IL COSTITUZIONALISTA FEDERMAN: DIFFICILE FERMARLO, HA LA LEGGE DALLA SUA L’ assassino di Rabin vuole sposarsi In Israele tutti cercano di impedirglielo Alla notizia Dalia, la figlia del premier ucciso nel ‘ 9 5, ha un attacco di cuore
martedì 20 gennaio 2004 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
« SUL mio cadavere» : questa è , più o meno la reazione colletiva di
Israele
alla notizia che Ygal Amir sta per chiedere ai Servizi delle Prigioni
di
sposarsi la prossima Pasqua. Amir, come si sa, è l’ estremista di
destra che
assassinò a sangue freddo il Primo Ministro israeliano Ytzchak Rabin
nel
1995. L’ uomo non ha mai dato nessun segno di pentimento, e anzi ha
sempre
continuato a darsi l’ atteggiamento di un capo politico, di un mistico
esecutore di una volotnà superiore. Il suo atteggiamento sardonico e
il
sostegno che la sua famiglia e sparuti ammiratori integralisti hanno
seguitato a offrirgli dopo che è stato condannato a una serie di
ergastoli e
al carcere duro hanno suscitato un sentimento di rifiuto e disgusto
ancora
maggiore verso di lui. Dalla sua parte, non si scorge pentimento, al
contrario.
La prima reazione che la richiesta di Amir ha raccolto è stato un
attacco di
cuore (non grave) della figlia di Rabin, Dalia Rabin Filosoff, che è
stata
ospedalizzata nel mezzo della notte per lo stress procuratole dalla
notizia.
« Se sarà necessario - ha detto Shimon Peres - domani stesso proporrò
una
legge ad hoc che impedisca di sposarsi all’ assassino del Primo
Ministro, un
uomo che deve espiare il fatto di aver procurato un lutto senza
precedenti
nella storia a ogni cittadino, e anche di avere attentato alla
democrazia» .
« Un matrimonio così potrebbe avere luogo solo di fronte a una piscina
piena
di sangue» ha detto la deputata laburista Dalia Ytzick; e Yaacov
Ganot, il
direttore dei Servizi delle Prigioni, colui che dovrebbe
personalmente
fornire il permesso per il matrimonio, ha dichiarato senza battere
ciglio,
che, per quello che lo riguarda, lui quel permesso non lo darà mai:
« Perchè
- ha spiegato - sposarsi per Ygal Amir non sarebbe un gesto d’ amore,
ma
l’ inizio di una macchinazione ben concertata con tutta la sua
famiglia: si
comincerebbe a chiedere per lui più permessi per incontrare la
moglie, e poi
se magari lei fosse incinta allora sorgerebbero problemi psicologici
e di
salute, e ancora, se magari nascesse un bambino, il bambino avrebbe
bisogno
di vedere il padre senza il vetro che per ora divide Amir dai
visitatori..magari si chiederebbe che venisse tolto dall’ isolamento.
Insomma
è un complotto politico, e io, che ancora tuttavia non ho ricevuto
nessuna
richiesta, non intendo sottostarvi» .
Ma non sarà così facile: le leggi in Israele prevedono chiaramente
diritti
per i carcerati, anche per i più efferati assassini (anche i
terroristi si
sposano in prigione) che preservano una quantità di diritti civili:
un
famoso avvocato Avigdor Federman costituzionalista, dice appunto che
con
tutto il rincrescimento, se Amir si vorrà sposare, sarà molto
difficile
impedirglielo « perchè la legge è legge, e non sono ammesse le leggi
ad
personam» . La quasi futura sposa ha quarant’ anni e quattro figli, il
suo
nome è Larissa Trimboler, vive a Gerusalemme, proviene dalla Russia,
insegna
filosofia e il suo cotè e ideologico è quello del nazionalismo
religioso più
duro. Ma lei insiste, nelle poche parole che le sono state strappate
che le
sue visite all’ assassino di Rabin sono state tutte di carattere
umanitario,
per vedere l’ essere umano che veniva celato dalla demonizzazione; per
visitarlo l’ attuale fidanzata fece richiesta insieme al suo marito di
allora, Benyamin (si, esiste anche questa piccante parte della
storia) due
anni fa.
A Byniamin fu vietato l’ ingresso; a lei invece fu concesso 22 mesi fa
di
visitare l’ assassino. « Ygal non si considera così - disse un anno fa
in’ intervista a un settimanale - parla di ciò che ha fatto come di
un’ eliminazione programmata, dovuta» . Larissa racconta come le
conversazioni
siano state per la maggior parte su libri, testi di filosofia ,
Nietszche,
Kirkegaard, Descartes, Jung, Thomas Mann. Poi, Ygal Amir chiese di
poterle
parlare al telefono, e il permesso fu prima negato; ma poi accordato
in base
alle leggi carcerarie dopo che l’ uomo fece appello alla Corte per la
seconda
volta. Pare che Larissa gli abbia consigliato più volte di ammettere
di
essere stato spinto al delitto, ma Amir avrebbe risposto: « Mai,
altrimenti
diventerei un assassino» . Invece, pensa così di essere un eroe,
un’ opinione
condivisa solo dalla sua mamma Geula, maestra di asilo, che è molto
amica di
Larissa: la madre, ha detto, aspetta con ansia le nozze, ha detto, e
vuole
diventare nonna.
Come lei, qualche folle delle colline come un residente
dell’ insedimento di
Tapuah, David Haivri, che « augura a Ygal di uscire presto dalla cella
e di
vivere felice con la sua sposa» . Un’ augurio davvero isolato.
Sull’ altro
fronte un intero mondo che non sa adesso come gestire il proprio
rispetto
per i diritti umani. Coerente ma isolata Zaava Gahon, una deputata
del
partito di estrema sinistra, il Meretz dice: « Se tutti gli assassini
possono
sposarsi in carcere, sarebbe un gravissimo errore fare un’ eccezione
per
Amir» . Eppure l’ opinione pubblica anche a destra la pensa
diversamente.
Daniel Bel Lulu del Likud non lo manda a dire: « In assenza della pena
di
morte, l’ unico diritto che io riconosco a Amir è di vivere» .