IL CASO UNA GUERRA DIPLOMATICA All'Onu la mozione della vergogna Doma ni si vota la proposta di espellere Israele
lunedì 14 luglio 1997 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV SEMBRA di sognare: il fantasma dell'Urss, l'ombra di Kurt
Waldheim, l'ombra del panarabismo più estremista tornano ad
infestare il Palazzo di Vetro, tornano ad abitare l'Onu. I fatti sono
semplici: domani si terrà una seduta dell'Assemblea Generale che è
stata richiesta dall'Egitto per espellere Israele. La sessione è la
continuazione dell' di aprile sul quartiere
di Har Homa a Gerusalemme (già finita con una mozione di condanna) e
la quinta sessione sull'edificabilità di Gerusalemme in meno di
cinque mesi. La sessione di aprile, bisogna notare, era la prima
dal 1982 e la decima dalla guerra di Corea.
Nel periodo fra aprile e adesso, ci sono stati già ben due dibattiti
del Consiglio di Sicurezza in cui gli Usa non hanno per niente
sostenuto la costruzione del quartiere di Har Homa, si capisce, ma
hanno anche affermato che palestinesi e israeliani su questo punto se
la devono vedere fra loro. Dopo tutto è una tipica disputa di
confine, che riguarda una zona a Sud di Gerusalemme sita in Israele,
e tuttavia molto a ridosso di Betlemme, nell'autonomia palestinese:
è chiaro che tutti e due la vogliono. Niente a che fare con Est
Gerusalemme, né con la Città Vecchia, né con zone sacre alla
religione. È un guaio tutto politico. Invece l'Onu ne fa di nuovo
una questione di totale sanzione morale nei confronti di Israele, del
suo perfido, infido, dannoso modo di esistere. Per questo ecco che
l'ordine del giorno non è solo di condanna, ma è persino di
espulsione di Israele dall'Assemblea Generale. Perché , dice la bozza
che egiziani e palestinesi sottoporranno all'entusiasmo degli altri
arabi:
procedere mentre si viola sistematicamente la legge internazionale.
L'Onu è stata dal 1967 in avanti una fucina di autentico odio. Nel
'67 al dibattito sulla
approvare dieci anni più tardi la famigerata risoluzione 3379.
Settantadue nazioni votarono a favore, 32 (fra cui per fortuna
l'Italia) contro. Da quel momento Israele diventò agli occhi dei
suoi denigratori un paria amorale, e fu coperto di menzogna il
civilissimo movimento di liberazione nazionale degli ebrei. L'Onu da
allora non perse occasione di accoppiare il sionismo a qualunque
perversione politica. È particolarmente mostruosa la deliberazione
della Conferenza mondiale delle donne a Città del Messico, che
lanciando la deliberazione dell'Onu condannava
l'occupazione straniera, il sionismo, il razzismo, la discriminazione
sessuale e l'apartheid. Nell'agosto del '75 gli Stati arabi chiesero
l'espulsione di Israele e solo la minaccia degli Usa di andarsene
sventò un voto che poteva diventare pericoloso. Nel 1991 la
risoluzione è stata cancellata. Una settimana dopo altre quattro
risoluzioni anti- israeliane si andarono ad accumulare con i quintali
già archiviati. L'Onu, anche in Consiglio di Sicurezza, dove Israele
non è mai stato eletto, mentre lo sono stati 15 membri della Lega
Araba, ha sempre giocato un ruolo di parte: mai ha adottato una
risoluzione critica nei confronti dell'Autonomia palestinese, anche
quando ci sono stati attacchi terroristi ai civili israeliani, e oggi
restano sospesi nel nulla gli omicidi dei sensali palestinesi di
terra. È vero che Netanyahu gioca la sua partita di pace in modo
falloso, non decidendosi mai se fare un passo avanti o due indietro.
Ma è altrettanto vero che Arafat tesse uno strano triangolo con
Siria, Iran e persino con l'Iraq, e di sponda anche con Hamas; e le
parole d'odio che ora volano nel Medio Oriente sono fra le più
sanguinose, soffiano con affannata inconsistenza sugli stendardi
colorati dell'Onu e possono condurre a gravi danni. Si starà a
vedere se domani l'Onu ripercorrerà i suoi fasti. Fiamma Nirenstein