IL CASO I GIORNI DELL'ODIO A un passo da Tel Aviv da 8 mesi un gruppo di ultraortodossi assedia e tormenta gli abitanti Vivere con i Taleban d 'Israele In un villaggio la guerra quotidiana religiosi-laici
domenica 24 maggio 1998 La Stampa 0 commenti
NEVEI ROTEM
HA un bel nome questo posto orribile: Nevei Rotem, l'oasi della
ginestra. È una zona residenziale di Pardes Hanna poco lontano da
Tel Aviv, vicino a quella zona di kibbutz della bella Israele che
sta presso Hedera. Non sarebbero orribili, ma solo troppo nuove e
nude le case rosa a due piani che una borghesia piuttosto
intellettuale in fuga dalla città si è costruita negli ultimi
mesi. Orribile, però , è l'aria che si respira, l'odore d'odio fra
religiosi e laici che ormai somiglia all'odore del sangue. Orribile
la prova di forza senza sbocco che somiglia a una sfida all'Okay
Corral. La sfida è declamata all'ingresso del nuovo villaggio su
un cartello sbrecciato e sporco ma grandissimo, che sorge in mezzo
a un campo brullo e sporco anche lui, davanti alle villette. Sotto
il sole a piombo il cartello dice: "Qui sorgerà un tempio, una
scuola religiosa, un quartiere religioso intero. Per favore
rispetta i nostri sentimenti, vestiti in modo pudico, rispetta la
santità del sabato". Poco più in là un altro brutto campo pieno
di sterpi e relativo cartello sul paesaggio virtuale: "Qui nascerà
con l'aiuto di Dio un centro commerciale di lusso per il mondo
ortodosso che osserva la Torah, il Sabato e i precetti". C'è anche
un numero di telefono se per caso qualcuno vuole affittare un
negozio. I religiosi vestiti di nero adorano i telefonini, è una
delle poche invenzioni moderne, come il computer, su cui la Bibbia
non abbia niente da dire salvo che non li si può usare di sabato.
Sulle case di fronte al campo del futuro centro commerciale,
invece, una schiera di cartelli esclama: "Nevei Rotem è un
quartiere laico, laicissimo", un altro: "I religiosi vadano anche
loro nell'esercito". E se si restasse ai cartelli, andrebbe ancora
bene. Ma la storia è molto più drammatica. Comincia il settembre
dell'anno scorso, quando una mattina Yossi Werzansky, un prestante
attore televisivo e sua moglie Shimrit Or, autrice di canzoni
popolari fra cui "Allelujah" che vince l'Eurofestival, si svegliano
una mattina nella loro deliziosa casetta nuova di zecca e
ammobiliata con mobili italiani, buon ritiro di una coppia yuppie,
e si trovano davanti al naso invece del solito prato orlato di
platani tre grandi caravan a schiera, ognuno in realtà un edificio
a un piano. Dentro, tutto contento di essersi insediato, un certo
rabbino Gublil, tutto vestito di nero, con dieci seguaci adulti
vestiti come lui e una ventina di ragazzi, allievi della scuola
situata nei caravan. Secondo Werzansky, che ormai ha le occhiaie
fino alla bocca, e praticamente da allora non dorme più , i maschi
adulti di Gublil sono ex criminali di quartiere, spacciatori e
delinquenti cui il rabbino vende la redenzione in cambio di una
fedeltà totale anima e corpo. Vecchia storia. E intanto nelle
stesse settimane un intermediario prevaricatore ha acquistato nella
strada principale del quartiere dodici case, di cui una è stata
subito trasformata in una yeshiva, ovvero una scuola religiosa,
dove uomini in bianco e nero e riccioli laterali stazionano,
pregano, cantano, urlano notte e giorno.
La strada e il quartiere si riempiono sempre di più di quelli che
i ragazzi laici chiamano "pinguini", ovvero haredim come si
chiamano davvero i religiosi neri che vengono anche dai quartieri
circostanti per dare man forte ai loro amici. Adesso occupano tutto
lo spazio, offendono quando passano le donne che non sono coperte,
infagottate, imparruccate, pretendono che di sabato tutto si fermi,
stabiliscono un'atmosfera d'intimidazione quando le automobili si
spostano di sabato, o se qualcuno accende la radio e la tv, oppure
cucina con relativi odori e rumori in quel santo giorno in cui i
testi scrivono che non si può . "La loro mira espansionistica è
evidente e anche dichiarata. Ci vogliono rendere la vita così
impossibile da costringerci a vendere loro le nostre case. Il
prezzo, 200 mila dollari, è già calato. Allora, quando ormai i
prezzi saranno stracciati, arriveranno come avvoltoi. Quando
passiamo sputano su di noi, ci gridano insulti e maledizioni,
tirano a volte sassi dentro le finestre da cui esce musica di
sabbat, di sabato. In una casa dove c'è un bambino è piovuto
dentro un mattone. Ma mi possono maledire per un anno consecutivo,
io di qui non mi muovo, il tribunale dovrà ascoltare alcune delle
nostre richieste: la loro scuola sorge su un terreno demaniale,
ogni loro attività è illegale. La yeshiva e la sinagoga sono
state messe in piedi senza permesso... perbacco, prometto che
tornerò a sentire cantare i grilli di notte, mia moglie potrà di
nuovo uscire in pantaloncini corti. I nostri alberi di aranci e
limoni, la voce delle rane, il cielo pieno di stelle... non mi
porteranno via il sogno di una vita imponendomi improvvisamente di
vivere in Iran".
Yossi è un tipo grande e grosso. Invece tutto il grappolo dei
religiosi che piantona la villa adibita a luogo di culto è un
gruppo di giovani. Fuorché uno, si vede che a differenza degli
altri ha fatto il militare e ora come si dice qui è "tornato alla
domanda". È un'espressione che definisce i neoconvertiti dal
laicismo alla fede ortodossa. È sposato da tre mesi e abita
proprio davanti alla nuova sinagoga. La mogliettina, bellissima,
ogni tanto attraversa la strada e viene a parlargli. Se fossero
giovani come tutti certo si darebbero un bacio, si vede che si
amano. La ragazza, tutta vestita di bianco e nero, con la testa
coronata da una specie di turbante, non dice una parola, mentre lui
parla come un fiume e in coro con gli altri neri fornisce la
versione religiosa della storia. Mentre parlano guardano fisso un
mio amico che mi ha accompagnato, perché lui è maschio e la legge
consente di parlargli. A me non mi considerano affatto. Il racconto
parte dall'incendio dei loro caravan, successivamente ricostruiti,
e prosegue con mille episodi d'orrore e di persecuzione: di sabato,
accompagnati dal deputato radicale Yossi Sarid, i laici tengono
dimostrazioni davanti al tempio con gli altoparlanti a tutto volume
durante la preghiera e urlano la canzone di Dana International, il
transessuale che ha vinto l'Eurofestival. Le ragazze passano e
ripassano davanti a loro più nude che possono. Se sono vestite
normalmente tutt'a un tratto si tirano su la maglietta. "Cosa,
ridete?] Ma per noi è un peccato mortale, indelebile".
C'è di più , un certo Dado che abita nella casa accanto a quella
in cui i religiosi hanno messo la sinagoga ha assicurato che si
farà prestare tre maiali (la bestia più immonda che ci sia per i
religiosi) da mettere in giardino... La lista delle intolleranze
dei vicini procede senza tregua e si mischia al vituperio standard
dei religiosi ultraortodossi verso la società israeliana che
secondo loro non è più un mondo di ebrei, ma di non ebrei che
parlano ebraico. Ormai Israele è per loro un universo minaccioso e
estraneo, con i cinema aperti di sabato e anche negozi e
ristoranti. E le strade zeppe di macchine che corrono verso il
mare, dove si sta nudi.
Il ragazzo che è appena tornato alla religione interrompe la
lamentela con le minacce: "Come accadde ai babilonesi e ai nazisti,
a tutti quelli che hanno perseguitato gli ebrei, a tutti gli
antisemiti, prima o poi quelli che ci odiano spariranno. Dio è
dalla nostra parte. Non c'è uno dei nostri vicini che prima o poi
non caschi e non si rompa una gamba, non gli prenda fuoco la casa o
non gli si ammali un parente". Ma come antisemiti, quelli sono
ebrei] Il neoconvertito alza le spalle come se avesse sentito
qualcosa di molto trito, sbagliato.
La distanza di questa gente da Israele è abissale: sono piccoli e
neri, solo l'8 per cento, e l'offesa che essi devono sentire è
terribile: "Ma come, noi abbiamo avuto il merito di trasbordare
l'ebraismo di là dal fiume in piena della storia, e voi ci
trattate come estranei, come cretini, come insetti dannosi...".
Yossi Werzansky si sente abbastanza tranquillo: i giornali sono
dalla sua parte, ogni fine settimane sempre più politici vengono
alle sue manifestazioni; la posizione dei "neri" è illegale, i
giudici di Israele saranno giusti, l'aggressività dei religiosi è
sempre più evidente: "Io ho vissuto decenni, a Tel Aviv, con dei
vicini religiosi. Ma questi sono diversi. Mi vogliono costringere a
fare quello che sembra loro giusto, a vestirmi, a mangiare, a
vivere come pare a loro. Mi minacciano fisicamente, mi espellono da
casa mia. Se lo scordino. Sono pronto a tutto". Sul tavolo di
cucina Yossi tiene un coltello da subacqueo lungo una ventina di
centimetri, ed ha anche una baionetta che si è portato a casa
dall'esercito. Ma come, siamo arrivati a tanto? "A Nevei Rotem
purtroppo è ormai così ".
Fiamma Nirenstein
