Fiamma Nirenstein Blog

Il dibattito in Aula sul trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Libia

mercoledì 21 gennaio 2009 Attivita parlamentari 1 commento
In questi ultimi giorni l'Aula di Montecitorio ha vissuto un acceso dibattito in merito alla ratifica del Trattato di Amicizia, partenariato e cooperazione tra l'Italia e la Libia, un lavoro che molti Governi hanno portato avanti nel corso degli anni per chiudere il contenzioso tra il nostro paese e lo stato nordafricano derivato dal passato coloniale. Ho spiegato in Aula i motivi per cui ho ritenuto di astenermi ed eccoli qui:

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008

21 gennaio 2009

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nirenstein. Ne ha facoltà.

FIAMMA NIRENSTEIN. Signor Presidente, nel corso di questa lunga fase di votazione è cresciuto dentro di me un atteggiamento che è senz'altro positivo nei confronti del mio gruppo, ma che tuttavia mi ha portato ad astenermi su tutte le varie votazioni sugli emendamenti e così seguiterò a fare fino al voto finale del provvedimento in esame.
È una posizione che non è in polemica col mio gruppo, perché comprendo l'impegno e la responsabilità del Governo rispetto ad un Paese che, al di là delle vicende connesse al passato coloniale, rappresenta un partner finanziario importante per molte imprese italiane e potrebbe svolgere un ruolo strategico nel contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina nel nostro Paese; quindi, vi vedo un gesto di ottimismo politico. Tuttavia, qua intervengono gli elementi legati alla mia coscienza ed al modo in cui leggo una realtà, quella di Gheddafi, che da molti anni studio e di cui mi sono occupata largamente nell'ambito del mio interesse per il mondo islamico.
La mia astensione testimonia due fatti: testimonia uno scetticismo nei confronti dell'interlocutore. Sono molto scettica nei confronti di un interlocutore che durante l'ultima guerra in Medio Oriente ha invitato gli Stati Arabi a mandare i loro guerrieri a distruggere Israele, che negli anni ha cacciato gli ebrei dal suo Paese, fino a che non è esistita più neanche una sola sinagoga, che ha perseguitato i dissidenti in ogni modo e che nel passato, anche se vi sono stati sviluppi e cambiamenti, ha praticato il terrore.
Il secondo elemento è costituito dal fatto che sull'ottimismo della volontà, talvolta sovrasta il pessimismo della moral clarity; ovvero ritengo che la chiarezza morale a volte ci imponga delle scelte, che vanno in parte anche contro il nostro desiderio di far bene, che è certamente quello che sta facendo il mio gruppo in questo momento. Quello che penso è che laddove vi è qualcosa di buono, là vi è o si sviluppa la democrazia. Lego il mio concetto di bene nella politica al concetto di sviluppo della democrazia, quindi benché io speri che questi rapporti internazionali, che si creeranno con l'Italia, possano spingere, come diceva il collega Farina, in direzione positiva, tuttavia, non scorgendo per ora nessun elemento di democrazia, non posso che ammirare l'ottimismo della volontà del mio gruppo e ciò nonostante astenermi rispetto al voto.

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gianfranco pellegrini , MILANO
 venerdì 23 gennaio 2009  16:16:55

geddafi è ora che la finisca con le rivendicazioni verso l'Italia per essere stata la potenza colonizzatrice della Libia.Nal 1911 quando disgraziatamente ci siamo andati la Libia era suddita dell'impero ottomano ed era gestita (male) da un Pascià. Come disse Giolitti era uno scatolone di sabbia. In 30 anni abbiamo fartto di Tripoli una bella cittadina moderna. molte strade che non si erano mai sognati di fare,scavato pozzi.Mandato a scuola tantissimi ragazzi. Ed infine avevamo perfino dato ai libici la cittadinanza italiana.Quando ventimila contadini in maggioranza veneti furono trasferiti in Libia in poche anni resero la Cirenaica un giardino verde.ora tutto ù andato perso e Geddafi ancora la tira in lungo.Bisognerebbe che qualche ministro italiano fosse capace di dirgli sul muso (come farebbe un inglese) che oltre a tutto gli facciamo il piacere di comprargli il petrolio a caro prezzo quando di petrolio disponibile è pieno il mondo a 40 euro



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