVALCA L’ INTIFADA E PREOCCUPA ISRAELE Partita a Risiko per Saddam Misteriosi movimenti di truppe sul confine irach eno

giovedì 26 ottobre 2000 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME A volte tornano» , e questo purtroppo è il caso: il mondo palestinese, che nel 1991 invocava i missili di Saddam Hussein su Tel Aviv e che proprio dalla sua sconfitta fu poi convinta ad avviare le prime trattative di pace a Madrid (così come lo fu Israele dalla forzata inerzia), di nuovo inneggia al dittatore iracheno. I suoi rappresentanti al summit arabo del Cairo hanno chiamato Israele « la sporca entità sionista» , e hanno invocato la Jihad di tutto l'Islam per poterlo finalmente distruggere. Parole roboanti, ma parole. E invece Saddam adesso vuole dimostrare a tutti che sta preparando i fatti. Lentamente sta concentrando una vasta forza di terra nell'Iraq occidentale e spera in un'escalation nei Territori e sul fronte Libanese tale da giustificare una guerra. In questo caso Saddam per attaccare Israele dovrebbe far passare le sue truppe attraverso la Siria o la Giordania. Israele sta monitorando attentamente la situazione, piuttosto preoccupata non tanto dal potere militare di Saddam Hussein, quanto dalla sua determinazione a dirigere il brivido di odio anti-israeliano che percorre più o meno l'intero mondo arabo. Sembra che gli Stati Uniti abbiano mandato svariati avvertimenti a Saddam di stare lontano dalla crisi mediorentale. Il messaggio americano dice: « Attenzione, ogni tua mossa ne provocherà una nostra» . Ma questo per Saddam potrebbe esser un invito a nozze. Altre fonti israeliane danno per certo che la Giordania è molto preoccupata dei movimenti di Saddam, schiacciata come si trova fra il martello della rabbia palestinese dentro i propri confini a Occidente e l'incudine dell'Iraq a Oriente. Anche se il Dipartimento di Stato Americano ha assicurato che Saddam non è attrezzato per un attacco militare efficace, gli israeliani si preoccupano soprattutto della lunaticità del personaggio: « L'Iraq è un Paese imprevedibile, e quando dà segni di nervosismo, anche noi abbiamo motivo di diventare nervosi - dice Nachman Shai, il portavoce del governo - l'esercito iracheno è ancora relativamente lontano dal confine giordano, ma quando in Medio Oriente la palla rotola, nessuno sa dove può andare a finire» . Né la Siria né la Giordania avrebbero intenzione di dare a Saddam il permesso di entrare nei loro territori, anche perché si sa quando un esercito straniero entra, ma non si può mai prevedere quanto tempo può restare, soprattutto trattandosi di Saddam, un esperto in invasioni di Paesi confinanti come dimostra la vicenda del Kuwait. E inoltre né Bashar Assad né re Abdallah, leader ancora nel fiore del loro debutto, hanno voglia di passare il battesimo del fuoco di un conflitto aperto con l'Occidente che certo non apprezzerebbe un loro ruolo di passerella verso la guerra. Tuttavia, Saddam sa che anche le piazze siriana e giordane sono calde quasi come quelle palestinesi, e che i due giovani leader avrebbero molte difficoltà a rifiutare di aprirgli le porte nel momento in cui attaccasse l'odiata Israele. Così , Saddam continua a spostare un esercito di cinque divisioni verso il confine, contando anche sulla possibilità di essere chiamato in causa direttamente dai palestinesi. Arafat però non lo farà : teme infatti di inimicarsi gli altri leader arabi che dai tempi della guerra del Golfo hanno un contenzioso aperto col raí ss più bizzoso dell'area. Ma intanto i palestinesi cominciano a portare il suo faccione effigiato in trionfo nei loro cortei, e a osannarlo pubblicamente. Anche se non ha certo paura di uno scontro aperto, tuttavia l'esercito israeliano si sta preoccupando in questi giorni di una terrificante ipotesi: che Saddam possa decidere di mobilitare un certo numero di aerei da combattimento all'attacco di alcune città israeliane, prima di muovere le truppe di terra. Saddam, sempre secondo fonti di intelligence, avrebbe deciso di non usare gli Scud, ovvero i missili adoperati nel ‘ 91 contro Israele, perché facendolo darebbe agli americani la prova provata dei suoi inganni nei confronti degli ispettori dell'Onu.

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