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Il coraggio di dire che l’antisionismo è antisemitismo

lunedì 24 gennaio 2011 Il Giornale 18 commenti
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Il Giornale, 24 gennaio 2011

È un evento straordinario il nuovo libro di Pierluigi Battista "Lettera a un amico antisionista" (Rizzoli, pagg. 120, euro 17,50). Le élite europee e americane si sono contagiate le une con le altre in un demente biasimo per Israele, in cui non esiste né logica né storia, ma da cui, paludata di studi, numeri, belle parole e mezze parole, esce l’idea che Israele sia un Paese che sarebbe meglio non esistesse. Anzi, che forse domani non esisterà. Anzi, che verrà distrutto. Battista distrugge invece la perversione intellettual-politica di massa dell’odio antisionista in cinque brucianti capitoli e la rivela per quello che è: antisemitismo.

Ed ecco l’eccezionalità del lavoro di Battista: si contano sulle dita di una mano gli intellettuali non ebrei che abbiano sistematizzato lo scandalo dell’odio per Israele che appesta il mondo, l’Onu, l’Unione Europea, e li riduce a un circo di bugie; che salvaguarda i violatori dei diritti umani; che non si occupa del colpo alla nuca in Cina o dello sterminio in Sudan, e condanna, chiamandoli con compiaciuta pornografia «nazisti», i check point israeliani che evitano gli attacchi terroristici. Al di là del gruppo dei cristiani per Israele, possiamo citare solo bravi intellettuali come l’inglese Robin Shepherd con "A state beyond the pale", Bruce Bawer, che affronta il tema nelle more del suo "While Europe slept", Neill Lochery con "Why blame Israel?", e fra gli italiani Angelo Pezzana e Magdi Allam. Poi ci sono grandi nomi di politici e giornalisti come, per primi, José Maria Aznar e Giuliano Ferrara.

Ultimamente una grande manifestazione a Roma con cui io stessa ho tentato di muovere le acque «Per la verità, per Israele» e a cui hanno partecipato molti intellettuali e politici di prima linea, ha dimostrato che qualcosa sta cambiando. C’è chi non vuole più sottostare alla più pericolosa perversione della mente europea. Ma pochi sono i membri dell’élite che hanno intrapreso un lavoro come quello di Battista. In genere gli opinion maker che parlano dai giornali, dai libri, dalla tv, dalle cattedre universitarie, dal mondo del cinema e dello spettacolo, hanno invece costruito un’opinione pubblica ignorante basata su una tacita intesa: quella che delegittimare l’esistenza d’Israele, immaginarlo come uno stato di apartheid o un perenne colpevole di crimini di guerra, definirlo una «shitty little country» destinato a morire come fece l’ambasciatore francese a Londra, usare un doppio standard che assolve i peggiori dittatori e negare perfino il suo diritto alla nascita, sia puro senso comune. E tale è diventato.

Battista combatte su due strade: quella dell’identificazione dell’antisemitismo con l’antisionismo e quella della «ossessione maniacale», l’esagerazione, la febbre che Robert Wistrich nella sua opera sull’antisemitismo chiama «lethal obsession». È evidente che l’ossessione deriva dalla pulsione antisemita, e Battista la smaschera. Ma non è solo questo: Israele viene giudicata, spiega Battista, in base a un sistema ideologico nato dalla Guerra fredda, in cui i popoli poveri sono buoni e quelli occidentali cattivi e imperialisti. Fra questi Israele. Ma il sistema di giudizio ha una falla logica centrale: il doppio standard, che Battista prende per le corna: «... niente Somalia, niente Eritrea, niente Sri Lanka, niente Kashmir, niente Ossezia del Sud... il tuo spaventoso doppio standard (che) ti fa tacere sui milioni di displaced persons di cui il mondo è pieno ma di cui Israele non è colpevole... Forse scendete in piazza per gli uiguri?... Vi incatenate per il Darfur, fate marce per la liberazione del Tibet e del Kirghizistan?».

E sul tema dei diritti umani: «Tutto ciò che attiene alla libertà e alla democrazia a voi non interessa, è come se non esistesse. Se accoppano un collaborazionista palestinese... se Hamas opprime le donne... se gli omosessuali palestinesi fuggono dalle terre dove sono condannati a morte per rifugiarsi in Israele... accettate senza un soprassalto di dignità, accecati come siete, che a Madrid (si boicotti) la presenza degli omosessuali israeliani... La forca non è più una forca, la tortura non è più tortura: è appannaggio di un mondo debole che se è debole lo è per colpa dell’Occidente ricco e colonialista di cui Israele è il cuneo, l’avamposto, la trincea avanzata del Medio Oriente». Questa forma di corruzione, che è la regola dell’Onu, mina la mente occidentale. Noi siamo la parte offesa insieme a Israele.

Battista lo denuncia dibattendo con figure classiche del nostro dibattito, Sergio Romano, Barbara Spinelli, e dietro di loro Tom Segev, o Edward Said, pilastri dell’élite di cui si è nutrita l’opinione pubblica occidentale. Sono loro le fonti dell’antisemitismo travestito, gli alfieri del diritto a «criticare Israele» che nessun liberale può negare. Ma Battista lo spiega bene: non significa niente «criticare Israele», è come dire che si può criticare l’Italia, o la Francia. Si può avere da dire su questo o quel governo, ma è assurdo criticare l’entità Italia: che cosa? L’antica Roma? Riccione? Venezia? Berlinguer? Berlusconi? Chi rivendica la «critica a Israele», e questo è il tema di fondo del libro, rivendica un diritto abominevole, reso inammissibile dalla storia: il diritto all’antisemitismo.


The courage to admit that anti-Zionism is anti-Semitism
Il Giornale, 24 January 2011

In his latest essay, Pierluigi Battista, Italian chief columnist for "Corriere della Sera", meets all the prejudices against the Jewish people and the Jewish State head on. Those who lash out against Israel then have nothing to say about what’s going on in China and in the Darfur.

The new book of Pierluigi Battista "Lettera a un amico antisionista" (Letter to an anti-Zionist friend) (Rizzoli, 120 pages, € 17.50) is an extraordinary event. The European and American élites are competing with each other in a crazy, unprecedented and illogical spiral of criticism against Israel. This is aimed at giving the idea, embellished by studies and numbers and clothed in fine words and nebulous statements, that Israel is a country which has no right to exist. And actually tomorrow it might not exist, as so many want to destroy it Battista, in contrast, destroys this intellectual/political mass perversion of anti-Zionist hate in five burning chapters, revealing it for what it is: anti-Semitism.

Why is Battista’s work so exceptional? Because we can count on the fingers of one hand the non-Jewish intellectuals who have systematized the scandal of hate for Israel that contaminates the world, the UN, the European Union reducing them to a circus of lies; this hatred safeguards the violators of human rights, does not object to the Chinese bullet in the back of the head, or to the Sudanese carnage, and condemns, with the pornographic label of «Nazis», the Israeli check points designed to ward off terrorist attacks. Not considering the Christians for Israel, we can quote only upright intellectuals such as Robin Shepherd, with "A state beyond the pale", Bruce Bawer, who deals with this question as well in his book "While Europe slept", Neill Lochery with "Why blame Israel?", and among Italian writers, Angelo Pezzana and Magdi Allam. Then there are the distinguished names of politicians and journalists such as, in pride of place, José Maria Aznar and Giuliano Ferrara.

Recently the large event «For the truth, for Israel» held in Rome, that I personally contributed to organizing, and which was attended by many intellectuals and leading politicians, is the evidence that something is changing. Some people are no longer willing to submit to the most dangerous perversion of the European mind. But the members of the élites who have produced a book such as Battisti’s are few. Generally, in contrast, the opinion makers who speak from newspapers, books, TV screens, from their university desks, from the world of cinema and show business, have been instrumental in feeding public opinion with ignorance and silent agreement. They pass off the idea that it is just pure common sense delegitimizing the existence of Israel, imagining it as an apartheid state or as a country guilty of war crimes, describing it as a «shitty little country» bound to die – the words of the French ambassador in London – using a double standard that exonerates the worst dictators, and even denying its right to exist.

Battista fights on two fronts: that of the identification of anti-Semitism with anti-Zionism and that of the «lethal obsession», the exaggeration, the fever described by Robert Wistrich in his anthology on anti-Semitism. It is clear that the obsession is driven by anti-Semitism, and Battista brings this to the fore. But this is not all: Israel is judged, explains Battista, on the basis of an ideological system that harks back to the Cold War, in which poor countries are good and Western countries are wicked and imperialist. Israel is one of the latter. But this method of judgment has a central logical flaw: the double standard, which Battista grabs by the horns: «...no Somalia, no Eritrea, no Sri Lanka, no Kashmir, no South Ossetia... your appalling double standard prevents you from speaking out in defense of the millions of displaced persons that fill the world, but for which Israel is not responsible... Are you going to take to the streets for the Uyghurs?... Are you going to demonstrate in chains for Darfur, or march for the liberation of Tibet and Kyrgyzstan?».

And on the human rights issue: «Everything that concerns freedom and democracy is of no interest to you.. If a Palestinian collaborationist is murdered... if Hamas oppresses women... if Palestinian homosexuals flee from the land where they are condemned to death to seek asylum in Israel... You accept, without the slightest dignity, blind as you are, that the attendance of Israeli homosexuals (is boycotted) in Madrid… Capital punishment is no longer capital punishment, torture is no longer torture: in a weak world, it is just a right. And if this world is weak, the blame goes all to the rich, colonialist Western world of which Israel is the cornerstone, the outpost, the front trench of the Middle East». This form of corruption, which is the order of the day at the UN, undermines the Western mind. We, together with Israel, are the injured party.

Battista denounces all of this, arguing with front line Italian opinionists like Sergio Romano and Barbara Spinelli, and with the translated texts of intellectuals like Tom Segev or Edward Said.. Battista sees them as the sources of covert anti-Semitism, the champions of the right to «criticize Israel». But he explains it well: «criticizing Israel» doesn’t mean a thing – this is just like saying that you can criticize Italy, or France. It is quite acceptable to disagree with this, that or the other government, but it would be absurd to criticize Italy as an entity: criticize what? Ancient Rome? Riccione? Venice? Berlinguer? Berlusconi? Those who claim the right to «criticize Israel» – and this is the underlying theme of the book – claim an abominable right, that history made unacceptable: the right to anti-Semitism.

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Eliyahu , Gerusalemme Israele
 domenica 30 gennaio 2011  18:37:48

Cio che dico io e` che molti o la maggior parte dei detti "anti-imperialisti" non sanno o non vogliono sapere che oggi, adesso, ci sono molta ricca gente nelli paesi arabi. Sanno loro che c'e` una sostanza chiamata il petrolio e che molti Arabi s'arrichono di quello?? Da loro, da gli Arabi, sono molti milliarderi. Inoltre, secondo Lenin, l'autorita' degli anti-imperialisti, una grande concentrazione di soldi, di capitale, costituisce il imperialismo. Secondo la definizione di Lenin, il loro guru presunto, stati arabi tale il regno saudi sono stati imperialismi. Cioe` dire che un'alleanza con gli stati di petrolio arabi e` un'alleanza con imperialisti. Secondo Lenin.L'antisionismo e` l'anti-imperialismo degli imbecilli.



Eliyahu , Gerusalemme Israele
 domenica 30 gennaio 2011  17:00:57

L'antisionismo e` l'anti-imperialismo degli imbecilli



carlo baldassi , udine
 giovedì 27 gennaio 2011  05:14:29

cara Fiamma, sono un vecchio illuminista ateo e leggerò senz'altro il libro di Battista. Sono a-semita e a-sionista, per definizione.Ma non condivido l'equiparazione antisionismo=antisemitismo.Se ormai politicamente Israele deve esistere (e non c'è dubbio che resti l'unico paese democratico in mezzo ai beduini islamici), molti intellettuali di cultura ebraica si pongono domande forti.E questo a prescindere dalla necessità inderogabile di dare anche ai palestinesi una patria.Sul tema in questi anni ho letto:E.Benbassa-J.C.Attias: Gli ebrei hanno un futuro?F.Nirenstein: L'abbandonoR.Finzi: L'antisemitismoM.Moncada di M : Israele, un progetto fallitoV.Segre: Storia di un ebreo fortunatoJ.Hilal e I.Pappe: Parlare con il nemicoS.Sand: L'invenzione del popolo ebraico.In particolare il libro di Sand fa piazza pulita di molti miti.Quindi, giusto sottolineare il silenzio di molti intellettuali occidentali verso le atrocità in giro per il mondo. E io -ateo e di formazioneliberal/ marxista sono naturaliter a favore della cultura europea, superiore oggettivamente a quella che i paesi islamici hanno saputo generare in questi mille anni.Ma attenzione ad equiparare le due cose: antisionismo non è antisemitismo.Del resto, che ne pensano gli occidentali di cultura e religione ebraica ma che non sono mai stati sionisti?Intanto buon lavoro



Renzo , Firenze
 mercoledì 26 gennaio 2011  19:40:59

Gentile signora Fiamma,comprerò il libro di Battista, dove penso pe-rò di non trovare nulla di nuovo, a quello che già sappiamo in molti. E cioè che nono-stante lo stermino di 6.000.000 di ebrei neicampi di sterminio, l'essere umano ancora non ha capito niente da che parte sta il ma-le e dove sta il bene. Certamente il mondoè dominato solo dalla cattiveria, l'ignoranzae purtroppo dai soldi che sono alla base di tutte le malafette degli uomini. Esem-pio quel mostro di Hitler, che accusava i banchieri ebrei di dominare il mondo. Ecosa dovremmo dire allora di tutti i de-spoti dei nostri giorni che affamano i popoli. Sono forse ebrei??? Purtroppoparlando con la gente e affrontare di-scorsi su Israele e gli ebrei non è moltosemplice, in quanto in quel popolo e inquello stato c'è sempre qualcosa chenon va. E io mi domando a che cosa èservito lo sterminio di 6.000.000 di inno-centi. A cosa è servito tutto questo. Behcomunque domani nella mia piccola attività fiorentina, accenderò per tutto il gior-no un cero a ricordo dello sterminio na-zista e contro l'ignoranza, 'antisemitismol'antisionismo, e la malvagità dell'essere umano.Cordiali salutiRenzo Firenze



Dova Cahan , Tel Aviv
 mercoledì 26 gennaio 2011  05:01:31

Carissima Fiamma, quando leggo fino ad oggi questi argomenti contro il sionismoche fanno eco ad antisemitismo e controIsraele il sangue mi bolle.Io sono una cittadina nata da genitori ebrei,che hanno conservato e praticato questareligione anche lontano dalla Romania chehanno dovuto abbandonare con la venutadel comunismo agli inizi del 1948. Dopoessere sfuggiti agli anni di tortura dell'Olocausto Romeno, cosa che e statanegata fino a questi giorni si sono dovutirifugiare ad Asmara Eritrea, ex colonia Italiana nell'Africa Orientale.Al di sopra di tutti questi argomenti sonoanche figlia di un sionista romeno, HerscuSaim Cahan che dall'eta di 13 anni, nelsuo piccolo steitel di Ivesti in provinciadi Galati, Moldova (Romania) ha fondatola Hanoar Hazioni li ed e stato uno deipiu grandi sostenitori del sionismo romeno. I 36 anni che ha passato in Romania e gli ultimi dieci ha Bucarest e stato attivo nell'organizzare navi che partivano dai porti del Mar Nero verso la Palestina con giovani Halutzim ossia pionieri per lavorare nei Kibutzim e fondare lo Stato di Israele che lui li descriveva nei suoi articoli come il giovane ebreo non piu attacato agli studidella cultura ebraica ma attivo e lavoratore nel campo della agricoltura edei liberi mestieri.Io nei mei anni di gioventu nella lontanaAfrica ho subito l'influenza di questo ideale sionista a casa e all'eta di ventianni subito con lo scoppio della guerradei Sei Giorni in Israele nel giugno 1967,mi sono sentita invadere da quel senso di comune identita con il popolo ebreo e con Israele ossia il mio popolo e la miapatria e mi sono trasferita a vivere qui.Da allora sono rimasta in Israaele, qui e la mia casa, qui e la mia patria, questa e la mia identita e questo e` il mio popolo.A tutti coloro che vogliono cancellare e biasimare lo Stato di Israele dico a vocealta " Israele siamo Noi" , Israele esistera me lo aug



loris , Bolzano
 martedì 25 gennaio 2011  23:45:16

Era ora!!!!!!!!!!!!!!!Complimenti al Giornalista del Corriere!!!!!!!!!!



Stefano , USA
 martedì 25 gennaio 2011  19:42:59

Comprero` anche sto libro, per me il migliore italiano recente e` quello di Meotti "Non smetteremo mai di danzare" tradotto anche qui da noi.Antisionismo= antisemitismo deve essere la nostra parola d` ordine, il nostro cavallo di battaglia per smascherare tutti gli odiatori di israele che con la scusa di non nominare la parola ebreo, la passano liscia dalla ovvia accusa di antisemitismo moderno.Ricordo che anche Martin Luther King nel 67 disse che non c`era differenza tra antisemitismo e antisionismo!!!



Franco Dinelli , Pisa
 martedì 25 gennaio 2011  18:19:56

Facendo un pò di sforzo posso capire parte del ragionamento. Non condivido alcune frasi eccessive specialmente nei confronti di alcune persone che hanno criticato non tanto Israele e il suo diritto ad esistere quanto il suo volere espandersi anche dove l'ONU aveva stabilito che dovesse nascere la Stato di Palestina.Quello che non capisco è cosa centrino i checkpoint con il terrorismo. Sono in pieno territorio occupato dal 1967.Buona serata a tutti



Percy D'Elia , Roma
 martedì 25 gennaio 2011  17:49:39

Egr. On.le Nirenstein,siamo alle solite, ogni giorno nasce qualchescemenza da chi nasconde un odio ancestrale nei confronti di Israele. Ribadiscoancora una volta, Israele deve sempre fare quello che crede, in conformità dellalegge, senza mai prendere in seria considerazione quello che appare giornalmente dappertutto. Insulti, bugie, ediscriminazioni. E' dura e abbiamo le tasche piene di questi commenti irriguardosi da parte di personaggi fanatici e ignoranti.Un cordiale saluto, Percy D'Elia



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 martedì 25 gennaio 2011  17:28:06

anch'io vorrei rivendicare il fatto che Israele deve esistere così come la Palestina, e che ognuno può votare per chi vuole, anche qui, in Italia, senza dover essere per forza etichettato.Ognuno é uguale all'altro. Siamo tutti simili, con pari diritti, proprio perchè dovremmo essere tutti uguali, in questo mondo, sempre più democratico.(E speriamo che sia più di fatto che non di nome).



Sergio Olper , Carimate
 martedì 25 gennaio 2011  14:15:10

Ma, si. Pigi Battista "smashera" e fornisce tesi ovvie. Finalmente c'è arrivato pure lui.Meglio tardi che mai. Eppoi. Sono anni che Barbara Spinelli e l'ex ambasciatore, con la boccuccia stora e il mingniolino alzato, sapevamo che erano, e sono, solo finti amici d'Israele con la loro pelosa equidistanza.Detesto chi non si assume la responsabilità e il coraggio di fare scelte chiare e nette. Questi signori le hanno mai fatte? No. Mancano, a mio avviso di spina dorsale.Con Israele, come per la libertà e la democrazia, bisogna schierarsi senza se e senza ma. Come, in tanti, abbiamo fatto da tempo. Da subito. Da Sempre.



Daniele Coppin , Napoli
 martedì 25 gennaio 2011  12:51:10

Ho letto il libro di Pieluigi Battista e l'ho trovato di una lucidità e chiarezza da non lasciare dubbi sul fatto che l'antisemitismo si nasconda anche dietro l'antisionismo. Certo, tutto ciò vale per chi ha l'onestà intellettuale di riconoscere quanto sia corretta e completa l'analisi fatta da Battista.



Mara marantonio , Bologna
 martedì 25 gennaio 2011  12:46:31

Bravissimo Pierluigi Battista col suo libro serio e coraggioso.Ottima "la" Fiamma, col suo commento, teso a valorizzare le ragioni, prima che di Israele, dell'onestà intellettuale e umana.



FRANCO , pozzo d'adda(MI)
 martedì 25 gennaio 2011  11:38:33

Certo che sia gli estermisti di destra e disinistra non ammetteranno mai che essere antisemiti vuol dire essere antisionisti, ma questo devo dire anche perche' molti personaggi di origine ebraica su questo argomento hanno delle posizioni un po' ambigue voglionodifendere la memoria di quello che successe con hitler ma poi continuanoa bacchettare israele per presunti azioniillecite al mio paese si dice voler mettereun piede in due scarpe.saluti Franco



alfonso margani , Firenze/Italia
 martedì 25 gennaio 2011  06:57:36

Acquisterò volentieri il libro di Battista,ma temo non ci sia da farsi illusioni.Il "Manifesto" lo snobberà, e l'ineffabile "Repubblica" pubblicherà il solito articolo del solito Viola,o Stabile,o Sciuto o chi altro diavolo sia,dove si comincerà fingendo di approvare il libro e si finirà con lo stroncarlo, magari parlando di manipolazione ideologica o di trappola psicologica, come quando è uscito il tuo libro "Israele siamo noi" o "Gli antisemiti progressisti". Naturalmente auguro al libro la miglior fortuna:)



Emilio Vittorio Gioacchini , Italia
 martedì 25 gennaio 2011  05:02:35

ho appena letto paolo barnard, che ne pensi?ma forse una ragione per essere "antisemiti", c'è... chi si sente oppresso dalla propria religione e non osa ammetterlo non può non prendersela nemmeno con gli ebrei che tutto sommato l'hanno inventata...



Edoardo Grynberg , Milano
 lunedì 24 gennaio 2011  23:03:54

Riporto l'incipit dell'articolo del "Giornale": "Il nuovo saggio di Pierluigi Battista affronta di petto tutti i pregiudizi contro il popolo e lo Stato ebraico. Chi "spara" su Tel Aviv poi non dice nulla per ciò che accade in Cina e nel Darfur".MA CHI è QUELLA MENTE "GIOVIALE" CHE, RECENSENDO IL LIBRO DI P.L.BATTISTA E PARLANDO DI ISRAELE LO CITA LO STATO EBRAICO UN "EQUILIBRISTICO TEL AVIV", COSA CHE NEMMENO PIù IL TG3 OSA FARE??? E QUESTO SAREBBE "il Giornale" VERSIONE POST-GRYNBERG??? Vivissimi rallegramenti all'autore di tale pateracchio!



luca , bologna
 lunedì 24 gennaio 2011  13:35:46

A sergio romano e alla sua lettera a "un amico" ebreo aveva a suo tempo risposto benissimo Sergio Minerbi in un libro edito da Giuntina che trovate qua (a soli 5 euri - è fuori catalogo)...http://www.giuntina.it/Fuori_collana_4/Risposta_a_Sergio_Romano_227.html



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