IL CASO UN DISCUSSO MIRACOLO Gesù piange a Betlemme Un quadro nella C hiesa della Natività
venerdì 29 novembre 1996 La Stampa 0 commenti
BETLEMME I greco-ortodossi sono entusiasti; i cattolici e gli armeni
molto meno. Sarà che quell'immagine scura e severa di Gesù Cristo
si trova nella Chiesa della Natività di Betlemme, situata poco
lontano dalla mangiatoia del bue e dell'asinello proprio nella parte
che appartiene all'arcivescovo Diodoros con il suo alto cappello
nero, ma ad averlo visto piangere sono soprattutto i suoi sacerdoti e
i suoi fedeli anche se la notizia già richiama molta folla.
visto con i miei propri occhi - assicura padre Anastasio che di
Diodoros è il rappresentante ufficiale a Betlemme -. E ormai i
testimoni sono molti, e quindi l'abbiamo dichiarato ufficialmente un
grande miracolo. Gesù Cristo piange perché il mondo non si comporta
bene; ed è una cosa grande che il miracolo avvenga nella più antica
chiesa del mondo, una chiesa che è rimasta tale senza soluzione di
continuità nei secoli dei secoli. I cattolici sono molto più
scettici; dicono che prima di ammettere che quel volto severo, scuro
e denso, pitturato nel dodicesimo secolo, stia veramente piangendo
con lacrime di dolore, ci vogliono ben altri accertamenti. Perché un
miracolo, secondo la concezione della Chiesa cattolica, sempre porta
con sé significati e rivelazioni complesse, come accadde per esempio
a Lourdes, e questo miracolo, ammesso che sia tale, finora appare
piuttosto privo di particolari messaggi.
brusca una suora di Betlemme -. Quando qualcuno afferma di vedere un
miracolo, subito siamo obbligati a corrergli dietro, come se la fede
si dovesse misurare su queste manifestazioni esterne. Adesso, qui non
solo si afferma a gran voce che Gesù piange, ma anche che sbatte gli
occhi, e guai a non crederci. I francescani, suprema autorità in
Terra Santa e grandi rappresentanti di quel potere che ferocemente e
pazientemente nei secoli è stato suddiviso mattone per mattone con
le altre confessioni cristiane, si astengono da un giudizio brusco,
ma ostentano un'aria di grande distacco. Tutto il contrario di quel
che avviene sulla grande Piazza della Mangiatoia, madrina di grandi
eventi storici, culla della nascita di Gesù , testimone solo un anno
fa della discesa di Arafat in elicottero sulle sue schiere osannanti
il ritorno di Betlemme in mani palestinesi, in fondo al grande
piazzale la chiesa e il monastero, dalla parte opposta, il Comune, a
destra la caserma ieri israeliana e oggi palestinese, e tutt'intorno,
sotto gli archi, una corona di negozi superattrezzati per il turismo
religioso che in genere riempie la piazza di pullman e che certo
dovrebbe ricevere una bella spinta proprio sotto Natale da un
miracolo così grande e così ben situato, proprio nella Chiesa della
Natività . Infatti, dopo gli episodi di sangue del mese scorso, le
consuete torme di pellegrini natalizi si sono sentite quanto mai
dissuase dal venire in Terra Santa e le prenotazioni sono crollate a
zero. Alcuni alberghi, come il Christmas Hotel, hanno annunciato una
chiusura temporanea proprio a causa della recente diserzione totale
dei turisti. Ma ora le cose potrebbero migliorare. Dopo tutto, un
miracolo in Medio Oriente è una grande rarità : l'ultimo risale al
1967 quando la Madonna apparve al Cairo. Per il resto queste sabbie
si accontentano di quotidiani fatti straordinari di normale
amministrazione. La Piazza della Mangiatoia è dunque piena di
piacevole animazione; e vi troneggiano i racconti della donna delle
pulizie della chiesa, la sessantenne Sadika Hamida, che racconta ogni
lacrima da lei stessa avvistata; e se la ride delle risposte
scientifiche degli scettici, che parlano di condensa di vapore sulle
mura umide dell'antico edificio:
fedeli e ne giungeranno ancora migliaia; è la volontà di Dio,
spiega. I greci-ortodossi annuiscono, e i negozianti pure. Fiamma
Nirenstein