IL CASO UN MITO INFRANTO Seconda sentenza per il caso Rabin L'Inquire nte: lo Shin Bet colpevole di incapacità
venerdì 29 marzo 1996 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME DA una quieta palazzina gerosolimitana ornata di
rampicanti, è uscito ieri mattina un altro verdetto definitivo, non
meno significativo della condanna all'ergastolo di Ygal Amir: è il
verdetto della Commissione Shamgar, incaricata di indagare sulle
responsabilità dei servizi segreti interni, lo Shin Bet (detto anche
Shabbach), e della polizia circa l'assassinio di Rabin. Risultato: un
volume di circa 350 pagine di cui 150 segrete (sono state lette
solamente da Peres e da tre ministri) che mette sotto accusa senza
remissione, prima ancora della struttura, l'ideologia della mitica
forza segreta di Israele, quella che ancora ieri è riuscita a
uccidere Yehie Ajash, l'Ingegnere, il capo del terrorismo islamico,
ma che non è invece riuscita a proteggere da un estremista ebreo il
premier. E proprio qui sta il punto: la Commissione che per quattro
mesi ha studiato il disastro abbattutosi il 4 novembre su Israele ha
confermato tutte le accuse di incapacità e di mancanza di
comprensione sostanziale del problema ai sette alti personaggi
implicati nella storia, dal capo dello Shabbach Carmi Gilon, ai
responsabili dei vari servizi di sicurezza (fino al capo della
polizia di Tel Aviv Yaacov Shoval) e ha salvato, significativamente,
solo l'alto funzionario denominato Chet (l'iniziale del nome che deve
restare top-secret) che sovrintendeva al flusso delle informazioni.
Infatti lo Shabbach sapeva che si stava preparando qualcosa di grave
ai danni del premier, era stato informato che nell'ambito
dell'estremismo ebraico bolliva in pentola la congiura e il delitto.
Ma, ecco una terribile conclusione della Commissione guidata dall'ex
presidente della Corte Suprema, giudice Meir Shamgar: il capo dello
Shabbach, e anche probabilmente quindi il premier Rabin che era il
suo unico diretto referente, ha messo da parte la segnalazione che da
parte ebraica potesse venire una tanto efferata opzione. Fra le righe
del volume prodotto dalla Commissione, si legge appunto il rimprovero
ai servizi segreti per non aver capito per tempo che non soltanto da
parte araba può provenire il terrorismo, ma anche da parte ebraica.
Così Carmi Gilon, che pure era già dimissionario, è uscito piegato
e depresso dal Beith Shalom di Gerusalemme e ai giornalisti ha detto
parole di velata protesta: È un verdetto amaro, difficile da
accettare, per me e per i miei uomini. Le difficoltà che lo Shabbach
incontra sono tante, inenarrabili. Qui siamo tutti condannati. Va
bene. Però Israele intera, tutta la società oggi deve stare in
guardia contro un fenomeno nuovo. L'uomo che sta in coda con te al
supermercato, l'ufficiale dell'esercito, il tuo vicino, ogni
israeliano può trasformarsi nell'assassino del primo ministro. Una
scoperta tardiva ma veritiera: così , probabilmente, sull'onda
dell'incredulità che un ebreo possa uccidere un altro ebreo, la zona
sottostante la scala da cui scese Rabin non era stata mantenuta
; e Ygal Amir era potuto arrivare, un ebreo fra gli altri,
sotto gli occhi di tutti alle spalle non protette di Rabin. E si può
aggiungere che sull'onda della stessa incredulità , Rabin non si
metteva mai il giubbotto antiproiettile ed era sempre ribelle alla
protezione. Carmi Gilon, che insieme agli altri suoi uomini è
condannato a mantenere le sue dimissioni (altri dei suoi sono stati
sospesi, altri invitati a tenersi alla larga per qualche anno, Shoval
il poliziotto è stato biasimato per non avere mandato comunque i
suoi uomini in difesa di Rabin anche senza la richiesta dello Shin
Bet), partecipava da intellettuale gerosolimitano di sinistra di un
modo tradizionalista, onnipotente, di vivere lo Shabbach. Che
cos'erano mai di fronte ai servizi segreti quei religiosi vocianti?
In lui dev'esserci certo stato un disprezzo noncurante per gli uomini
di destra. È una terribile botta all'indipendenza dello Shabbach
ha protestato fra molti l'ex vicecapo dei Servizi Gideon Ezra.
era il caso di ferire al cuore un organismo che ha compiti eroici e
delicati, che ogni minuto, senza che mai lo si venga a sapere, fa
qualcosa per noi. Hamas e la Jihad restano il nostro nemico numero
uno, e non bisogna distruggere il morale di chi li affronta
continuamente. Ma Shimon Sheves, capo gabinetto di Rabin, approva:
servizi si decideranno a combatterli. Shimon Peres ha letto ieri
pomeriggio, senza commenti, la parte segreta relativa agli infiltrati
negli ambienti di destra come il famoso provocatore Avishai Raviv
detto Champagne:
era indispensabile un'inchesta precisa, dettagliata, seria e segreta
come questa. Ne sono soddisfatto ha dichiarato. Dunque: complotti,
pare, non ve ne sono stati, ma è accaduto qualcosa di molto più
esplosivo. Lo Shabbach da una banda di eroi con gli occhiali scuri si
è trasformato in un organismo che da ora in poi sarà forse meno
eroico, ma più trasparente, più controllato dai politici. Fiamma
Nirenstein