Fiamma Nirenstein Blog

Il film presentato a Venezia: "Miral", un Mulino Bianco palestinese

venerdì 10 settembre 2010 Panorama 21 commenti
Panorama, 10 settembre 2010

Verità storiche distorte. Gli ebrei ritratti come conquistatori violenti. Dov'è il messaggio di pace sbandierato?

Il film di Julian Schnabel e di Rula Jebreal, Miral, è così scontato da non emettere alcun suono. Parecchie volte capita di notare quanto danno faccia l’ideologia estrema alla cultura e al gusto: è accaduto col nazismo, col fascismo, col comunismo e accade anche col palestinismo, notevole componente della confusione contemporanea. Anche importanti artisti come Schnabel possono venirne offuscati, è già accaduto.

Quando Yasser Arafat si recò in visita a Saigon dal generale Giap, gli chiese come i vietnamiti fossero riusciti a trasformare un conflitto remoto e locale in una grande questione internazionale. Giap gli suggerì di dedicarsi alla conquista delle élite, e Arafat riscrisse la vicenda dei palestinesi facendone i grandi oppressi dell’imperialismo, dei guerrafondai, le vittime degli americani, degli israeliani, della lobby ebraica. Il terzomondismo era in gran crescita in quegli anni. Quel castello di bugie ha giganteggiato fino a  consentire ai palestinesi di rifiutare qualsiasi proposta di pace incolpandone gli israeliani. La dedica finale del film a chi non rinuncia alla pace è senza contenuto. Il film Miral rinfocola una cultura vittimista e corriva che non può che produrre guerra.

Dopo un ammiccamento alto borghese-terzomondista di Vanessa Redgrave, il film offre le immagini della proclamazione di Ben Gurion dello Stato ebraico, cui subito seguono scene di guerra di cui sono vittime i bambini palestinesi: ma la guerra fu scelta dagli arabi che rifiutarono la partizione, cinque eserciti assalirono Israele che aveva accettato. Nel film non c’è traccia di questa e di altre verità storiche. Il “Mulino Bianco” arabo che ci viene offerto, scuola, pace, olive, humus e pita, era semmai un vulcano di odio. Ne fu il padre ideologico soprattutto un rampollo della famiglia degli Husseini, Haj Amin, lo sceicco amico di Adolf Hitler, senza nulla togliere alla maestra di Rula. Ma quella fu l’epoca in cui il rifiuto arabo divenne un dogma mai più infranto.

Gli ebrei disegnati dal film sono pazzi assetati di sangue che cercano ogni occasione per tormentare i palestinesi in una specie di idoelogia suprematista così lontana da Israele come sa chiunque lo conosce. L’orrida poliziotta cicciona che fustiga a sangue con moto spontaneo la prigioniera (Miral) sarebbe finita sui giornali in prima pagina insieme al giudice omertoso. La libera informazione e la giustizia israeliana li avrebbero spediti in galera. La lacrimosa descrizione della terrorista Fatima con incredibile cinismo parla di un attentato fallito in un cinema, e non delle migliaia di attentati riusciti, che hanno ucciso giorno dopo giorno donne, bambini, vecchi israeliani.

Del terrorismo, dell’odio che ha caratterizzato in tutti questi anni l’atteggiamento dei palestinesi (di cui è una serra proprio la scuola, da cui è bandita la carta geografica dello Stato Ebraico) verso Israele non c’è traccia. I soldati israeliani sembrano psicopatici che usino a casaccio bulldozer, carri armati, mitra contro elfi danzanti che lanciano pietre. Piccole pietre.

Colpisce quanto siano furbastri i riferimenti storici, con la scritta che gli accordi di Oslo non furono mai realizzati, come se non fosse stata l’Intifada dei terroristi suicidi decisa da Arafat a impedirlo; con l’allusione alla generosa accettazione del 22 per cento della patria ambita che, bontà loro, i palestinesi avrebbero accettato. Ma chi conosce il soggetto sa che esso è il 22 per cento di una “Palestina storica” usata all’occorrenza, mentre in realtà comprende tutta la Cisgiordania e Gaza. Cioè tutto, fuorché Israele.

Ma Israele è per il film un becero occupante, un ebreo errante che non c’entra niente, non certo un popolo tornato sulla sua terra. Colpisce anche l’occupazione estetica di Gerusalemme trasformata in città tutta araba, l’esaltazione dell’occupazione Giordana dal 48 al 67 in cui i luoghi santi dei cristiani e degli ebrei non erano accessibili liberamente. Lo spettatore insomma impara molta dottrina e poca verità, mentre le immagini si arrampicano sugli specchi di una conclusione strampalata.

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Gianfranco Niccolai , Pistoia Italia
 giovedì 7 ottobre 2010  15:30:56

Todah rabah, Michal ! ( Grazie, davvero grazie, Michal ! )Che Dio ascolti la tua preghiera, che israeliani e palestinesi possano vivere in pace, che, soprattutto, ognuno di noi possa vedere prima le proprie colpe, e poi quelle degli altri, e avere la forza di credere all'incredibile : Shalom/Salam



Michal , Milano
 domenica 3 ottobre 2010  12:35:07

Credo invece che il film vada visto, benché non sia un capolavoro. È utile e quantomai istruttivo provare a vedere le cose dal punto di vista di chi non la pensa come noi. Per poi magari rimanere sulle proprie opinioni o anche rafforzarle, come è successo a me, ma bisogna provare, sforzarsi, vincere i propri preconcetti e persino dimenticare i propri studi. Di chiunque sia la colpa, è indubbio che vivere nei territori occupati spinge all'odio e alla violenza, chi ci è stato lo sa. A meno che qualcuno non pensi che sia ameno vivere in un campo profughi o fare ore di attesa ai posti di blocco per tornare a casa dal lavoro. Fare un passo indietro, rispettare gli accordi internazionali benché la nostra controparte non lo faccia, dimostrare maturità culturale e politica sarebbe forse una strada altrettanto lunga ma più fruttuosa. O almeno è quello che spero per Israele, terra che amo e Stato nato come un bellissimo e finalmente realizzabile sogno di pace, terra di latte e miele. Per tutti.



Sara per Elyhau , Roma
 mercoledì 15 settembre 2010  21:06:34

Hind Al Husseini non era la figlia di Haj Amin. Credo fosse la nipote. Era la cugina di Abd el Qader, il quale era nipote (figlio di fratello) di Haj Amin.O forse hai informazioni diverse?



Adriano Romaldi , Falconara Marittima (italia)
 martedì 14 settembre 2010  23:19:48

Gent.le On. Fiamma, quello che mi stupisce di Lei è la sua facilità di scrittura e la passione tutt eBRAica nel difendere la Propria "Storia"; la Sacra Bibbia parla sempre storicamente ma è Dio che Fà.Quelle impressioni che lei ha sul mondo sono a conoscenza di tutta la "massa" e, come scrivono gli Evangelisti un pò di lievito fermenta la massa.Quello che gli Ebrei devono fare non è altro che rimanere sé stessi nonostante la "massa"!Il lievito fermenterà la "massa" solo quando sarà vero lievito:Sono con lei e con tutti gli Ebrei e ricordi sempre che Giuseppe venduto dai fratelli ha trionfato perché Dio era con lui.Avanti e sempre Shalòm!Adriano Dott. RomaldiRimaniamo sempre fedeli ai nostri principi e vinceremo sempre, glielo assicuro sempre!



Eliyahu , Gerusalemme
 martedì 14 settembre 2010  19:46:37

Amici, Ecco parecchi articoli in Italiano che menzionano Amin el-Husseini [al-Husayni]. Cerca secondo la voce "husseini"http://it.wikipedia.org/wiki/Amin_al-Husseinihttp://www.lilianapicciotto.it/public/TESTI%20ON%20LINE.doc?idtesto=1005http://digilander.libero.it/francescocoluccio/diario/2007/95.picciotto.htmhttp://www.lilianapicciotto.it/home2.asp?idtesto1=1027&idtesto=1009&son=1&level=2http://lucameneghel.blogspot.com/2008_03_01_archive.htmlhttp://www.ilvangelo-israele.it/news/notizie_ago09.html



Paolo Zanardo , Padova Italia
 martedì 14 settembre 2010  18:03:30

Cara dott. Nirenstein,compiango che il suo lavoro di giornalista la costringa a sorbirsi un film come "Miral". Io sono piu' fortunato; le menzogne palestinesi non le ascolto proprio e considero falsa o totalmente distorta ogni notizia che provenga da fonte palestinese.I piu' cordiali saluti e ringraziamenti per il suo lavoro in difesa della verita'. Paolo Zanardo



Eliyahu , Gerusalemme
 martedì 14 settembre 2010  11:22:52

one thing that the film does is to make a heroine out of one Hind Husseini. This woman may have been nice to fellow Arabs but she was the sister of Haj Amin el-Husseini, the leading Arab Nazi collaborator who spent the war years in the Nazi-fascist domain in Europe, helping to organize the Bosnian Muslim SS division, the Handschar. among other activities. He also collaborated directly in the Holocaust, calling on the Axis satellite states in Eastern Europe to send Jewish children to Poland where, he wrote, they would be "under active supervision." Of course, he knew that the death camps were in Poland and he knew what fate awaited Jewish children there. Prof Daniel Carpi has written on Amin el-Husseini, perhaps he has published some articles about Husseini in Italian too.



ariella adler , Trieste - italia
 martedì 14 settembre 2010  01:36:16

Non comprerò il libro nè andrò mai a vedere quel film.La mia opinione me la sono fatta studiando ebraismo. islam, leggendo libri di vari autori pro e contro, per esperienza personale di fatti avvenuti a me, la propaganda ormai non mi tocca più. So distinguere il mio simile dal mio opposto.I Palestinesi hanno talmente rotto a tutto il mondo, posso capire gli israeliani. Capisco fin troppo della propaganda e da quarant'anni. Il tragico del nostro tempo è che le cose avvengono talmente in fretta e in modo così violento che l'uomo non ce la fa a comprendere e e a starci dietro.Fiamma, permetti di chiamarti così, ma perchè l'Italia non cambia la Costituzione e fonda la nostra repubblica invece che sul lavoro, sui principi e valori giudaico cristiani che sono gli unici in grado di assicurare la libertà a tutti?



loris , Bolzano
 lunedì 13 settembre 2010  22:08:26

Le solite distorsioni della verità servite ad un pubblico incline al fascino terzomondista . La ragione non può servire con gente che non vuol sentir ragione, sono convinti che il coccodrillo islamista sia un canarino,contenti loro?!



Elisabetta Covini , Torino
 lunedì 13 settembre 2010  19:11:21

Gentile signora Nirenstein, grazie della sua recensione; se già ero per niente propensa a vedere il film - considerato da dove proviene - adesso so che non lo vedrò proprio.Però, per favore non scriva anche lei "donne, vecchi e bambini". O aggiunge gli uomini, o toglie le donne e lascia solo vecchi e bambini. Con simpatia e cordialità



Magda Menchini , Firenze - Italia
 lunedì 13 settembre 2010  18:21:50

Sono totalmente d'accordo sull'analisi fatta di questo film



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 lunedì 13 settembre 2010  17:46:58

ma quando si parlerà del popolo ebraico? quando si penserà a difendere tanta povera gente ebrea che vive in quei territori?Un bacio, e un abbraccio, Ilaria.



Michele Pacciano , Bari/Italy
 lunedì 13 settembre 2010  17:04:44

Non ho visto il film. Ma ho respirato il clima da cui promana e ne ho anche scritto, per cui non posso che condividere l'assunto di partenza e l'analisi. Miral non sarà né il primo né l'ultimo film di propaganda. Mentre scrittori e registi israeliani vengono sistematicamente boicottati. Ma è storia vecchia, ormai mi suscita reazioni di pancia e non di testa, accompagnate, a tratti, da inorridito silenzio.In questa temperie, peraltro dilagante, se non generalizzata, chi si sforza di cercare la verità, o peggio tenta di ricostruirla, viene bollato, o liquidato come filosionista. Il che, per me, detto per inciso, è un grande onore, che peraltro rivendico.Shana tova, FiammaMichele Pacciano



Piero , Pisa
 lunedì 13 settembre 2010  01:51:50

Scrive Alberto Crespi su L'Unità:"Con indubbia sagacia, Schnabel e Jebreal hanno trasformato la propria convivenza in un’operazione di marketing""Tutto questo sarebbe secondario se Miral non fosse di rara bruttezza""un film prodotto da personaggi discutibili, che propugna valori assolutamente indiscutibili... in modo, però, artisticamente risibile""Freida Pinto nei panni della giovane Miral/Rula è veramente imbarazzante. ... deve pronunciare dialoghi impossibili che tentano di riassumere in modo meccanico e didascalico la storia di Israele e della Palestina. Scritto malissimo, il film è girato forse peggio, con stile inutilmente «poetico» e sfondoni clamorosi."



Mara Marantonio Bernardini , Bologna
 domenica 12 settembre 2010  23:50:31

Cara Fiamma,ottimo commento. Lo scrivo senza aver visto il film, non ne ho bisogno, dato che so bene come la pensa la "Musa ispiratrice", abile e furbetta, con i legami giusti, da sempre. Sere fa ho rivisto su face book un filmato dove Barbra Streisand cantava Hatikva in collegamento televisivo con Golda Meir, allora Premier, credo (appariva pure un attimo, nel finale, un ancor giovane Zubin Mehta). Uno spettacolo stupendo, oggi inimmaginabile. Anche allora c'era l'odio per Israele (v. le diverse, terribili, stragi), ma c'era pure un chiaro filone amico. Dov'è finito?



Ester , Morbio Superiore - Svizzera
 domenica 12 settembre 2010  21:05:22

Perché meravigliarsi? É normale amministrazione per un apparato distruttivo votato ad annientare. Arafat usava due dita per proclamare vittoria ed i serpenti hanno la lingua biforcuta... sappiamo come sono!ISRAELE NECESSITA UNA BUONA E PERFETTA PUBLIC RELATION MONDIALE...Shalom Shalom, Ester.



giovanna luccardi , roma italia
 domenica 12 settembre 2010  18:48:42

non mi meraviglia quanto da lei scritto.Il vittimismo e la mancanza del senso di realtà sono diventati una costante nell'immaginario palestinese,fortemnente rinforzati dagli "intellettuali di sinistra "che non sono consapevoli (o non vogliono esserlo) del danno che fanno ai loro amici contribuendo ad allontanare ogni reale prospettiva di reciproca comprensione.



Percy D'Elia , Roma-Italia
 domenica 12 settembre 2010  17:46:46

Mio povero padre mi diceva sempre, "controla gente becera e l'ignoranza, c'è ben poco da fare" figuriamoci se questi beceri e ignoranti iniziano a deformare tutto ciò checoinvolge Israele!!!!!Un cordiale saluto.Percy D'Elia



Luca Boneschi , Milano
 domenica 12 settembre 2010  16:46:55

Cara Fiamma,le sue parole portano un po' di verità nel piatto conformismo del nostro finto benessere.Con l'affetto e la stima di chi ha la fortuna di conoscerla.Luca Boneschi



Dova Cahan , Tel Aviv
 domenica 12 settembre 2010  15:31:11

Carissima Fiamma, spero che tu abbia ricevuto il mio libro "Un Askinazita tra Romania ed Eritrea" dove narro le vicissitudini della mia famiglia tra le dueguerre mondiali in Romania, durante ilperiodo dell'Olocausto li e l'abbandono erifugio in Asmara ex colonia Italiana nelFebbraio del 1948 a causa del comunismo ed al divieto degli Inglesi di restare in Eretz Israel dove eravamo diretti.Quest'anno oltre al libro sono riuscita aterminare anche il mio film documentariobasato su questa storia e sopratutto sulla storia di mio padre che fu un grandesionista attivista in Romania fin dalla suagiovane eta`.Il film l'ho presentato a vari festival internazionali in Europa e tra questi anche se le adesioni alla Biennale di Venezia erano gia chiuse ufficialmente mi sono permessa di scrivere una semplice email che riporto.,"Ho appena finito di girare un film documentario su DVD di 38 minuti sulla storia di mio padre, un sionista inRomania durante la sua infanzia, l'Olocausto e poi successivamente,fino al 1948.Dopo di che ha dovuto lasciare la Romania a causa del comunismo e ha trovato rifugio come profugo in Asmara,Eritrea ex colonia italiana, dove visse fino al 1974, quando ha trovato la sua morte li.Potete farmi sapere per favore se posso ancora partecipare al vostro festival..."La loro risposta e` stata positiva e mi hanno persino concesso una proroga purdi ricevere il mio dvd...Dopo due invii conposta espressa prioritaria dovuto ad impicci doganali..per cui loro hanno continuato ad attendere il mio film..ho ricevuto questa risposta."Thank you for submitting your film to the selection of the 67th VeniceMostra Internazionale d'Arte Cinematografica.We did appreciate the qualities of the film. However, I regret to inform youthat we have not been able to include it in our programme."Per me e stato tutto molto chiaro...forsesi aspettavano un film che che parla male di Israele..un sio



Liliana Picciotto , Italia
 domenica 12 settembre 2010  14:28:46

Cara Fiamma, grazie per questo commento che mi servirà moltissimo nelle mie quotidiane discussioni. Sei una leonessa.Ti abbraccioLiliana



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