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IL CASO L'ULTIMA MINACCIA Kamikaze dall'Europa Preso un tedesco a Tel Aviv

sabato 27 dicembre 1997 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Un mese fa all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, un ragazzotto tipicamente nordico nell'aspetto, grandi occhi azzurri imbambolati, giubbotto arancione, pantaloni da ginnastica appesi su un corpo magro come su un attaccapanni, tira fuori un passaporto tedesco nuovo di zecca. È sceso da un volo proveniente da Amsterdam. L'aeroporto israeliano è continuamente ispezionato in lungo e in largo da ragazze e ragazzi della Sicurezza, gentili ma duri come il marmo. Due di loro si avvicinano al giovane: "Lei è Stefan Smirek, cittadino tedesco, 26 anni?". È lui. Da una stanza dell'aeroporto dove Smirek subisce un primo interrogatorio, i Servizi (non più il Mossad, ma lo Shabbach, che ricevute le informazioni estere, adesso si occupa dell'interno) portano il giovane in un sicuro luogo di detenzione. Solo nel giorno di Natale si è saputo che un cittadino tedesco era stato accusato di cospirazione e tentata strage ai danni dei cittadini d'Israele, nonché di appartenenza all'organizzazione degli hezbollah, gli integralisti islamici che assediano le frontiere settentrionali d'Israele dal Libano. Smirek è apparso per la prima volta di fronte a un tribunale israeliano la mattina di Natale, completamente indifferente e forse lievemente compiaciuto; le udienze riprenderanno i l4 di gennaio. La sua è una storia di stravolgimento mentale, ma anche molto tipica del nostro tempo, una storia di miseria culturale e di perversione politica. Dunque, Smirek è un giovane balordo che in Germania è finito nei guai svariate volte per storie di droga e di furti. Tre anni fa si è convertito alla religione dell'Islam. Probabilmente questo è accaduto perché a Londra, durante uno dei suoi viaggi un po' insensati, si è imbattuto in una ragazza musulmana con la quale ha intrecciato un amore fanaticamente ideologizzato, che è sembrato restituire senso alla sua vita. Infatti, chissà se ancora a causa della relazione con la fanciulla, un anno dopo Smirek è stato presentato a due personaggi di cui si conoscono questi nomi: Fadhi e Abu Ali. È il secondo che lo porta, nell'agosto scorso, in Libano perché il suo biondo amico è ormai certo di volersi immolare come un martire, uno shahid, per la causa dell'Islam. Insomma, si vuol far saltare in aria come una bomba umana in una via affollata di una città israeliana, probabilmente a Tel Aviv o a Haifa. In agosto Smirek, sempre in Libano, viene sottoposto ad accurati interrogatori da parte degli hezbollah che infine lo accettano nelle loro file e lo immettono in un training per specializzarsi in armi e soprattutto in esplosivi. Completata la preparazione, il comandante degli hezbollah decide che è arrivato il turno del suo amico tedesco. Smirek tornerà in Germania, dichiarerà lo smarrimento del passaporto per non avere un bollo libanese sul documento al momento dell'ingresso in Israele e, con una mappa, un libro su Israele, una macchina da presa, cinque pellicole e quattromila dollari, preparerà in loco l'attentato suicida. La macchina da presa serve infatti per filmare luoghi molto affollati da scegliere per l'azione. Smirek ha ammesso tutto, anche se il suo avvocato dice, invece, che si tratta solo di un ragazzo squilibrato. Ma le probabilità che la storia sia invece molto realistica sono alte. Infatti il Mossad, e poi i Servizi dell'interno, lo Shabbach, conoscono da tempo l'esistenza di un'Unità segreta degli hezbollah detta "L'Unità Europea". Essa è formata da sette persone soltanto, tutte bene addestrate, tutte aspiranti suicidi, che devono come precondizione, avere un aspetto europeo ed educato e parlare correntemente le lingue del Vecchio Continente. Nella primavera del '96 già un altro membro dell'Unità fu catturato per una circostanza fortuita. Infatti il 29 aprile un gran botto scosse l'albergo Lawrence a Gerusalemme Est. Era per caso esploso il tritolo che Hussein Mukdad, uno sciita libanese arrivato da Zurigo con un falso passaporto britannico, aveva contrabbandato nella sua valigia. Il tritolo era contenuto nella sveglia e in una cornice; a questo si era aggiunto l'esplosivo procuratogli da un agente palestinese locale. La quantità era tale ormai da mutilarlo delle braccia e delle gambe e a renderlo cieco e parzialmente sordo. Ora, in stato di detenzione, è stato sconfessato dagli hezbollah, ma si sa che era membro, appunto, dell'Unità Europea. Fiamma Nirenstein

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